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Politica | 13 novembre 2012, 12:47

Fabrizio Biolé: espulsione con modi e tempi "sospetti", ma in Regione rimango al mio posto

L'annuncio della cacciata di Grillo del consigliere regionale Fabrizio Biolè dal “suo” MoVimento 5 Stelle ha suscitato diverse prese di posizione dal mondo della politica e non solo. Biolé prende la parola in prima persona.

Fabrizio Biolé: espulsione con modi e tempi "sospetti", ma in Regione rimango al mio posto

A beneficio di tutti, questo è ciò che accadde ed è accaduto.

Nella seconda metà del 2009, i meetup di Beppe Grillo piemontesi si riunirono in un’Associazione che potesse portare avanti tutte le azioni tecnico-burocratiche per la presentazione della lista elettorale alle elezioni regionali che si sarebbero tenute di lì a pochi mesi. Nonostante oggi possa apparire strano, visti i dati in termini di consenso e di sondaggi, alcune province in quel momento faticarono non poco per riuscire a trovare candidati o attivisti che portassero avanti la raccolta firme; Cuneo fu una di queste, per cui, uno dei quattro candidati, il sottoscritto, venne inserito nonostante avesse già alle spalle due mandati elettorali comunali in un Comune di 500 abitanti, condizione che non avrebbe potuto permettere il mio inserimento. Per il caso specifico, e per evitare che non si riuscisse a presentare il listino della seconda provincia più importante del Piemonte, venne verbalmente chiesta una deroga allo staff di Beppe Grillo, nella persona di Gianroberto Casaleggio, come poi riportato pubblicamente anche dall’attuale capogruppo Davide Bono, e venne segnalata la fattispecie all’interno del modulo di candidatura depositato a suo tempo.

Il resto è cronaca: al di là di ogni più rosea aspettativa, il MoVimento 5 Stelle riuscì ad eleggere due consiglieri, tra cui il sottoscritto con più di 700 voti di preferenza.

Venerdì 9 novembre, recatomi presso l’ufficio postale per il ritiro di una raccomandata, ho potuto leggere la missiva ormai pubblica, inviatami dal legale di Beppe Grillo che comunica “…la decisione del sig. Grillo di revocare l’autorizzazione all’utilizzo da parte…” mia “...del nome e del marchio del MoVimento 5 Stelle di cui egli è esclusivo titolare…” .

Una considerazione a proposito: mi pare quantomeno incomprensibile il motivo per cui mi sia stata data la possibilità all’uso politico e comunicativo del simbolo del MoVimento 5 Stelle per ben 32 mesi dalla data della mia elezione (risottolineo che il mio curriculum completo, con tanto di mandati pregressi, era stato messo in rete molto prima delle elezioni), per poi decidere di revocarlo, prima tramite una telefonata che mi chiedeva di fare un passo indietro silenzioso (alla stregua della peggior ammissione di una colpa, che non mi sento proprio di avere), nella quale rispiegai la totale trasparenza da parte nostra fin dagli esordi - e subito dopo inviai allo staff di Beppe Grillo copia dell’accettazione di candidatura – e poi con una fredda, seppur ineccepibile, lettera di uno studio legale.

Per quanto riguarda dunque eventuali speculazioni  sulla tempistica di invio, gli eventuali dubbi possono essere fugati solo da chi la missiva l’ha inviata, per cui ritengo di non esprimermi.

Posto che la mia azione politica, sicuramente incompleta e fallace, si è finora ispirata a principi legati al movimento sotto la cui effige sono stato eletto, ma non ne è diretta ed esclusiva conseguenza, ritengo di poter continuare il mio incarico istituzionale all’interno del Consiglio Regionale del Piemonte se e finché mi sarà possibile farlo in piena libertà e serenità, rispettando un linea coerente con il passato per quanto possibile.

Anche interpretando le pur parziali considerazioni ricevute in queste ore da molti cittadini piemontesi ritengo di non dovermi dimettere, ma credo sia anche opportuno rimarcare che, dal momento in cui sono fattivamente espulso dal MoVimento 5 Stelle, sento il dovere di rispedire gentilmente al mittente proposte di una mia immediata surroga con surrettizio reintegro a supporto dello stesso MoVimento che mi ha testé espulso.

Mi prenderò però comunque qualche giorno di riflessione, sentendo l’esigenza di ragionare sul mio futuro.

Un'ultimissima considerazione: una puntuale deroga utilizzata in un momento di grossa difficoltà, in cui la fatica di poter presentare la lista regionale era oggettiva e tangibile come riferibile da chiunque abbia condiviso con me l’esperienza delle regionali 2009, sconfessata proprio nel momento in cui invece vengono stabilite per le candidature a ruoli molto più importanti, regole talmente stringenti da contenere al loro interno originariamente già deroghe “ad regionem”, e necessitare di ulteriori eccezioni successive legate ad alcuni territori – chissà che il futuro non ci riservi qualche altra ulteriore sorpresa… - a me, davvero, fa un po’ specie!

Cionondimeno: faccio comunque un grosso e sincero in bocca al lupo a tutti quelli che hanno deciso di tentare l’avventura delle cosiddette primarie online…

 

f.b.

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