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Cuneo e valli | 08 aprile 2016, 21:16

Il ministro dell’Interno Alfano ha deciso: si voterà il 5 giugno

Alla data manca l’ok del premier Matteo Renzi, ma sembrano non esserci dubbi

Il ministro dell’Interno Alfano ha deciso: si voterà il 5 giugno

Si voterà il 5 giugno. Lo ha confermato  nel corso di una conferenza stampa nel tardo pomeriggio di venerdì 8 aprile il ministro dell’Interno Angelino Alfano: "Proporrò la data al presidente del Consiglio. Il 2 giugno è giovedì. Non credo che milioni di italiani non andranno a votare per fare una vacanza con cinque pernottamenti. Proclamerebbero l'uscita dell'Italia dalla crisi".

Si può dunque dire abbia tutti i crismi dell’ufficialità la data per le prossime elezioni Amministrative, che coinvolgerà, tra le principali città, Milano Roma, Napoli, Torino, Trieste e Cagliari, ma che riguarderà 1370 poltrone di sindaco in ballo in tutta Italia.

In Granda si voterà a Barbaresco (677 abitanti, sindaco uscente Alberto Bianco), Caramagna Piemonte (3.032,al voto a causa della scomparsa del sindaco Mario Riu), Casalgrasso (1448, Egidio Vanzetti), Casteldelfino (179, Domenico Amorisco), Cavallermaggiore (5.472, Antonio Parodi), Crissolo (172, Aldo Perotti), Demonte (2.059, Mario Bertoldi), Dronero (7.205, Livio Acchiardi), Entracque (807, Gian Pietro Pepino), Frassino (290, Bernardino Matteo), Grinzane Cavour (1.938, Franco Sampò), Lequio Tanaro (819, Costanzo Negro), Martiniana Po (781, Bruno Allasia), Melle (326, Giovanni Fina), Monesiglio (712, al voto a causa della scomparsa del sindaco Paolo Torcello), Narzole (3.532, Fiorenzo Prever), Oncino (82, Piero Abburà), Pezzolo Valle Uzzone (354, Piero Sugliano), Pontechianale (182, Alfredo Campi), Prazzo (175, Osvaldo Einaudi), Prunetto (471, Luigi Costa), Roccaforte Mondovì (2.148, Riccardo Somà), Roddi (1.546, Roberto Giacosa), Sampeyre (1069, Roberto Sasia), Santo Stefano Belbo (4.055, Luigi Genesio Icardi), Valdieri (924, Emanuel Parracone) e Vinadio (684, Angelo Giverso).

Pareri contrari ad andare alle urne la prima domenica di giugno, sono giunti da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia (“La data del 5 giugno è infame perché cade nel mezzo di un ponte, se il governo sceglie questa data è perché non vuole mandare la gente a votare, perché Renzi ha paura di andare a votare e di perdere e punta all'astensionismo") e da Renato Brunetta, uomo forte di Forza Italia ("Il governo Renzi e la sua maggioranza hanno fatto la scelta del 'non voto'. E' insopportabile che si voti il 5 e il 19 giugno, che si voti a scuole chiuse, che si voti con tanto ritardo”), ma anche dalla principale forza di Governo, il Partito Democratico ("L'ipotesi del 5 giugno favorirebbe l'astensionismo. Il nostro compito è invece quello di promuovere la partecipazione democratica. La data non va bene perché è troppo avanzata e rientra nel ponte del 2 giugno, mentre si dovrebbe votare a scuole aperte”).

Il 12 giugno – l’altra data di cui si è parlato a lungo come alternativa al 5 - sarebbe stato bocciato per la coincidenza con la celebrazione ebraica dello “Shavuot” (la “Festa delle settimane”), che cade il sesto giorno del mese ebraico di Sivan, ovvero tra il 14 maggio e il 15 giugno.

Di qui l’esclusione.

R.G.

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