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Attualità | 24 novembre 2015, 17:41

Sanità e riposo giornaliero, il Nursind in Piemonte è pronto a denunciare le violazioni

Per il sindacato non ci sono soluzioni se non quella di assumere personale. Dubbi ed incertezze, fanno sperare in una deroga da parte del governo

Sanità e riposo giornaliero, il Nursind in  Piemonte è  pronto a denunciare le violazioni

Nonostante la norma sia stata emanata una dozzina di anni fa, la direttiva europea sui turni di riposo in ambito della sanità, procura non poche preoccupazioni.

“A 24 ore dall'entrata in vigore della legge 161/14 in merito al diritto dei lavoratori al riposo giornaliero di 11 ore continuative – sottolinea il sindacato Nursind (il sindacato delle professioni infermieristiche ndr) -  in Piemonte stiamo assistendo al "festival" delle interpretazioni normative. Infatti proprio in questi giorni, i vari Direttori Generali, stanno inviando comunicazioni ai vari servizi, in merito al comportamento da tenere circa il rispetto del riposo giornaliero”.

Cosa questa che è accaduta anche a Cuneo, pochi giorni fa. “È inutile dire che come al solito, in Italia ci si muove sempre all'ultimo momento – prosegue Davide Canetti, coordinamento Nursind - . Da un anno infatti le Regioni avevano il compito di riorganizzare l'intero sistema, ma l'unica iniziativa presa qualche settimana fa, è stata quella di chiedere l'intervento del Governo per prorogare l'entrata in vigore della stessa Legge, o comunque derogare nuovamente per specifici casi”. Inoltre il sindacato Nursind sottolinea “quanto sia assurdo come una normativa Europea  sia stata per anni derogata a livello decentrato e solo oggi a causa del rischio di procedura d'infrazione, il Governo abbia messo fine a questa forte discriminazione nei confronti dei lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale”.

Trovare una quadra non sarà facile, anche perché è lo stesso governo che, come spiega ancora Canetti: “chiede l'applicazione di una Legge a costo zero, quando sappiamo tutti che proprio le varie deroghe presenti a livello nazionale in questi anni, hanno attenuato una situazione già abbastanza drammatica, in merito alla carenza si personale. Quindi se il Governo passa la palla alle Regioni, queste la passano alle varie Aziende”. In certe situazioni, il sindacato ha riscontrato, a livello piemontese, che sono le stesse aziende nelle loro comunicazioni, a mettere in evidenza che potrebbero verificarsi situazioni, nelle quali il rispetto del riposo giornaliero potrebbe non essere garantito e questo perché si correrebbe il rischio di incorrere nel reato di “interruzione di pubblico servizio”.

Dall’altra parte, però, non sottostare alla normativa europea mette a rischio di incorrere in sanzioni. Sembra quindi difficile trovare una via d’uscita. Prosegue il Nursind: “Un altro elemento che si evidenzia chiaramente è che le attuali risorse non sono sufficienti”, mentre non va sottovalutata neppure la questione della cosi detta “ pronta disponibilità.

Infatti secondo il sindacato  Nursind: “seguendo alla lettera le indicazioni della normativa, la chiamata in pronta disponibilità, interrompe il riposo giornaliero, invece le Aziende sempre nelle loro comunicazioni, parlano di sospensione del suddetto riposo”. Differenza non da poco, che incidono in maniera pesante sull’orario di lavoro. Secondo Nursind, le Aziende piemontesi: “stanno commettendo un grave errore e stanno interpretando la normativa, in base a pareri di Regioni come quelli del Veneto o addirittura di varie Aziende, che non hanno alcun fondamento e non sono vincolanti Per questo dal 25 Novembre in poi, come Sindacato delle Professioni Infermieristiche, segnaleremo all'ispettorato del lavoro delle varie provincie piemontesi, tutte le violazioni in materia di orario di lavoro, portando le Aziende all'unica soluzione possibile: l'assunzione di personale” 

NaMur

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