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Politica | 17 dicembre 2018, 13:20

Profughi e accoglienza, in piazza da Langhe e Roero per dire "no" al Decreto Sicurezza

Diocesi, terzo settore, sindacati e centrosinistra albese aderiscono alla manifestazione promossa per sabato 22 dicembre da tre giovani studenti universitari

Profughi e accoglienza, in piazza da Langhe e Roero per dire "no" al Decreto Sicurezza

E’ promossa da tre giovani studenti universitari la manifestazione che sabato 22 dicembre vedrà scendere in piazza gli albesi contrari al "Decreto Sicurezza" varato nelle scorse settimane dal Governo Lega-M5S.

Loro sono Edoardo Bosio, Vincenzo Pepe e Gioele Giachino, hanno tra i 19 e i 20 anni, coltivano la passione della politica e cullano l’idea di dare presto vita ad Ada, Azione Democratica Albese, movimento giovanile "autonomo, indipendente e apartitico", senza collegamenti diretti alla campagna elettorale appena partita sotto le torri. Prima di allora hanno però individuato un’emergenza sulla quale "dire basta", richiamando alla mobilitazione il mondo della politica, dell’associazionismo, della cooperazione e del sindacato cittadini.

A dare la propria adesione alla manifestazione sono state sinora le liste civiche Alba Attiva e Solidale, Alba Città per Vivere e Impegno per Alba, il Circolo del Partito Democratico di Alba-Roddi e i Giovani Democratici Alba, le sigle sindacali Anolf Cisl Alba, Cgil Alba e Cuneo e Uil Alba, le associazioni Anpi Alba, Valori e Beni Comuni, Emergency Alba, Welcome Refugees Italia, la Compagnia di Iniziative Sociali e le cooperative sociali Alice e Orso, poi il Garante Comunale delle persone private della libertà, gli studenti del Liceo Da Vinci, la Caritas cittadina e – ancora stamattina – la Diocesi albese.


IL MANIFESTO DELLA PROTESTA

Questo il documento sottoscritto dalle realtà che hanno deciso di raccogliere l’appello alla mobilitazione.

"Alba, Langhe e Roero scendono in piazza per dire NO al Decreto Sicurezza approvato dal Governo.

Una legge che non riconosce la protezione ai migranti per motivi umanitari, cancellando la protezione umanitaria per i casi legati allo stato di salute, alla maternità, alla minore età, al tragico vissuto personale, ai maltrattamenti e dolori affrontati nel viaggio verso l’Italia.

Una legge che impedisce il rinnovo della protezione umanitaria da parte dei migranti che ne avevano diritto, e che quindi genererà circa 60mila nuovi irregolari in due anni. Questi nuovi clandestini non potranno essere rimpatriati nei Paesi d’origine sia per mancanza di fondi e sia, soprattutto, per la mancanza di accordi bilaterali con i governi dei Paesi di origine, governi spesso corrotti e non democratici. Pertanto costoro si riverseranno nelle strade delle nostre città senza diritti, senza tutele e senza la possibilità di lavorare in regola. In questo modo si alimenta la delinquenza, il lavoro nero, lo sfruttamento del lavoro e della prostituzione, anche giovanile.

Una legge che esclude queste persone dal servizio sanitario nazionale.

Una legge che, nonostante l’approvazione in Parlamento, suscita dubbi di costituzionalità perché contraria ai Principi Fondamentali della Costituzione: contrario all’articolo 2 che riconosce i diritti inviolabili dell’uomo, contrario all’articolo 3 che sancisce l’uguaglianza di tutti gli uomini, contrario all’articolo 10 che tutela lo straniero sul territorio italiano.

Ci siamo indignati sui social quando il 30 novembre abbiamo visto i primi effetti del Decreto Sicurezza, ossia quando 24 migranti, tra cui persone vulnerabili come bambini e una donna incinta, in possesso della protezione umanitaria sono stati costretti ad allontanarsi da un centro d’accoglienza di Crotone e sono stati sbattuti per strada, al freddo e senza un tetto sotto il quale dormire.

Adesso basta! Siamo cittadini, associazioni, enti del terzo settore, sindacati e forze politiche che pensano che non si possa avere meno diritti e meno libertà in cambio della sicurezza. Dunque è giunto il momento di scendere in piazza per dire "no" a questa legge e per dire "sì" a leggi che favoriscano l’inclusione sociale e non l’esclusione, per dire "sì" alle libertà democratiche affermate nella Costituzione, la carta fondamentale del nostro Paese".

IN CORTEO NEL CENTRO STORICO

Il ritrovo è fissato per le ore 15 in piazza Michele Ferrero. Il corteo dei partecipanti percorrerà poi via Maestra, piazza Duomo e via Cavour. In piazza Garibaldi è previsto l’assembramento, con gli interventi contemplati in scaletta. Insieme ai tre promotori prenderanno la parola alcuni operatori delle cooperativa Alice e Orso, realtà del territorio in prima linea nell’accoglienza, dopodiché si darà spazio alle esperienze di alcuni immigrati giunti ai piedi delle Langhe e di una famiglia impegnata direttamente nel sostegno ai profughi. In chiusura è previsto l’intervento istituzionale del sindaco albese Maurizio Marello.

Aggiornamenti sulla manifestazione possono essere seguiti sulla pagina www.facebook.com/events/2216607141955401/?ti=cl.

Ezio Massucco

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