La fotografia che l'Ires Piemonte, il Centro di ricerche economiche e sociali della Regione, ha scattato per la provincia di Cuneo delinea uno scenario in cui a segnali incoraggianti in settori come il turismo - dove si parla di buon andamento del Cuneese e del comprensorio di Langhe e Roero - e come l'agricoltura - in forza delle sue interconnessioni con l'industria - si affiancano notizie meno liete sul fronte occupazionale e lavorativo.
A destare l'attenzione analitica dell'Istituto regionale, che nei giorni scorsi ha presentato il rapporto annuale sul Piemonte economico e sociale alla presenza delle principali rappresentanze istituzionali e sociali subalpine, sono prima di tutto gli andamenti appurati per il livello di disoccupazione - il cui tasso è pressoché raddoppiato - e per la cassa integrazione, maggiore e più emblematico termometro della crisi produttiva patita da aziende ancora troppo ancorate a dinamiche interne malgrado i progressi realizzati in riferimento all'export.
Il tasso di occupazione, per converso, permane sopra la media generale, anche se resta stazionario e non denota qualche particolare slancio. Questo significa, in altri termini, che turismo e agroalimentare, per poter aiutare il rilancio occupazionale, devono essere parte integrante di una strategia coordinata che metta in campo una vera "politica industriale" per questi due settori profondamente interconnessi, e il cui contributo sul prodotto interno lordo provinciale può è deve ancora crescere.
Non si parte da zero: le prassi avviate dalle due ATL devono trovare un più convinto sostegno istituzionale - che dovrà arrivare anche dalla nuova configurazione istituzionale della Provincia - mentre va portato avanti il pieno recupero in loco di un tessuto industriale votato alla trasformazione agricola e zootecnica.Importante, comunque, che il principale Ente di ricerca economica pubblica certifichi come praticamente strutturali i risultati ottenuti dalla Granda in ciascuno di questi due comparti.













