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Attualità | 16 novembre 2020, 06:00

Papa Francesco all'AdnKronos: "Covid, corruzione, Benedetto XVI e la fede al tempo del Covid"

Nell'intervista con AdnKronos Papa Francesco parla anche del “passaggio di consegne” avvenuto con Benedetto XVI.

Papa Francesco all'AdnKronos: "Covid, corruzione, Benedetto XVI e la fede al tempo del Covid"

Nella vita millenaria della Chiesa non si ricorda un Papa così, tanto coraggioso quanto incurante di inimicarsi la potente curia romana con il mondo affaristico che le scodinzola intorno: Francesco è deciso a fare piazza pulita di ecclesiastici propensi a mettere il denaro prima della Croce”. Con queste parole il giornalista Gian Marco Chiocci di AdnKronos descrive il suo incontro con Papa Francesco che ha acconsentito ad accoglierlo nelle stanze vaticane, per rispondere agli interrogativi che in epoca di pandemia scuotono la Chiesa.

Al centro dell'incontro non solo la situazione Covid, ma anche le annose questioni legate agli scandali, agli sprechi e alle continue rivoluzioni di Francesco che commenta: "Purtroppo la corruzione è una storia ciclica, si ripete, poi arriva qualcuno che pulisce e rassetta, ma poi si ricomincia in attesa che arrivi qualcun altro a metter fine a questa degenerazione".

Nell'intervista con AdnKronos Papa Francesco parla anche del “passaggio di consegne” avvenuto con Benedetto XVI che per l'occasione, racconta il Pontefice, gli consegnò una scatola grande dicendo: Qui dentro c'è tutto ci sono gli atti con le situazioni più difficili, io sono arrivato fino a qua, sono intervenuto in questa situazione, ho allontanato queste persone e adesso…tocca a te". Ecco, io non ho fatto altro che raccogliere il testimone di Papa Benedetto, ho continuato la sua opera".

Nell'intervista rilasciata ad AdnKronos Papa Francesco parla anche della sua ispirazione a Sant'Ambrogio, della nonna, di Giovanni Paolo II, del popolo dei fedeli ma anche della sua “solitudine”: “Se sono solo? Ci ho pensato. E sono arrivato alla conclusione che esistono due livelli di solitudine: uno può dire, mi sento solo perché chi dovrebbe collaborare non collabora, perché chi si dovrebbe sporcare le mani per il prossimo non lo fa, perché non seguono la mia linea o cose così, e questa è una solitudine diciamo… funzionale. Poi c'è una solitudine sostanziale, che non provo, perché ho trovato tantissima gente che rischia per me, mette la sua vita in gioco, che si batte con convinzione perché sa che siamo nel giusto e che la strada intrapresa, pur fra mille ostacoli e naturali resistenze, è quella giusta. Ci sono stati esempi di malaffare, di tradimenti, che feriscono chi crede nella Chiesa. Queste persone non sono certo suore di clausura".

Coronavirus e fede: come è cambiata la situazione? Il Papa commenta: “ho saputo di un vescovo che ha affermato che con questa pandemia la gente si è disabituata ad andare in chiesa, che non tornerà più a inginocchiarsi davanti a un crocifisso o a ricevere il corpo di Cristo. Io dico che se questa gente, come la chiama il vescovo, veniva in chiesa per abitudine allora è meglio che resti pure a casa. E' lo Spirito Santo che chiama la gente. Forse dopo questa dura prova, con queste nuove difficoltà, con la sofferenza che entra nelle case, i fedeli saranno più veri, più autentici, Mi creda, sarà così".

Rg

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