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Eventi | 11 agosto 2010, 17:00

A Demonte Gisella Bein recita le poesie di Lalla Romano e di altre poetesse

Lunedì 16 agosto alle ore 17, presso la Cappella di Madonna del Pino in località Fedio

Gisella Bein

Gisella Bein

Lunedì 16 agosto alle 17, nell’area antistante la Cappella della Madonna del Pino in località Fedio di Demonte, l’associazione culturale Marcovaldo presenta 'Lettura poetica: Lalla e le poetesse dei suoi dintorni', recital di Gisella Bein con l’accompagnamento musicale di Luca Panicciari (violoncello) e Alberto Savatteri (chitarra). L’iniziativa si inserisce all’interno del programma di attività 2010 dello Spazio Lalla Romano 'Per incontrare Lalla', a cura di Giovanni Tesio. L’ingresso è libero. Per maggiori informazioni rivolgersi al numero verde della Regione Piemonte 800-329329.

“Dopo il successo del recital che l’anno scorso Gisella Bein ha tenuto a Festiona in una giornata memorabile - spiega Giovanni Tesio -, anche quest’anno nel programma dello Spazio Lalla Romano abbiamo deciso di inserire un recital poetico, sempre con Gisella Bein e con un accompagnamento musicale, ma questa volta comprendendo sia poesie di Lalla Romano, sia poesie di poetesse che le sono state care, come Daria Menicanti, Cristina Campo o Alda Merini”.

Nell’opera di Lalla Romano la poesia non è un’attività marginale. Nel percorso di Lalla Romano la poesia è profondamente connessa con la sua formazione figurativa ed è venuta prima della prosa, come testimonia la raccolta “Fiore” che fu pubblicata nel ’41 da Frassinelli e prontamente recensita su “La Stampa” da Ferdinando Neri. Al piccolo 'Fiore' sono poi seguiti altri titoli, come “L’Autunno” nel ’55 (per le edizioni 'La Meridiana' di Vittorio Sereni) e poi, a distanza di quasi vent’anni, 'Giovane è il tempo', uscito in prima edizione nel ’74 presso Einaudi. Titoli postumi sono invece le 'Poesie (forse) utili', pubblicate a cura di Antonio Ria da Interlinea nel 2002, e infine le 'Poesie per Giovanni' che, sempre grazie a Ria, aiutano a completare il quadro di un percorso significativo.

Si tratta per lo più di poesie 'databili' ma 'non datate', si potrebbe dire parafrasando quanto Lalla Romano scrive per le sue prose di 'Un sogno del Nord'. 'Databili' perché un po’ velate dal tempo che s’incrosta intorno a certe parole d’uso eletto o prezioso. Ma 'non datate' per l’energia che le muove, per la capacità che mostrano di sfiorare il lato malinconico delle cose, per il taglio preciso e drammatico dei piani, per l’assenza di sfumato, per la trasparenza e la nitidezza dei versi che rimandano – nella modernità del dettato – all’esattezza dei 'primitivi' come Cino da Pistoia (su cui la Romano discusse la sua tesi di laurea, di cui parla nel petroso e lucido romanzo della formazione torinese, Una giovinezza inventata).

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