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Economia | 27 aprile 2020, 13:02

Covid-19: la situazione critica dei frontalieri

Quella dei frontalieri è sempre stata vista, in passato, come una situazione idilliaca

Covid-19: la situazione critica dei frontalieri

Quella dei frontalieri è sempre stata vista, in passato, come una situazione idilliaca perché effettivamente i vantaggi economici di chi fa una scelta come questa sono innegabili. Coloro che lavorano oltre confine infatti percepiscono uno stipendio che è nettamente superiore a quello che spetterebbe loro se svolgessero lo stesso impiego in Italia. Non è certo un segreto: in Svizzera i compensi sono di gran lunga più vantaggiosi e arrivano quasi al doppio rispetto a quelli previsti dai nostri contratti nazionali. Quello che però è stato per anni un sogno, si sta rivelando adesso per i frontalieri un vero e proprio incubo.

Da quando il Covid-19 è arrivato anche in Europa infatti i frontalieri non se la passano di certo bene e sono moltissimi i problemi che devono affrontare tutti i giorni. Vediamoli più da vicino.

    1. Il problema del cambio euro-franco svizzero

Molti frontalieri sono alle prese con il cambio da euro a franco svizzero in tempi di crisi ma anche viceversa ossia da franco ad euro. Sono diversi i lavoratori che sono ancora costretti a rimanere a casa e che non possono recarsi al lavoro, ma non hanno nemmeno la possibilità di raggiungere il proprio istituto di credito. Riuscire ad effettuare il cambio è per molti una necessità impellente, ma fortunatamente da questo punto di vista le soluzioni sono diverse. È possibile anche rivolgersi a portali online specializzati, dunque si tratta di una problematica relativa, che ormai sta per risolversi completamente. Questo anche perché la Svizzera ormai ha già avviato la fase 2 ed ha quindi già approvato la riapertura di moltissime attività.

    1. Il problema del contagio di ritorno

Un problema che purtroppo coinvolge molto da vicino i frontalieri è anche quello, appunto, della riapertura di gran parte delle attività in Ticino. La Svizzera è già passata alla fase 2 e le misure previste per la ripartenza sono certamente meno caute rispetto a quelle adottate dal governo italiano. Oltre confine sono già stati riaperti anche i parrucchieri, oltre a molte altre attività che in Italia dovranno rimanere chiuse per diverse settimane. La preoccupazione maggiore, che vede protagonisti indirettamente proprio i frontalieri, è quella di un contagio di ritorno. Queste persone potrebbero ammalarsi e vanificare tutti gli sforzi effettuati sino ad oggi dai cittadini italiani.

    1. Le file infinite per passare oltre confine

I frontalieri, prima dell’emergenza coronavirus, impiegavano poco ad arrivare al lavoro perché una ventina di chilometri si percorre senza troppi problemi. Da qualche mese però la situazione è cambiata completamente e queste persone si trovano ad affrontare ogni giorno delle code infinite per poter arrivare oltre confine e recarsi al lavoro. Naturalmente bisogna superare dei controlli rigidi, che rallentano in modo considerevole il flusso di traffico. La vita dei frontalieri che quindi si trovano oggi a dover ritornare al proprio impiego non è certo delle più rosee. Tra il rischio di un contagio di ritorno e le ore trascorse in auto per raggiungere il luogo di lavoro, quelli che un tempo erano considerati fortunati oggi, in tempi di crisi, non lo sono più.

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