Il Piano Impresa 4.0 attribuisce un ruolo importante alle Camere di commercio nel processo didigitalizzazione delle imprese e, più in generale, di modernizzazione del Paese, attraverso la realizzazione di progetti e l’erogazione di servizi specifici.
Data l’importanza delle trasformazioni in atto il sistema camerale piemontese ha avviato un monitoraggio dello stato di conoscenza e diffusione delle nuove tecnologie all’interno del tessuto imprenditoriale locale, focalizzando l’attenzione sul comparto manifatturiero. È stato preso in esame un campione di poco meno di 1.300 imprese piemontesi del comparto manifatturiero di cui oltre 170 cuneesi, stratificate per settore e classe dimensionale. A queste aziende è stato sottoposto, nei mesi di aprile e maggio 2018, un sintetico questionario sulla tematica.
In prima battuta si è valutata la conoscenza delle misure appartenenti al Piano Impresa 4.0.
Dai risultati è emerso come, ancora oggi, le aziende abbiano una conoscenza limitata delle tecnologie digitali abilitanti il paradigma 4.0. Anche se la percentuale di imprese della provincia Granda che ha dichiarato di conoscere sufficientemente il piano del ministero dello sviluppo economico sull’impresa 4.0 è risultato sensibilmente più elevato (42%) rispetto alla percentuale registrata a livello medio regionale (37%), più della metà del tessuto manifatturiero provinciale afferma di averne ancora una conoscenza nulla o insufficiente.
Successivamente si è spostata l’attenzione sull’introduzione vera e propria delle tecnologie abilitanti all’interno del contesto aziendale.
Il 10,9% delle imprese cuneesi intervistate ha effettuato già investimenti in tecnologie abilitanti, il 14% ha intenzione di farlo e il 79% non lo ha fatto e non lo farà nel breve periodo. Le aziende che hanno intrapreso il percorso di innovazione tecnologica hanno evidenziato di averne tratto dei benefici. Grazie alla trasformazione digitale abilitata dalle tecnologie, le aziende ritengono di poter migliorare in primis la produttività attraverso la riduzione dei tempi di set up e la riduzione di errori e fermi macchina (59,3%).
Il 27,2% delle realtà ha individuato tra i principali risvolti positivi la miglior qualità di prodotti e i minori scarti. Al terzo posto troviamo la maggior flessibilità attraverso la produzione di piccoli lotti ai costi della larga scala. Una percentuale di imprese quasi doppia rispetto a quella evidenziata a livello piemontese individua tra i benefici principali la maggior competitività del prodotto grazie a maggiori funzionalità derivanti dall’Internet delle cose.
Meno di un’azienda su dieci della provincia Granda segnale tra i benefici la maggior velocità del passaggio dal prototipo alla produzione inserie attraverso tecnologie innovative, fattore che viene, invece, ritenuto quasi quattro volte più importante a livello regionale.
A tutte le imprese intervistate, anche a quelle che avevano dichiarato di non aver introdotto né voler introdurre nel breve periodo le tecnologie abilitanti, è stato chiesto quali fossero per loro i principali ostacoli all’adozione di tali innovazioni.
Per una quota rilevante di imprese cuneesi (38,4%) la mancanza di risorse economiche si colloca al primo posto tra le difficoltà incontrate. Il 27,7% delle imprese della provincia crede che il proprio settore di attività non abbia bisogno di investimenti 4.0.
Poco meno diun’impresa su cinque lamenta poche informazioni sulle potenzialità delle tecnologie abilitanti, mentre il 16,4% individua tra i principali ostacoli l’inefficienza del collegamento internet a banda ultra larga, percentuale significativamente superiore a quella regionale (12%). Una quota di imprese cuneesi pari al 16,2% afferma che esistono poche informazioni sulle agevolazioni pubbliche a supporto degli investimenti in Impresa 4.0, percentuale leggermente inferiore rispetto a quella riscontrata a livello regionale (18,0%).
Tra le problematiche che le imprese devono affrontare per iniziare il cammino verso le innovazioni tecnologiche previste dal piano assume sempre maggior rilevanza la mancanza di know-how e competenze, siano esse interne (14,9%) o esterne (12,0%).
Che le imprese stiano incontrando crescenti difficoltà per individuare, sia a livello di diplomati sia di laureati, le competenze necessarie per l’Impresa 4.0 viene confermato anche dai risultati dell’indagine Excelsior condotta da Unioncamere a livello nazionale. La scuola spesso non appare ancora in grado di fornire adeguate competenze digitali, abilità tecnologiche che consentono di individuare, valutare, utilizzare, condividere e creare contenuti utilizzando le tecnologie informatiche e Internet. D’altro lato le aziende necessitano, invece, di professionalità 4.0 che consentano loro di far fronte alla quarta rivoluzione industriale.












