Egregio Direttore,
siamo un gruppo di lavoratori cuneesi, fra cui anche ex rappresentanti sindacali, che ha letto la notizia della richiesta del Sindaco di Boves per la “messa in ferie” per alcuni giorni di alcuni dipendenti comunali in questo momento particolarmente difficile per ogni categoria di cittadini a causa della pandemia del coronavirus. A questa richiesta di concreta solidarietà il sindacato Cisl ha risposto negativamente con una ingiunzione perentoria. Ne siamo rimasti fortemente stupiti e contrariati.
Non abbiamo difficoltà a dichiarare che siamo schierati con la Destra nazionale e sociale, e appunto per questo riteniamo assurda questa manifestazione del modo di interpretare il ruolo del sindacato. Sindacato che dal semplice ruolo rivendicativo ad oltranza deve avviarsi a un modello di compartecipazione (che noi da sempre rivendichiamo). Sindacato che da una esasperata e pretestuosa organizzazione conflittuale deve divenire un fattore essenziale di intesa del lavoro come finalizzato ad una economia volta agli interessi e al benessere dell’intera comunità.
Per questo che il Sindacato che giustamente insorge perché tutti i lavoratori non siano ridotti a “carne da macello” di fronte al grave problema della sicurezza sanitaria, non può ridursi – come nel caso verificatosi al Comune di Boves – a guardiano insensato dell’osso nel recinto del luogo di lavoro, senza la sensibilità e il senso di responsabilità necessari per valutare situazioni eccezionali e istanze fondamentali che si determinano oggigiorno nei luoghi dove si incontrano necessariamente lavoratori e cittadini.
Paolo Chiarenza, Guido Giordana, Luca Ferracciolo, Mario Franchino, Gian Michele Pellerino, Denis Scotti
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