Quali “miracoli”possano fare la buona volontà e la costanza degli Alpini in congedo, lo dimostra l'esistenza del rifugio "Tino Prato".
Costruito negli anni trenta del secolo scorso dal Comune di Roburent e ideato come appoggio delle guardie forestali per la vigilanza dei grandi possedimenti dell’ente locale, è stato gestito dal CAI monregalese e intitolato ad un eroico marinaio delle nostre terre, appassionato (pare impossibile), di montagna.
Sul finire del 1943 fu distrutto per disposizione dei nazisti, saliti fino in valle Casotto; era una base per i Partigiani inseriti nella Formazione “Autonomi”, allora comandata dal colonnello Ceschi “Rossi” e Guidati da Folco Quilici (dopo la Librazione diventato importante regista), in larga parte provenienti dal torinese e di ideologia Repubblicana. Quando i nazisti, per limitare le azioni di rappresaglia concordarono con i Ribelli la limitazione di caposaldi, purtroppo toccò alla sede più bella di esser distrutta. Non è da escludere comunque che motivazioni politico-istituzionali abbiano guidato la scelta dei comandanti della formazione.
Nel corso degli anni il Comune cercò, in un paio di occasioni, di ricostruire la struttura ma sempre i progetti cozzarono con l'amara realtà. Il Sindaco Giuseppe Galliano iniziò la pratica di “danni di guerra”, e si sentì rispondere dal Governo che non erano stati gli invasori a causare il danno per cui non erano previsti risarcimenti. Negli anni ’80 il Sindaco Alfonsino Rinverdi Canova si rivolse al senatore Adolfo Sarti, allora Ministro della Difesa e grande amico della comunità di Roburent, che dovette a lui sostegni copiosissimi per le opere pubbliche: non fu possibile, però, ottenere l’intervento dell’Esercito in quanto attività non prevista, neppure da parte del Genio.
Si giunse quindi ai primi anni del 2000 e le Penne Nere congedate ebbero una delle loro grandiose idee.
Con una infinità di ore di lavoro da parte di buoni muratori, ma anche di generosi aiutanti, è nato così con il sostegni contributivo della Regione Piemonte e di varie Fondazioni bancarie come di generose donazioni di privati, lo stupendo nuovo rifugio “gen. Simonetti”. Che, in estate, accoglie anche giovani dell’Anffas, scouts e famiglie a limitate condizioni economiche, per godere della aria pura di queste alte quote.
Ogni anno i generosi gestori affilliati all'Associazione Navonera e guidati dall’impareggiabile Giovanni Aimo curano non solo la ordinaria manutenzione, insostituibile per la buona vita dell’immobile, ma si impegnano per migliorare l’ambiente circostante, vero e proprio testimone del passare del tempo nella nostra provincia.