Sono bastati 17 minuti al Consiglio comunale di Brossasco di ieri sera (mercoledì) per approvare i due punti inseriti all’ordine del giorno. Di questi venti minuti scarsi, paradossalmente, la maggior parte sono stati utilizzati dal capogruppo di opposizione Paolo Amorisco per il suo intervento.
Passano le settimane ma qui, in questo comune di 1095 abitanti in Val Varaita, la gente continua ad avere ben chiara la vicenda della Giocolegno e dei controlli commissionati dal sindaco Marcello Nova alla cooperativa dopo le lamentele di uno dei quattro soci (Valter Tonda) sulle modalità di assegnazione dei lavori pubblici.
Una vicenda che è nuovamente emerse prima, durante e dopo i lavori consigliari (il secondo punto all’ordine del giorno prevedeva infatti la surroga di Domenico Giusiano, dimessosi “perché in disaccordo con i controlli commissionati dal sindaco alla Giocolegno, di cui siamo stati tenuti a lungo all’oscuro”).
Prima del Consiglio, con la consegna da parte di Valter Tonda di una lettera, firmata anche dagli altri soci della Giocolegno, a tutti i consiglieri comunali e che riporteremo integralmente in altra parte del giornale.
Durante l’assise, con un nuovo e pesante attacco di Paolo Amorisco.
Alla seduta consigliare era presente anche Anna Maria Rosso, una delle due “new entry” in sostituzione delle prime dimissionarie Laura Volpi e Cinzia Martina. Assente giustificata la sua collega Roberta Giordano (anch’essa al primo Consiglio comunale), nonostante in paese si vociferi che sarebbe anche lei prossima alle dimissioni.
Alla Rosso sono andati gli auguri di buon lavoro da parte dell’opposizione, che per bocca di Amorisco si è chiesta “se la consigliera si sia informata sul gruppo che sosterrà e se sia ben consapevole di a cosa sta andando incontro. Un’Amministrazione allo sfascio come questa merita attente valutazioni”.
Il capogruppo di minoranza ha poi chiesto a Domenico Rinaudo, eletto tra le fila della minoranza salvo poi sostenere in itinere le decisioni del gruppo di Nova a “sedersi insieme ai consiglieri di maggioranza, sin da subito”. Un appello caduto nel vuoto, che ha riscosso soltanto il sarcasmo del primo cittadino che ha ribattuto “vuoi che Rinaudo e Meo Beoletto (ex vicesindaco che nel frattempo si è staccato dalla maggioranza creando una sorta di “gruppo autonomo”: ndr) si scambino i posti, così mescoliamo un po’ le carte in tavola?”.
Una battuta che non è piaciuta all’ex primo cittadino, che ha prontamente ribattuto: “io mi siedo dove voglio, sono stato eletto democraticamente dal popolo senza vincoli, e quindi sto bene qui dove sono, da solo”.
Prima della surroga di Giusiano, terzo dimissionario in seguito al “fattaccio” della Giocolegno, e con non poca fatica, è arrivato l’intervento di Amorisco. Il capogruppo di opposizione aveva già chiesto la parola in apertura del Consiglio: richiesta rigettata dal sindaco Nova, supportato (non eclatantemente come la scorsa volta) dalla segretaria comunale, che ha ricordato come “la seduta consigliare è governata dal sindaco”.
Ma Amorisco, approvati i verbali dell’assise precedente, ha richiesto la parola al primo cittadino. “Ti lascio parlare solo se l’argomento riguarda i punti all’ordine del giorno, qui non siamo ad uno show giornalistico” ha detto Nova al capogruppo d’opposizione, che ha voluto “riportare all’attenzione alcuni punti”.
In primis “le farneticazioni dei consiglieri sull’arrivo eventuale del commissario straordinario, totalmente inesatte e frutto della loro fantasia o di quella del sindaco. Il commissario – ha detto Amorisco - che ricordo essere un alto funzionario della prefettura, sostituisce in tutto e per tutto il sindaco, il consiglio comunale e la Giunta, pertanto non verrebbe pregiudicata nessuna attività del Comune, compresa quella di erogare eventuali contributi.
