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Politica | 24 ottobre 2019, 07:45

Dopo il recesso di Revello, ora tira aria di crisi anche tra Oncino e l’Unione dei Comuni del Monviso

Il sindaco oncinese Alfredo Fantone vuole “riprendersi” l’esercizio dell’“organizzazione generale dell'amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo” e della pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale”. E dichiara: “Entro il 31 dicembre devono cambiare le cose, altrimenti l’Unione farà a meno di Oncino”. Il presidente Emidio Meirone: “Oncino avrà qualche obbiettivo da perseguire, e allora minaccia. Ma non può ritirare le funzioni: o esce o rimane”

In alto a sinistra Alfredo Fantone, in basso a destra Emidio Meirone

In alto a sinistra Alfredo Fantone, in basso a destra Emidio Meirone

A nemmeno una settimana di distanza dalla decisione, assunta dal Consiglio comunale di Revello, di recedere dall’Unione dei Comuni del Monviso, per l’Ente montano si preannuncia una nuova gatta da pelare.

È infatti convocato per sabato sera (26 ottobre) alle ore 21, il Consiglio comunale di Oncino.

Tra i punti all’ordine del giorno dell’assise, convocata dal sindaco Alfredo Fantone, vi sono le determinazioni in merito (testuale) all’“Esercizio associato delle funzioni di organizzazione generale dell’Amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo e di pianificazione urbanistica ed edilizia privata in ambito comunale”.

Sono tutte funzioni oggi in capo all’Unione dei Comuni del Monviso. E che Fantone, come ci ha confermato lui stesso, vuole “riprendersi”, avocandole di nuovo all’Ente comunale da lui guidato.

Quella che si sta per aprire (ammesso che non si sia già aperta) non è la prima crisi tra l’Unione e Oncino.

Era il 2018 quando tra Fantone e Mario Anselmo, che all’epoca era ancora in carica alla Presidenza dell’Unione montana, era intercorsa una fitta corrispondenza. Fantone non aveva gradito la procedura che aveva portato alla formazione della graduatoria per il Bando Borgate (v’erano due posti per l’Unione del Monviso, andati a Crissolo e Ostana).

Ne era nato uno scambio epistolare, sino al 15 dicembre, quando Fantone aveva deciso di portare la questione in Consiglio comunale.

In un lungo intervento, il sindaco aveva di fatto sancito una “tregua” con l’Unione, ma a determinate condizioni, parlando di “accordi presi” con i vertici dell’Ente montano.

Salvo poi affermare: “Togliendoci dall’Unione violeremmo la legge. Il Comune ha bisogno dell’Unione perché troppo piccolo, e l’Unione stessa è troppo piccola per esser rappresentata in Regione. Faccio (all’epoca dei fatti, vale a dire a dicembre 2018: ndr) un passo indietro per il bene di Oncino, ma lui deve far la stessa cosa. È giusto che si pensi alla gente ed ai dipendenti”.

E poi ancora: “Oncino è un comune spogliato da qualsiasi cosa: non abbiamo più dipendenti, se non due dipendenti passati in carico Unione.

Penso che non ci siano problemi ad avere un tecnico a Oncino che rappresenterà il Comune nei prossimi bandi e nella gestione delle pratiche nelle quali l’Unione non sarà compatibile, specialmente nel procedimento penale in corso”.

Il “procedimento penale in corso” del quale tanto si era parlato durante la sera del 15 dicembre, come venuto a galla poi a gennaio 2019, è quello commesso in località “Meira Dacant-Croce Bulè”, dove i Carabinieri Forestali avevano riscontrato che un sentiero di un metro di larghezza era stato trasformato in una strada larga tre metri, in difformità dal progetto presentato e autorizzato dagli organi preposti.

Da quel 15 dicembre sono passati a malapena dieci mesi.

E Oncino, sabato, si appresta a “riprendersi” l’esercizio dell’“organizzazione generale dell'amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo” e della pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale”.

Interpellato in merito alla questione, Fantone ci ha detto di “aver poco da dire”. “Si esprimerà il mio Consiglio comunale sul punto: ho cercato di trovare varie soluzioni, non sono state condivise, e quindi ritengo che il mio compito sia pensare per Oncino.

Ad oggi non siamo più disposti a sottostare alle velleità di potere di alcuni responsabili. Nella famosa riunione di Crissolo (la cena dov’è stato “conferita” la presidenza a Meirone: ndr) tutti erano d’accordo per un cambiamento. Questo non c’è stato fino ad ora, quindi devo pensare per il mio Comune”.

Nessuna uscita dall’Ente montano, dunque? “Ora voglio proposte concrete dall’Unione. – le parole di Fantone – Entro il 31 dicembre devono cambiare le cose e il sistema, in caso contrario, come era scritto nel mio programma elettorale, l’Unione farà a meno di Oncino.

Avrei già dovuto uscire dall’Ente – continua il sindaco – in seguito alla questione del ‘Bando borgate’, ma pensavo che si potesse trovare un equilibrio, anche solo minacciando di andarmene.

Ora gli equilibri sono cambiati, e spetta a loro trovare una soluzione: l’Unione paventa disastri apocalittici per Oncino, vedremo… Una cosa è certa: se Oncino si deve preoccupare, anche l’Unione non sarà così tranquilla”.

I rapporti tra Oncino e l’Unione sono dunque ripiombati in una profonda crisi?

Ecco cosa ne pensa il presidente Emidio Meirone: “Oncino fa sempre così, nel senso che avrà qualche obbiettivo da perseguire, e allora minaccia di avocarsi delle funzioni.

Abbiamo un dialogo costante, Fantone è come dire un battitore libero, ma il rapporto è sempre stato franco e leale”.

Meirone sostiene però che un ritiro soltanto di alcune funzioni non sia possibile: “Non si può fare, e lui lo sa benissimo. O si esce del tutto dall’Unione o si è… dentro. Lui faccia quel che ritiene giusto.

Abbiamo appena posto in essere alcune variazioni al personale, trovando una quadratura molto buona, e saremo pronti ad entrare a pieno regime dal 1 gennaio 2020, senza Revello, che pur rimane convenzione con le funzioni montane. Così come, a breve, si convenzioneranno Saluzzo e Rifreddo.

Tutti noi sindaci pensiamo di essere ancor più snelli, montani ma soprattutto… molto compatti.

Revello ha e aveva una struttura importante, Oncino è un cuore di montagna, ma penso che per alcuni comuni sia necessaria l’Unione. Al netto di ciò, non tratteniamo nessuno.

Siamo otto Comuni ben compatti e ben felici di continuare un lavoro importante, che stiamo sviluppando sulle basi sviluppate sinora”.

Nicolò Bertola

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