Gentile direttore,
venerdì e sabato pomeriggio non ho potuto per impegni precedenti essere presente alla riunione del Comitato per la Costituzione nata dalla resistenza di Cuneo, né presenziare a quello che è stato il presidio trasversale della società civile cuneese in risposta alla “rocambolesca” apertura della sede CasaPound. Sono in effetti giunto in Piazzetta del Municipio intorno alle ore 17 quando le vicende che tengono banco sui giornali erano praticamente già giunte a compimento.
A tal proposito mi preme però fare alcune osservazioni, credo puntuali e spero utili, in un ottica di pluralismo e interpretazione ritengo oggettiva dell’intera vicenda: lungi da me voler prendere le difese dell’amico Fabio Panero, che ha in effetti tutti gli strumenti per poter rispondere alle superficiali considerazioni del signor Tarditi. Mi sento in dovere però da cittadino cuneese e da rappresentante istituzionale di far rilevare alcune contraddizioni presenti in alcuni commenti alla vicenda. Innanzitutto, caro signor Tarditi, sono io che così come non mi stupisco che esista il comitato in oggetto, in quanto lo ritengo assolutamente pertinente come risposta alla strategia di svuotamento di contenuti, che avviene ormai a tutti i livelli istituzionali, ai danni della nostra Carta Costituzionale.
Parimenti, non mi stupisco che diversi cuneesi, come il signor Tarditi, non ne siano a conoscenza, vittime di benaltrismo e disinformazione, forse neanche tanto per colpa loro (libertà – come ci ricorda il grande Gaber –è partecipazione!). In secondo luogo ritengo che giustamente il Comitato abbia sollevato dei dubbi riguardo l’apertura di una filiale dell’Associazione CasaPound, e che l’accusa di non rispetto (in termini di libertà di associazione e di espressione) della Costituzione che il Comitato difende per statuto vada fermamente rimandata al mittente: non è forse lapalissiano che un “Comitato in difesa della costituzione” si allarmi all’arrivo in città di un gruppo che annovera fra i propri principi programmatici al punto 18 quello di una generica quanto, a mio modo di vedere, strumentale riscrittura della Carta?
La seconda parte della sua lettera rientra di diritto in quello che prima definivo “benaltrismo”, la qual cosa mi ha dato la certezza che lei ne fosse vittima: certo l’evocazione dei comportamenti antidemocratici del dittatore Polpot oppure la precaria condizione in cui versano tuttora certi paesi dell’Europa Orientale, dopo la caduta dei regimi del cosiddetto socialismo reale od infine le problematiche abitative cui stanno andando incontro alcuni anziani cuneesi per colpa del disinvolto comportamento di un ordine religioso che alla “gratuità” ispiratrice ha sostituito una molto secolare volontà di speculazione può essere davvero utile per affrontare la deriva revisionista e che va a nozze con il debutto in città Medaglie d’oro per la Resistenza di Associazioni del genere di CasaPound!
E’ infine indubbio che lo strumentale paragone tra l’apertura di una sede associativa priva di requisiti igienici e dagli scopi dei quali perfino il padrone di casa viene tenuto strategicamente all’oscuro e la permanenza di spazi (peraltro perfettamente a norma) liberamente offerti alla comunità musulmana presso il centro islamico di via Bersezio non meriterebbe alcun approfondito commento.
Mi limito a dire che non credo CasaPound sia associabile alla professione di un culto religioso (purtroppo o per fortuna?) e che il senso di rigidità delle regole che permea i valori fondanti dell’Associazione di cui all’oggetto stride fortemente, per non dire: è incompatibile, con l’allestimento di una base operativa priva di servizi igienici, prerequisito fondamentale di ogni postazione logistica di coordinamento (o ai tartarugoni bianconeri basta un misero magazzino?)
Fabrizio Biolé – MoVimento 5 Stelle Piemonte
















