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Al Direttore | 18 giugno 2012, 11:46

Donazioni via sms: vera solidarietà o un'altra brutta storia di truffa all'italiana?

Analisi del lettore Pietro La Rosa sulla tragedia emiliana: "L'ultimo euro di donazione lo feci per la devastazione del Bangladesh. E sappiamo come andò a finire"

Donazioni via sms: vera solidarietà o un'altra brutta storia di truffa all'italiana?

Buongiorno direttore,

l’ultimo euro di donazione col telefonino, lo diedi in occasione della devastazione del Bangladesh. Dopo si seppe che quei soldi – i nostri – in Bangladesh non arrivarono mai; si fermarono a Roma per rimettere ordine nei conti della Protezione Civile, che aveva i bilanci disastrati e tutti, ormai, sappiamo perché.

Da quella volta in poi, non feci più mistero sul fatto che mai più avrei dato una sola briciola attraverso intermediari. Ovviamente, il cittadino per bene, il buonista, mi accusò di essere una sorta di mostro tutto chiacchiere e distintivo, oltre che un etc etc – insulto che come una maglietta bianca, s’intona con tutti gli altri colori.

Ora si scopre che, ripianati i bilanci della Protezione Civile, cinque milioni di euro donati da chi ancora voleva credere di partecipare in qualche modo alla ripresa della vita di un popolo devastato da un terremoto, sono stati succhiati via con metodo affaristico dalle banche. Si scopre, per dirla in maniera più semplice e diretta, che i cittadini italiani sono stati truffati per l’ennesima volta, ma peggio delle altre giacché la truffa non ha riguardato soltanto chi ha subito l’estorsione, ma anche quei cittadini che da tanta generosità avrebbero dovuto avere aiuto. Un aiuto concreto.

È una storia molto italiana, una di quelle che fanno molto schifo e tuttavia, una di quelle alle quali, ormai, abbiamo fatto il callo ma che spero, possano finalmente insegnarci qualcosa. Certo è facile inviare un sms e rinunciare a un euro della ricarica telefonica. Produce anche una certa serenità, ponendo al riparo la coscienza dal dolore e dando la sensazione di aver fatto quanto fosse nelle nostre possibilità e addirittura di più, in questo periodo in cui anche prima di fare una telefonata si riflette sulla sua reale utilità.

Si inizi a pensare, ora, che ogni vota che una scritta in sovraimpressione ci invita ad elargire una donazione, essa non è altro che un’estorsione. Si pensi che non sappiamo cosa andremo a finanziare col nostro euro, se una casa per un ladro, o il pizzo per una mafia. E anche questo, alla fine, lo dobbiamo all’eredità lasciata da 30 anni che abbiamo vissuto e che viviamo in attesa di celebrare un altro decennio ancora. Con la terra che continua a tremare, con le case che continuano a cadere, con le piogge che ricoprono le vite di fango, in una terra sempre più destinata a diventare una landa desolata, svuotata dalle scorribande di predoni incravattati.

Dovremmo esigere la certificazione delle associazioni benefiche, una sorta di bollino blu per chi si prodiga e fatica per il prossimo, mentre già siamo obbligati a distinguere tra preti buoni e preti cattivi, tra chiesa cristiana e chiesa massonica, tra mafia semplice e mafia di stato, senza avere mai davvero la certezza di saperlo, alla fine, chi siano i buoni e chi siano i cattivi, ma non voglio pensare che “rubano tutti, rubano tutto”, spero che ancora ci sia qualcosa di onesto in questa Italia che ancora trema.

Pietro La Rosa, Diano d'Alba

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