La presenza di migranti che si spostano fra il Nord ed il Sud del Paese in cerca di lavoro in agricoltura è un fenomeno recente, che da alcuni anni interessa anche Saluzzo. Le prime avvisaglie risalgono al 2009. Già nel 2011 il numero dei presenti fu superiore alle possibilità di accoglienza e nel 2012 la situazione assunse i contorni dell'emergenza e gli sforzi fatti dall'amministrazione comunale di Saluzzo, dai comuni limitrofi, dalle associazioni dei produttori agricoli e di volontariato, organizzati con il coordinamento della Prefettura, non sono furono sufficienti ed attorno alla struttura allestite nel Comune di Saluzzo si formò un accampamento autogestito con oltre 200 persone, con problemi di natura igienico-sanitaria che esplosero in tutta la loro rilevanza nei primi giorni di settembre per un improvviso abbassamento delle temperature.
Di fronte ad una simile evoluzione del fenomeno, la preoccupazione della Amministrazione Saluzzese era notevole, e già dalla fine del 2012 sono stati riattivati i tavoli di lavoro e concertazione per concordare le misure e le azioni da gestire in maniera coordinata. Il risultato di questo lavoro è stato riassunto in una nota indirizzata a tutti gli interlocutori del tavolo coordinato dalla Prefettura, nella quale si segnalavano le azioni che il comune di Saluzzo era in grado di mettere in campo, dall’organizzazione degli spazi di accoglienze all’intermediazione istituzionale fra domanda ed offerta di lavoro, fino alla predisposizione di azioni mirate ad evitare il formarsi di accampamenti autogestiti.
L'ordinanza di sgombero è stata motivata dall'intento di prevenire il verificarsi della concentrazione di un numero eccessivo di persone accampate, vista anche la situazione meteorologica sfavorevole di questo periodo ed il rischio di emergenze sanitarie. Alla luce dell'esperienza fatta, un mancato intervento finalizzato a contrastare l'accampamento transitorio dei primi arrivi avrebbe favorito la concentrazione di un numero rilevante di persone, rendendo difficoltoso qualsiasi intervento successivo. La determinazione ad attivarsi in questo senso è stata motivata anche dalla necessità di trovare delle misure per contrastare l'accampamento abusivo per non vanificare gli sforzi fatti. In seguito all’ordinanza resa necessaria dal numero crescente di immigrati (oltre 150) che in breve si sono accampati nell’area presso il Foro Boario, l’11 giugno scorso si sono smantellate le strutture improvvisate costruite come riparo, senza reazioni violente da parte dei migranti, che però hanno manifestato chiaramente la loro volontà di non lasciare il territorio.
Di fronte a questa situazione, alcune associazioni hanno richiesto al Comune un’area per l’allestimento di un campo transitorio fino al 20 luglio, quando il sistema di ospitalità sarà a regime. La richiesta è stata inoltrata anche a Prefettura, Provincia e Croce Rossa per il coinvolgimento in un’operazione di cui il comune di Saluzzo non può da solo farsi carico.
Il progetto per l’accoglienza dei lavoratori stagionali vede coinvolti a vari livelli i comuni di Costigliole Saluzzo, Lagnasco, Saluzzo, Scarnafigi, Revello e Verzuolo, la Caritas Diocesana, l’associazione Papa Giovanni XXIII, Emmaus Cuneo, la Coldiretti e la Confagricoltura Cuneo. Sulla scorta dell'esperienza degli anni passati si è elaborato un piano di accoglienza che può ospitare da giugno una sessantina di persone, più altre 120 da luglio nei containers predisposti dalla Coldiretti, oltre ad una trentina in altre piccole realtà del territorio. Il percorso di accoglienza prevede anche la registrazione dei lavoratori stagionali presso il Centro per l’impiego al fine di monitorarne il flusso e intermediare la domanda e l’offerta per prevenire possibili forme di sfruttamento o di caporalato. Alcuni lavoratori inoltre hanno già trovato o troveranno una sistemazione alloggiativa presso i datori di lavoro.
I comuni interessati, le associazioni di categoria e di volontariato hanno messo in campo tutte le risorse per migliorare l'accoglienza dei lavoratori stagionali e ne è scaturito un progetto, che forse non ha eguali nel nostro Paese. Nel saluzzese le comunità locali si sono fatte carico dell’ospitalità: certo il percorso è perfettibile, ma altrettanto certamente un buon esempio di come queste non abdichino ai principi di solidarietà.
La chiusura dei Centri di accoglienza allestiti per l’Emergenza Nord Africa ha portato già in maggio in città un gran numero di immigrati, che si sono trovati privi di un tetto; essi devono avere una risposta su un piano umanitario che trascende le possibilità del comune di Saluzzo e gli obiettivi del progetto programmato per i lavoratori stagionali.
Spiace, pertanto, che trovino eco sempre e soltanto le voci critiche e conflittuali mentre viene quasi del tutto sottaciuto l’impegno di una comunità, che da quattro anni in maniera crescente, si organizza per garantire un’accoglienza dignitosa a quanti raggiungono il saluzzese nella speranza anche di pochi giorni di lavoro e che non possono essere illusi sulle prospettive reali che l’agricoltura del nostro territorio può offrire loro.
La Segreteria Provinciale PD Cuneo




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