Inoltre il costo del commissario non sarebbe superiore al costo del sindaco, ma con il risparmio dell’indennità degli assessori, del vice sindaco e dei gettoni di presenza dei consiglieri. Il commissariamento durerebbe solo fino alla prima data elettorale utile per le elezioni, pertanto non oltre maggio o giugno 2017”
Poi l’attenzione di Amorisco si è spostata sulle condizioni amministrative attuali del Comune: “le dichiarazioni rese in Consiglio dalla maggioranza sono ancora più deliranti – ha detto - I consiglieri hanno dichiarato pubblicamente di voler controllare tutti gli atti del sindaco, mettendolo di fatto sotto tutela.
Questa pratica non è prevista da nessuna legge, e soprattutto non è attuabile, in quanto alcune decisioni spettano solo ed esclusivamente al sindaco, che, come voi ben sapete, non è disponibile a condividere il suo operato con gli altri consiglieri.
Da quando si è instaurato questo regime, con la messa in naftalina del Sindaco, e, rianimato solo per motivi di facciata, la situazione di Brossasco non è per niente migliorata. La difficoltà dell’accesso agli atti è rimasta la stessa.
Della denuncia del sindaco nei confronti della Giocolegno si è persa ogni traccia, nonostante dal 16 aprile di quest’anno (3 giorni prima della famosa denuncia ai Vigili del fuoco) a seguire la parte informatica del Comune non è più un’azienda esterna, ma un collega di lavoro del sindaco.
La maggioranza non sembra interessarsi della grave mancanza di trasparenza che da tempo colpisce il comune di Brossasco. Il voler andare avanti per il bene del paese, come sostengono, è solo un pretesto per rimanere incollati alla poltrona. Chi non condivide l’operato del Sindaco si è dimesso dando prova di maturità, e di sincero interesse per il paese.
Chi non l’ha fatto, oltre a fare i conti con la propria coscienza, condivide in tutto e per tutto l’operato del sindaco e mi risulta difficile a questo punto credere che nessuno di loro sapesse niente della denuncia. Con una compagine di questo tipo è legittimo chiedersi ora a chi toccherà subire le rappresaglie della maggioranza? Dopo Beoletto, il sottoscritto e la Giocolegno chi dovrà subire ingiustamente le vendette personali di questa gente?
È ormai di dominio pubblico che il vice sindaco ha una copia della denuncia: sarebbe interessante che spiegasse come la ha avuta, visto che amministratori, dipendenti e dirigenti del Comune non sono stati in grado di fornirla a chi ha il diritto di averla.
È evidente che qualcosa in questa vicenda non è chiaro e che il sistema che la maggioranza vuole instaurare è già fallimentare in partenza.
Di questi fatti abbiamo recentemente informato anche la Prefettura. Io e Patrick Ribodetti andremo a fondo su tutte le questioni, verificheremo la concessione di tutti i lavori pubblici. E, a quel punto, il sindaco avrà ben poco da lagnarsi, perché la responsabilità di questa situazione è solo sua, della sua incapacità e di quei consiglieri di maggioranza, che non vogliono staccarsi dalla poltrona anche a costo di continuare a danneggiare i cittadini”.
Un lungo intervento al quale in risposta al quale il primo cittadino non ha proferito parola, se non continuare, in un’apparente impassibilità, a condurre i lavori consigliari, chiusi subito dopo l’approvazione dell’immediata esecutività della surroga di Giusiano (al suo posto entrerà a far parte del Consiglio Veronica Romanisio).
“Non dici nemmeno una parola su questa situazione?” gli chiederà Amorisco.
“Le parole le lascio a te, io vado avanti con i fatti” la replica di Nova, che ha poi lasciato la sala con i “complimenti” di Patrick Ribodetto (opposizione): “dopo la tua lettera di scuse (sempre in merito alla vicenda della Giocolegno”: ndr), è questo il tuo atteggiamento?”.
Fuori da Palazzo comunale, tra i cittadini accorsi ad assistere al Consiglio (15-20 persone) il malcontento e l’insofferenza sono palpabili. C’è chi vuole promuovere con forza un’azione di protesta, chi non ci sta a credere che non si trovi più la lettera di richiesta dei controlli firmata dal sindaco e indirizzata ai Vigili del fuoco. “Occupiamo il Comune e non andiamocene finché non salta fuori” propone un cittadino.












