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Curiosità | 01 febbraio 2017, 11:30

Per la Santa Candelora dall'inverno siamo fora?

Il 2 febbraio è uno di quei giorni " di marca" della tradizione piemontese

Per la Santa Candelora dall'inverno siamo fora?

Il 2 febbraio la chiesa cattolica celebrato "la Candelora", giorno in cui si benedicono le candele da portare nelle case, simbolo di Gesù e festa della presentazione al Tempio, ambientata esattamente quaranta giorni dopo il natale. In tutte le chiese di svolge la benedizione dei ceri, in molte parrocchie segue anche una breve processione, prima di portarle le candele nelle proprie case.

I ceri vengono poi conservati nelle abitazioni dei fedeli. In passato venivano accesi durante calamità meteorologiche, oppure nell'assistenza di una persona gravemente malata, o nel caso di epidemie, o nell'attesa del ritorno di una persona cara lontana da casa, o infine, come accade attualmente, in segno di devozione cristiana. A volte le candele benedette vengono custodite semplicemente in un cassetto, ma la simbologia rimanda comunque ad una richiesta di protezione.

Intorno a questa data, come anche per molte altre, la tradizione popolare ha tramandato una serie proverbi, in virtù del fatto che nella ruota dell’anno, il giorno della Candelora è la porta tra l’inverno in declino e l’imminente primavera. Il 2 febbraio è uno di quei giorni, in base alle credenze popolari, per trarre auspici per il futuro, per predire l'esito dei raccolti, ma per essere davvero fuori dall'inverno il tempo deve essere brutto.

"Per la santa Candelora se nevica o se plora dall’inverno siamo fora" il proverbio è declinato nei dialetti di quasi tutte le regioni italiane, ma in Piemonte, particolarmente legato al 2 febbraio è anche quello dell'orso che si sveglia dal suo letargo, se vede tempo bello significa che l'inverno non è ancora finito e torna a dormire per quaranta giorni: "Se l'ors la paja a fa sauté, drinta l'invern turnuma intré".

Numerose sono le varianti dialettali del proverbio, alcune anche molte diverse tra loro, ma tutte accumunate dal medesimo fine: descrivere un momento importante dell’inverno e per la futura raccolta dei prodotti agricoli, quando sono possibili sia forti ondate di gelo e neve, sia anticipi, anche duraturi, della bella stagione.

Il giorno successivo, il 3 febbraio, si celebra la memoria di san Biagio, nella quale è tradizione, in molti luoghi piemontesi, compiere una benedizione della gola con le candele benedette il giorno precedente.

Alessandra Longo

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