"Io sono di Torino, ma in gioventù ho sempre trascorso le mie estati dai nonni a Tetti Casotto, frazione del Comune di San Michele Mondovì, dove è nata mia madre. Il Monregalese ha dato i natali anche a mio padre (Mondovì), pertanto sono estremamente legato al territorio". Esordisce così Fabio Marchisio, attore e regista piemontese che domenica 21 maggio, presso il Salone Internazionale del Libro di Torino, riceverà il premio destinato al secondo classificato nella sezione "testi teatrali" del concorso "InediTO", ottenuto con "Entusiasmozero".
"Ho già messo in scena lo spettacolo, sottoforma di studio e di monologo, a Torino nel mese di marzo - racconta -. Illustro brevemente la trama: un viaggio in automobile, andata e ritorno. Santo, criminale di provincia, deve incontrare un potente politico per assicurarsi che la festa del patrono si svolga come da accordi. All'appuntamento lo accompagna Peppe, il suo giovane e misterioso autista soprannominato Entusiasmozero. Il viaggio si consuma tra i consigli di vita del loquace Santo e il silenzio di Peppe, che ascolta pensieroso. Un silenzio, il suo, che cela un profondo sentimento di rancore e di vendetta, covato da tempo. La criminalità che Santo rappresenta, così invadente e corrosiva, lo depreda giorno dopo giorno del suo unico sogno: la libertà sua e della sua terra. Ed è per realizzare questo sogno che Peppe, sulla strada del ritorno, compirà un atto catartico, per la sua "liberazione". Santo è il simbolo di quel male che si nutre degli altri per sopravvivere. Si nutre di Peppe e di tutti noi. Entusiasmozero è anche la storia di quella parte di società che divora i nostri sogni e, con essi, le nostre anime. Da sempre".
La cavalcata di Marchisio, inoltre, sembra destinata a proseguire in maniera trionfale: "Ora sto lavorando per portare lo spettacolo in giro nella prossima stagione teatrale - afferma -. Abbiamo al momento alcune date già sicure, ma non posso anticipare nulla. Ho anche scritto un cortometraggio che sto cercando di sviluppare, dal titolo provvisorio "Il trabocchetto", e sto elaborando un altro testo teatrale. In più, faccio provini come attore e insegno recitazione".
D'altro canto, scorrendo rapidamente il suo curriculum vitae si capisce come questi risultati non debbano stupire: Marchisio ha sempre avuto il mestiere nel sangue, sin da giovanissimo, quando si è diplomato alla scuola per attori del teatro "Stabile" di Torino. Ha lavorato in teatro con Mauro Avogadro, Heinrich Brockhaus, Claudio Longhi, Alberto Oliva, Carmelo Rifici e Carlo Roncaglia, al cinema con Giuliano Montaldo e in televisione con Liliana Cavani e Carlo Lizzani. Dal 2010, poi, ha cominciato a firmare le sue prime regie: da "Liolà" e "Non si sa come" di Luigi Pirandello a "Seguendo il sentiero dei nidi di ragno" di Francesco Scarrone e "L'ultima illusione", opera progressive rock di "Euthymia Project". Ha anche coprodotto il film "The Repairman", di Paolo Mitton.
Un'ascesa costante e senza soluzione di continuità per il 44enne con il Monregalese nel cuore, che da domenica potrà fregiarsi di un nuovo, prestigioso riconoscimento, che lo consacrerà a livello mondiale, considerata la matrice spiccatamente internazionale del Salone del Libro torinese.