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Attualità | 29 gennaio 2019, 16:16

Cuneo, il "Decreto Salvini" in consiglio comunale: troppi i dubbi sull'iscrizione all'anagrafe comunale dei richiedenti asilo

Ugo Sturlese e Maria-Luisa Martello hanno chiesto a sindaco e Giunta che s'informino sulla reale interpretazione di una parte del decreto

Foto generica

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Non chiediamo che venga operata disobbedienza civile - seppur riteniamo che, in qualche caso, sia dovuta - , ma che ci si muova per comprendere come interpretare la legge nel modo giusto”. 

A parlare è il consigliere comunale di Cuneo Ugo Sturlese che nella prima (e unica) sessione del consiglio comunale di Cuneo tenutasi ieri sera (28 gennaio), dove ha illustrato un ordine del giorno a firma Cuneo per i Beni Comuni e Maria-Luisa Martello.

Al centro il Decreto 113, o “Decreto Sicurezza”, e le sue implicazioni rispetto alla possibilità per i richiedenti asilo di essere iscritti all’anagrafe comunale. 

La disposizione del decreto risulta infatti dubbia. Se da un lato non pone esplicito divieto, sottolinea anche come il solo permesso di soggiorno per richiedeti asilo non sia documento sufficiente per raggiungere l’iscrizione, escludendo che possa essere in qualche modo utile nel processo di formalizzazione della richiesta. Insomma, come evidenziato da Sturlese, “il Decreto 113, di fatto, può essere interpretato in modo da non modificare le regole relative all’iscrizione all’anagrafe comunale”. 

Ed è proprio questo che i consiglieri hanno chiesto al sindaco Federico Borgna di sospendere l’adesione al Decreto 113 e analizzarlo in modo da comprendere quale sia la reale interpretazione. 

L’ordine del giorno è stato approvato con 23 voti favorevoli, dopo un emendamento proposto da Sara Tomatis e accettato da Sturlese: “La condotta di un sindaco non può essere contra legem, mai. Che sindaco e Giunta individuino un modo per rispettare il decreto e allo stesso tempo non ingeneri disuglianze”.

I dubbi sul “Decreto Salvini” avevano già trovato posto in passati consigli comunali rispetto soprattutto al timore che le sue disposizioni possano portare a un aggravarsi della “questione immigrazione” a livello nazionale e territoriale; a ricordarlo, Simone Priola nel suo intervento a favore dell’ordine del giorno: “Ci siamo già espressi sulle conseguenze dell’approvazione del decreto, definendoci preoccupati: costruisce situazioni di marginalità per larghe fette della popolazione e toglie ai comuni la possibilità di lavorare per l’integrazione”.

simone giraudi

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