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Politica | 15 febbraio 2014, 14:11

Ipocrita giocare la carta dell’immigrazione per uscire dalla tana, soprattutto in quella città dove ogni anno vengono accolti centinai di immigrati

Lettera di Abderrahmane Amajou, responsabile immigrazione della segreteria provinciale dei Giovani Democratici

Foto di Stefania Rocca

Foto di Stefania Rocca

Le frasi sui muri nelle campagne della nostra provincia, “La Padania Libera”, “Prima il Nord”, “Viva il Senatur” scritte con bombolette verdi che fino a 5 anni fa spopolavano i muri delle case degli agricoltori, oggi sono sempre più sbiadite, riverniciate, in alcuni casi cancellate dagli stessi autori, segno che ormai nemmeno gli stessi leghisti credono nel progetto della secessione.

E i loro militanti che seguivano a squarcia gola il coro dell’allora segretario Umberto Bossi “Ce l’abbiamo duro” si sono via via zittiti, rassegnati, umiliati dopo lo scandalo Belsito, gli investimenti in Africa con soldi dello Stato, la laurea del Trota… in Albania!! solo per citarne alcune, ed infine le mutande verdi pagate con soldi dei piemontesi per l’ormai (finalmente) ex presidente Cota. La delusione degli elettori ha fatto in modo che il loro gradimento si dimezzasse, dirigendo i voti verso altre forze politiche come il Movimento 5 Stelle.

Si avvicinano ancora una volta le elezioni, saremo chiamati alle urne per le europee, regionali e soprattutto le comunali, e Saluzzo è una di quelle città dove l’amministrazione comunale ha fatto un ottimo lavoro, facendo il possibile per migliorare la vita dei suoi cittadini con una forte attenzione per la coesione sociale non sempre facile in tempi di crisi. Fa strano che il referendum svizzero contro la libertà di movimento delle persone ed un blocco forte dell’immigrazione, soprattutto dei nostri frontalieri, abbia dato maggiore carica ed energia al partito del “sole delle Alpi”.

Va bene, ed è vero che giocare la carta dell’immigrazione è sempre quella più facile, va bene che per riprendere un po’ di voti dei delusi bisogna trovare un capro espiatorio (spesso quello più debole), però bisogna ricordarsi e soprattutto ricordare a quelli con la memoria corta, che la più grande sanatoria italiana mai fatta prima, fu quella del 2002 con la “Bossi-Fini” con oltre 600mila sanati, anno dove serviva manodopera per l’industria e l’economia italiana.

Trovo ipocrita giocare la carta dell’immigrazione per uscire dalla tana, soprattutto in quella città dove ogni anno vengono accolti centinai di immigrati ( NON irregolari come dice il manifesto per la fiaccolata davanti al tribunale) per lavorare nei campi. Raccolgono la frutta a 4-5 euro l’ora, in alcuni casi lavorando 10 ore ma vengono dichiarate solo 6 o 7.

E’ impressionante perché qualche agricoltore, e sappiamo tutti cosa votavano visto che su qualche muro ha impresso orgogliosamente la sua vicinanza alla Lega, lo troverai sicuramente in questa manifestazione anti immigrati, ma se andassimo nella sua azienda troveremmo nella stalla indiani e africani che portano avanti la sua attività. Ogni anno vengono i braccianti agricoli da ogni parte d’Italia per passare la stagione nel Saluzzese per cercare fortuna poi in altre città come Foggia e Rosarno.

Sono tutte persone con il permesso di soggiorno regolare, chi per motivi umanitari, chi per lavoro subordinato o stagionale e non è vero che la città viene affollata da persone senza documenti, definite da qualcuno “clandestine”. Mi auguro davvero che almeno questi imprenditori delle campagne Saluzzesi non partecipino a questa fiaccolata, ormai la Lega non li ha rappresentati e non li rappresenta più.

Abderrahmane Amajou - Responsabile immigrazione segreteria provinciale dei Giovani Democratici

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