Ne abbiamo parlato più volte nel corso del 2015: la questione è l'assenza del segnale televisivo in molte aree collinari e montane della nostra provincia. E, in generale, in tante aree "periferiche" d'Italia. Il fenomeno aveva assunto dimensioni importanti tra ottobre e novembre, al punto che lo stesso parlamentare Mino Taricco aveva presentato un'interrogazione al Governo sul problema, in particolare per quanto riguarda il segnale Rai.
E' l'Uncem, adesso, a provare a fare la voce grossa, soprattutto in vista dell'inserimento del canone nella bolletta dell'Enel. Che senso ha pagare per un servizio del quale non si può usufruire?
L'Unione dei Comuni e degli Enti montani, con una nota del Presidente nazionale Enrico Borghi, ha chiesto a tutti i Comuni, alle Comunità montane e alle Unioni montane di Comuni, di approvare al più presto l'ordine del giorno in Consiglio o in Giunta e di trasmetterlo poi ai Parlamentari delle proprie Regioni.
3500 comuni sono infatti chiamati ad approvare l'odg per ottenere un tavolo di monitoraggio nazionale, con la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, l'Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna e l'AgCom, così da individuare le aree alpine e appenniniche dove la tv si vede male.
In Granda le aree interessate dal disservizio sono davvero tante, dalle valli al Cebano a molte zone delle Langhe e del Roero.
Borghi, presidente nazionale dell'Uncem, ha evidenziato come il canone Rai vada pagato ma, evidenzia, "vogliamo anche che i servizi siano assicurati a tutti, indipendentemente dal paese e dall'area dove hanno scelto di vivere". Insomma, se da luglio non si potrà più scappare dal pagamento del canone, che almeno sia garantita la possibilità di guardare la televisione.











