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Curiosità | 14 agosto 2020, 10:01

Estate, bikini e ombrellone. Ecco le raccomandazioni della scienza per la vacanza perfetta

Parola alla dottoressa braidese Laura Mondino, esperta di neuroscienze e comportamenti umani

Foto di Silvia Strumia

Foto di Silvia Strumia

Che fatica andare in vacanza! Qualcuno potrebbe giustamente obiettare con un “Dillo a chi rimarrà in città”. Non avete tutti i torti, eppure ciò non toglie che, sebbene lo scopo del prendersi una vacanza sia, appunto, rigenerarsi e ricaricarsi, spesso e volentieri si ottenga solo l’effetto contrario.

Senza contare l’emergenza Coronavirus, l’incubo prenotazioni, restrizioni, voli e treni cancellati. Giusto per citare la nota frase da striscione-balcone: ce la faremo? Lasciamo la parola alla dottoressa braidese Laura Mondino, esperta di neuroscienze e comportamenti umani e qualsiasi destinazione vi sembrerà come un paradiso all’improvviso.

L’estate è mare, montagna, sole, più tempo per la famiglia. Al di là delle consuetudini, come devono essere le vacanze per farci davvero bene e renderci felici?

Una volta ancora, a dare una risposta, ci aiuta la scienza. I ricercatori olandesi hanno provato a misurare l’effetto e la durata che le vacanze hanno sulla felicità. Lo studio, pubblicato sulla rivista Applied Research in Quality of Life, ha dimostrato che i livelli di felicità sono influenzati e crescono notevolmente già dal momento in cui pianifichiamo le ferie. L’effetto di anticipazione ci renderebbe felici già otto settimane prima del viaggio.

Dopo la vacanza, la felicità scende rapidamente per tornare ai livelli di base. Questo però non avviene in modo uniforme per tutti. Chi ha passato una vacanza stressante, normale o rilassante, non è più felice post-vacanza. ‘Non sono più felici rispetto alle persone che non sono state in vacanza’ spiega l’autore dello studio, Jeroen Nawijn. Gli unici vacanzieri che sperimentano un aumento di felicità dopo il viaggio, sono quelli che si sono sentiti ‘molto rilassati’. Per loro l’effetto ‘felicità da vacanza’ dura fino a due settimane dopo il viaggio”.

C’è il pericolo di depressione post vacanze?

Gli esperti di psicologia del turismo sono concordi nel sostenere che la depressione post ferie o post vacation blues non esiste. È solo un’esagerazione e non figura in nessun manuale dei disturbi certificati. Il problema è, invece, da ricercarsi nelle aspettative: più sono alte e più c’è il rischio (se le vacanze non sono andate come ci aspettavamo) dell’effetto delusione”.

Meglio vacanze brevi o vacanze lunghe?

Pierre Delbarre dell’Ospedale Park Royal di Parigi, indagando gli effetti sulla salute, è giunto alla conclusione che soffriamo di meno se facciamo vacanze brevi e frequenti: almeno due o tre periodi di vacanza di otto - dieci giorni all’anno, sia perché permette di prenderci delle pause sia perché godiamo dell’effetto piacevole legato alla pianificazione.

Alle stesse conclusioni è arrivata anche una ricerca condotta dall’Università dell’Alabama a Birmingham (Usa): l’effetto antistress di un fine settimana dedicato a se stessi è maggiore di quello di una lunga vacanza.

Lo studio ha analizzato l’umore di 100 persone sottoponendole a diversi esami durante l’anno per comprendere quale fosse il tipo di riposo più efficace. Secondo i ricercatori, le vacanze in sé non sono motivo di stress, ma combinano elementi stressanti perché si accumula fatica durante il viaggio, si dorme meno per divertirsi o viaggiare, si può andare incontro a cambi di fuso orario e spesso si esagera a tavola. Risultano quindi più riposanti i week-end. Secondo lo studio, inoltre, chi si prepara alla partenza è più felice di chi si sta effettivamente godendo le ferie, in linea con il proverbio ‘il piacere sta nell’attesa’”.

 

Come si può far durare l’effetto positivo generato dalla vacanza?

Secondo la regola del peak-end, studi psicologi hanno dimostrato che uno dei piaceri della vacanza è proprio quello di sapere che finirà.

Pianificare delle interruzioni, pertanto, servirà a sfruttare al massimo i giorni di ferie, godendo quanto più possibile del tempo a disposizione. A differenza di una vacanza prolungata, brevi pause rappresentano un ottimo antidoto alla monotonia, che involontariamente ci può sopraffare anche in vacanza. Secondo Sonja Lyubomirisky, dell’Università della California, evitare la routine fa sì che tutto acquisisca un sapore vacanziero; se trascorriamo una vacanza al mare, il primo giorno siamo pieni di entusiasmo, il giorno dopo questo svanisce lasciando spazio all’adattamento, il terzo è tutto già normale.

Per una vacanza indimenticabile gli psicologi consigliano la novità, ovvero svolgere attività che normalmente non faremmo, oppure brevi interruzioni con ritorni alla quotidianità per apprezzare ancora di più le ferie. Utili risultano essere anche le ‘esperienze di apprendimento’. Charlotte Fritz, ricercatrice all’Università Tecnica di Braunschweig (Germania), ha condotto diversi studi sugli effetti delle vacanze sulla salute e ha concluso che le migliori sono quelle che permettono di acquisire nuove competenze. Fare un corso di lingua, di vela o di alpinismo, per fare qualche esempio, sembra ridurre i livelli di stanchezza e stress legato al lavoro al ritorno dalle vacanze”.

Qualche altro trucchetto?

Se consideriamo l’etimologia del termine ‘vacanza’, vediamo che deriva dal latino ‘vacare’, cioè essere vuoto, libero. La vacanza è fare il vuoto nella mente: ‘essere vacui, vuoti’, rigenerarsi, potersi permettere di rilassarsi anche in mezzo al caos.

Se non riusciamo a dedicare almeno un’ora del nostro tempo, ogni giorno, al vuoto, alla cura della nostra psiche, credendo di poterlo fare solo in quei pochi giorni all’anno, solo quando andremo in ‘vacanza’, diveniamo dei liberti, cioè una sorta di ‘schiavi liberi’.

I liberti nell’antica Roma erano degli schiavi diventati ‘liberi’, ma che mantenevano una relazione asimmetrica con il loro padrone come se fossero ancora loro schiavi (almeno psicologicamente), non a caso continuavano a vivere presso il padrone. Quante persone vanno in vacanza (schiavi liberi) pensando al lavoro, a come progettare il tempo dopo la vacanza, a come concludere un affare…

A volte basta davvero poco, è sufficiente fermarsi e non fare nulla, davvero nulla. Ossia non sforzarsi di risolvere i problemi, di andare d’accordo con gli altri, di diventare più buoni, fare progetti o, peggio ancora, bilanci. Più semplicemente è sufficiente per la nostra mente, cercare il silenzio. Pochi istanti in cui si percepisce la propria presenza silenziosa”. 

E se nemmeno questo fosse possibile?

Possiamo sempre guardare ad altri popoli. Se per noi italiani, le vacanze sono un diritto sancito dalla Costituzione, in Giappone i giorni di ferie sono solo 10 all’anno, mentre negli Stati Uniti le ferie non sono un diritto e spesso non vengono pagate”.

E ora che il focus scientifico è terminato, è tempo di passare dalla teoria alla pratica. Le vacanze iniziano e così la vostra nuova avventura!

 

Silvia Gullino

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