''Le quotidiane cronache di violenza contro le donne indicano una sempre maggiore tendenza, positiva, delle vittime a denunciare gli abusi subiti; dall’altra sollevano interrogativi e questioni da affrontare, e ancor più da risolvere. Il contraltare del tuttora diffuso fenomeno, è, per cominciare, la sempre scarsa efficacia deterrente delle norme contro gli autori dei soprusi, che non sembrano per nulla scoraggiati nel proprio agire violento. Occorre fare in modo che ogni coraggiosa denuncia abbia un seguito che non sia soltanto burocratico o “dovuto”."
Lo dichiara la capogruppo leghista in Consiglio Regionale del Piemonte Gianna Gancia.
"Per questo occorre, a nostro avviso, rafforzare e integrare gli strumenti previsti nella legge piemontese approvata un anno fa, dalla costituzione in parte civile dell’Ente Regione nei processi penali contro gli aguzzini, fino a un rafforzamento speciale e dedicato di tutti i sostegni e i servizi reali da mettere a disposizione della vittima, come donna e come madre, e dei figli specialmente se minori, dalla scuola alla casa al lavoro oltre che nella sanità.'.
''La sensazione, non soltanto mia, - chiosa Gancia - è che si sia in presenza di una legge eccellente e bellissima nei principi, ma paragonabile a un motore senza benzina. E se la macchina non parte in presenza di una donna da salvare, da condurre lontano da un pericolo incombente, è tutto il sistema a farne le spese. I punti deboli rimangono perciò la scarsa ricorrenza nella deliberazione delle costituzioni in stato civile dell'ente Regione, e la penuria di servizi reali per la madre e i figli, specie se minori. Un motore bellissimo, appunto, ma senza benzina."