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Attualità | 27 luglio 2016, 07:00

Paura, emotività e terrorismo: osservazioni psicologiche

Obiettivo del terrorismo ė suscitare nelle persone emozioni negative come la paura, l’angoscia, l’inibizione delle attività e la riduzione dei comportamenti sociali. E’ un modo quindi per condizionare, controllare e limitare il comportamento delle persone attraverso la suggestione emotiva della paura

Paura, emotività e terrorismo: osservazioni psicologiche

In questo periodo così tanto sconvolto da attacchi terroristici e follie umane, mi viene da pensare a come il fenomeno del terrorismo sia molto poco studiato nei suoi tratti psicologici. In queste poche righe ho deciso di ragionare sul significato del terrore e come potremmo affrontare le paure in questo periodo storico così complicato.

Obiettivo del terrorismo ė suscitare nelle persone emozioni negative come la paura, l’angoscia, l’inibizione delle attività e la riduzione dei comportamenti sociali. E’ un modo quindi per condizionare, controllare e limitare il comportamento delle persone attraverso la suggestione emotiva della paura. Infatti, dall' alba dei tempi, la violenza e la paura sono state usate come tecniche di oppressione sulla popolazione.Gli atti di terrorismo coinvolgono emotivamente tutta la popolazione, non solo gli uomini di governo, i politici e le forze armate. Il terrorista ottiene, con l’uccisione delle vittime, il condizionamento inibitorio. Il coinvolgimento emotivo riguarda la stimolazione di ogni forma di paura che risieda nella personalità della vittima. Si amplificano cosi, non solo la paura della morte, ma anche quelle più intime e soggettive angosce delle malattie, degli incidenti, delle brutte notizie. Si crea così una forte intolleranza allo stress e alle frustrazioni, aumenta la diffidenza e l’ostilità verso tutto ciò che è straniero, sconosciuto, estraneo al proprio quotidiano.

Per coinvolgere il maggior numero di persone possibili il terrorismo ha bisogno e utilizza i mezzi di comunicazione di massa che diventano inconsapevolmente mezzi di diffussione. Il terrorismo sotto i riflettori e le telecamere delle televisioni, con la risonanza di internet, si diffonde e prende il controllo emotivo delle persone. Non esiste più solo l'informazione, ma si crea un dramma emotivo collettivo, uno scuotimento interiore pubblico e per ognuno è un cedimento delle proprie certezze e dell’equilibrio su cui si regge il vivere civile. Il vedere e riveder le immagini sulla rete e alla TV crea ancora più disequilibrio.

Le immagini di morte e di terrore, sia in video che sulla stampa, non inducono al ragionamento, ma colpiscono direttamente l’emotività dello spettatore. Di fronte all’immagine della morte, nell’attimo in cui viene consumato il dramma dell’attentato o immediatamente dopo, lo spettatore subisce un condizionamento psicologico che inibisce le proprie capacità di ragionamento: ciò che riceve è solo una suggestione emotiva.

Oltretutto, si può affermare che ogni scena di morte può essere vissuta come un'evocazione della propria morte e quindi produce angoscia, paura e smarrimento. Quando viene colpito il nostro simile, vicino di casa, ci sentiamo più vulnerabili e più minacciati anche noi per il semplice pensiero che poteva capitare anche a noi.

Come si può reagire alla paura?
Il terrorismo ha per bersaglio la nostra emotività suscitando in noi lo smarrimento, la paura, il panico, emozioni che ci fanno sentire deboli, fragili e vulnerabili.

Il terrorista vuole farci perdere il controllo della nostra realtà e della nostra quotidianità ed è proprio ricorrendo alla routine della quotidianità, alle nostre abitudini e ai nostri progetti che recuperiamo la nostra sicurezza ed un certo equilibrio.

È necessario stimolare l’attivazione delle energie interne per riadattarsi alla nuova realtà ed è essenziale non lasciarsi intimorire, coltivando le “armi” di cui disponiamo per fronteggiare la cultura del terrore qualila solidarietà, la coesione, l’apertura ad aiutare e a farci aiutare, l’educazione, lo studio e la cultura.

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e curiosità, potete seguire la mia pagina Facebook mettendo " mi piace" alla pagina D.ssa Ernestina Fiore Psicologa o visitando il sito www.ernestinafiorepsicologocuneo.it, dove potete trovare anche i precedenti articoli della rubrica.

Ernestina Fiore

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