Sono 22 i Comuni dell’area del Moscato d’Asti Docg, che potranno applicare l’ulteriore qualifica “Canelli” sulle etichette, seguendo uno specifico disciplinare di produzione.
Dieci i Comuni in provincia di Asti e 12 in quella di Cuneo.
L’obiettivo è quello di offrire al mercato il top della qualità per lo storico vino aromatico, che sta ottenendo grande e meritato successo in tutto il mondo
Il Sindaco Marco Gabusi, il delegato all’agricoltura Piercarlo Merlino, l’ex assessore all’agricoltura Flavio Scagliola, Gian Marco Cerutti, Pierstefano Berta e i produttori canellesi, hanno presentato ufficialmente la scorsa settimana, nella Sala del Consiglio Comunale, il decreto del 15 novembre 2011, del direttore generale dello Sviluppo Agroalimentare e della Qualità, che autorizza la denominazione di origine controllata e garantita “Moscato d’Asti”, seguita dalla specifica “sottozona Canelli”.
La burocrazia, come noto, non ha molta fantasia ed anche in questo caso non si è riusciti ad eliminare il termine “sottozona”, che ai consumatori non esperti potrebbe sembrare riduttivo anziché qualificante quale in effetti è.
Comunque nelle etichette i produttori locali che, a quanto risulta credono molto in questa opportunità, finiranno per indicare solo “Canelli” in etichetta, come avviene, ad esempio per la Barbera nella qualificata sottozona “Nizza”.
Interessante anche la possibilità di applicare la denominazione ‘Moscato d’Asti’ seguita dalla specificazione ‘Canelli’, accompagnata dalla menzione ‘vigna’ purché il vigneto abbia un’età di impianto di almeno sette anni.
Se l’età del vigneto è inferiore, la produzione di uve ad ettaro ammessa è pari: al terzo anno, resa uva 5,1 t/ha; al quarto anno, 5,9; al quinto anno, 6,8; al sesto, 7,7.
Controllando le rese per ettaro, valorizzando “i sori” con le vigne meglio esposte che sono da sempre il miglior biglietto da visita del Moscato, si potrà mantenere un’immagine qualitativa vincente e qualificata. Importante anche l’indicazione in etichetta dell’annata di produzione.
Canelli, ha creduto e questo è un primo passo importante che gioverà sicuramente a tutto la viticoltura del territorio compreso nel disciplinare.
Sottozona Canelli D.O.C.G. (D.M. 21/11/2011 - G.U. n.281 del 2/12/2011)
► zona di produzione
● in provincia di Cuneo: l'intero territorio dei Comuni di Camo, Castiglione Tinella, Cossano Belbo, Mango, Neive, Neviglie, Rocchetta Belbo, Serralunga d'Alba, S. Stefano Belbo, Treiso, Trezzo Tinella e le frazioni di Como e San Rocco Seno d'Elvio del Comune di Alba;
● in provincia di Asti: l'intero territorio dei Comuni di Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco, Castagnole Lanze, Coazzolo, Costigliole d'Asti, Moasca, San Marzano Oliveto e la porzione di territorio sito sulla sinistra orografica del fiume Bormida del Comune di Loazzolo.
► base ampelografica
● Moscato d'Asti: Moscato Bianco o “di Canelli”
► norme per la viticoltura
● la forma di allevamento è quella tradizionale a controspalliera con potatura a Guyot a vegetazione assurgente;
● i nuovi impianti e reimpianti devono avere una densità minima di 4.000 ceppi/Ha;
● è consentita l'irrigazione di soccorso;
● la resa massima di uva in coltura specializzata e il titolo alcolometrico volumico minimo naturale devono essere di 9,5 t/Ha e 11,00% vol. (8,5 t/Ha e 11,50% vol. con menzione "Vigna");
► norme per la vinificazione
● le operazioni di vinificazione, affinamento, invecchiamento ed imbottigliamento devono essere effettuate nella zona di produzione;
► norme per l'etichettatura
● per il vino a Denominazione d'Origine Controllata e Garantita "Moscato d'Asti" sottozona Canelli è obbligatoria l'indicazione dell'annata di produzione delle uve.