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Eventi | 25 maggio 2015, 17:41

Mondovì accoglie ricordi e testimonianze delle “Penne Nere” nella loro nuova casa (Guarda gallery e video)

Domenica 24 maggio ha avuto luogo la cerimonia d’inaugurazione della nuova sede del museo dedicato al I Reggimento Alpini presso la stazione di valle della Funicolare. Il sindaco, Stefano Viglione: “Gli alpini sono custodi di pace e valori conquistati con patriottismo e sacrificio”

Mondovì accoglie ricordi e testimonianze delle “Penne Nere” nella loro nuova casa (Guarda gallery e video)

Mostrine e documenti campeggiano all’interno di ampie teche di vetro, circondati da uniformi e armi disinnescate che rievocano valanghe di ricordi in chi ha vissuto la guerra nel suo significato più crudo e vigliacco, con la morte nel cuore e la paura di non poter assistere ad un’altra alba. 

La nuova sede del museo “I Reggimento Alpini”, inaugurata domenica 24 maggio a Mondovì presso la stazione di valle della funicolare, restituisce ai visitatori le emozioni percepite da quanti abbiano provato sulla propria pelle le atrocità del conflitto bellico: con naturale trasporto ci si immedesima nel pianto disperato di una madre che stringe fra le mani un’algida missiva che annuncia la morte del figlio, nella tensione di un combattente pronto a far fuoco per mezzo del proprio obice, nel desiderio di una libertà agognata dai soldati.


Una libertà ottenuta a caro prezzo, ma neanche lontanamente paragonabile a una vittoria di Pirro. Il sacrificio dei nostri avi non è avvenuto invano, anzi: ha ridato al Paese la forza di progettare il domani, di credere in un futuro migliore.

“Gli alpini hanno grandi meriti, ma anche enormi responsabilità - ha asserito il primo cittadino monregalese Stefano Viglione -, in quanto sono custodi di pace e di valori che oggi dobbiamo fare nostri. Con il loro innato senso civico hanno colmato una parentesi storica di assoluta importanza: è pertanto doveroso mettere a loro disposizione un autentico scrigno in cui conservare un patrimonio di tradizione e di cultura senza eguali. Sono felice di poter commentare una sinergia ampiamente positiva fra l’amministrazione comunale e la sezione ANA monregalese: ringrazio gli alpini per ciò che rappresentano e per aver realizzato un museo davvero di altissimo profilo”.

Un’opera portata a compimento grazie al sostegno della fondazione CRC e svelata al pubblico proprio nel giorno del centenario dell’ingresso in guerra dell’Italia nel primo conflitto intercontinentale (24 maggio 1915): “La data odierna è densa di significati - ha dichiarato il presidente della sezione ANA di Mondovì, Gianpiero Gazzano -: ricordiamo degli eroi leggendari, che hanno preso parte a un evento di proporzioni smisurate, capace di ridisegnare i confini geografici delle nazioni coinvolte nello scontro. Il museo “I Reggimento Alpini”, creato nel 1982, fu originariamente collocato presso la base della torre campanaria della chiesa della Missione, per poi essere trasferito nel giugno del 2000 nei locali dell’ex caserma “Giuseppe Galliano”. Sin dal 2013 si pensava a una nuova sede, che quest’oggi è realtà: la funicolare riveste un ruolo storico fondamentale, in quanto in passato era utilizzata dai soldati proprio per raggiungere la caserma monregalese”.

A margine della presentazione del museo, è intervenuto il pittore genovese Daniele Zenari, che ha esposto le sue tele raffiguranti alcuni attimi della Prima Guerra Mondiale e visionabili sino a domenica 7 giugno: “Ho voluto fissare nei miei dipinti il concetto del “balzo” fuori dalla trincea: una situazione che si ripete spesso nella vita umana, per effetto della quale l’individuo si trova inaspettatamente obbligato a uscire nella cosiddetta “terra di nessuno”. Per farlo, ho posto l’accento su una realtà metafisica dell’anima, che vede l’uomo protagonista solitario di fronte ai drammi dell’esistenza”.

Una solitudine con cui hanno dovuto convivere migliaia di alpini, accucciati nei propri stalli nelle rigide notti venete trascorse lungo il Piave oppure nelle gelide lande sovietiche. Istanti interminabili e impossibili da ricacciare fra le nebbie dell’oblio: lo si legge sul volto apparentemente imperturbabile di Giorgio Rulfi, 93enne reduce di Russia residente a Frabosa Soprana, che ha ricevuto un riconoscimento dalla sezione ANA di Mondovì. Davanti ai suoi occhi, velati da un silenzioso pianto, si stagliano ancora le istantanee degli anni vissuti nell’Europa dell’Est, senza alcuna certezza di sopravvivenza: “Ho visto cadere tanti, troppi compagni sotto i colpi delle mitraglie russe: anime innocenti, perite per la patria”.

Un pensiero sufficiente a spiegare la presenza nel capoluogo monregalese di un nutrito gruppo di persone, che domenica mattina ha tributato i giusti onori ai caduti di tutte le guerre, per poi omaggiare le “Penne Nere”: uomini artefici del destino delle generazioni future e degni di essere avvolti fra le braccia della gloria imperitura.

Alessandro Nidi

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