Dopo gli eventi alluvionali dello scorso 3 ottobre la città di Ceva è ripartita, cercando di ritrovare, per quanto possibile, la normalità, ma alcuni residenti non si sentono sicuri e chiedono interventi efficaci per prevenire le esondazioni del Tanaro.
"La recente alluvione ha fornito la dimostrazione definitiva dei ritardi della messa in sicurezza del fiume e della necessità ormai impellente di intervenire per contenere gli effetti devastanti causati dai fenomeni meteorologici. Infatti, la frequenza e intensità degli stessi, unitamente ai relativi impatti nei confronti della comunità, non possono più essere negati o sottovalutati da nessuno e impongono, quindi, un’effettiva presa di posizione rispetto alle politiche del passato, risultate inadeguate e tardive e che hanno prodotto effetti devastanti e crescenti danni materiali".
A scrivere è un gruppo di cittadini di Ceva, residenti in via della Polveriera, via Nosalini, via della Repubblica, via Mario Gatti, via Sant’Agostino, corso 4 Novembre xona Cameroni, via Filatoio, via Bertieri, piazza della Libertà, via campo Sportivo e vicolo Toretta. Si rivolgono direttamente al sindaco, che hanno contattato con una lettera, inviata al comune.
"Ai danni materiali ora si aggiungono quelli psicologici, viviamo ormai nell’angoscia e nella paura ad ogni perturbazione o allerta meteo, poiché non ci sentiamo più sicuri neppure nelle nostre case e temiamo per la nostra stessa incolumità. Da anni invano si attendono interventi coerenti e risolutivi finalizzati alla adeguata messa in sicurezza delle zone urbanisticamente vulnerabili, opere che, pur se comunque tardive, non sono più procrastinabili da parte di coloro che sono chiamati a garantire l’incolumità della popolazione e la sicurezza del territorio" - scrivono nella lettera - "Chiediamo all’Amministrazione un sistema di comunicazione formale realmente partecipativo con cui aprire un confronto tra noi cittadini alluvionati ed i vari enti interessati per conoscere le soluzioni migliori per fronteggiare il rischio idrogeologico ed i termini entro i quali verranno realizzate".
Tra le richieste del gruppo anche l'abbattimento del ponte sulla Provinciale e la richiesta di aiuti economici per coprire i danni causati dall'alluvione.
"È evidente la necessità di demolire urgentemente il ponte sulla Provinciale, in quanto per le sue caratteristiche crea un effetto diga in caso di piena e limita il deflusso delle acque, tant’è vero che, nel corso dell’ultima alluvione, le stesse hanno scavalcato la stessa struttura di attraversamento, peraltro danneggiandola gravemente. Si segnala altresì, la necessità di regimentare le acque piovane per evitare che le stesse risalgono ed escano dai tombini. Senza ulteriori ritardi chiediamo che venga sgomberata piazza Le Val dai materiali depositati nel post alluvione. Altra urgenza è il ripristino delle difese degli argini in lato destro che hanno ceduto a monte del ponte dell’Oratorio."- concludono nella missiva indirizzata al comune - "In ultimo, per quanto riguarda i moduli di quantificazione dei danni predisposti dalla Regione Piemonte, come già avvenuto nel 2016, non è previsto il risarcimento dei danni subiti ai beni mobili, quali autovetture, mobilio, ecc. Non essendo più disponibili ad accollarci i costi per la seconda volta, vorremmo che ci fosse indicato chi, se non la Regione, risarcirà questi danni, che certamente avrebbero potuto essere evitati (o quantomeno limitati nella loro portata) con un allertamento della popolazione più tempestivo. Molte famiglie si trovano in grandi difficoltà economiche ed impossibilitate ad affrontare le spese per ripristinare i danni causati dell’ennesima alluvione ed a riacquistare i beni mobili persi o danneggiati, pertanto chiediamo che vengano sospese tutte le imposte/tasse e che ci venga anticipato subito il 50% dei danni subiti, previa autocertificazione degli stessi. Somme che saranno poi compensate all’atto del totale risarcimento. Il Comune destini a bilancio le somme per tale fine o si faccia tramite con la Regione Piemonte per il risarcimento totale dei danni compresi quelli relativi ai beni mobili.
Il sindaco di Ceva, Vincenzo Bezzone, contattato telefonicamente, ha risposto così: "Il 27 maggio 2019 i cebani hanno conferito democraticamente un mandato di rappresentanza all’attuale Amministrazione in carica che ha onorato questa fiducia nel miglior modo possibile e soprattutto nell’interesse dei cittadini. Da allora sono state affrontati una serie di eventi calamitosi e più precisamente nell’ordine: una tromba d’aria (agosto 2019), una serie di smottamenti e frane causate da piogge torrenziali che hanno prodotto l’interruzione delle più importanti vie di comunicazione (novembre 2019), prima ondata di pandemia covid- 19 (febbraio 2020), con piccola tregua nell’estate successiva, seconda ondata pandemica covid, tutt’ora in corso (settembre 2020), esondazione del fiume Tanaro contemporaneamente alla pandemia (2 e 3 ottobre 2020)".
"Ebbene tutti questi avvenimenti" - prosegue il primo cittadino - "Sono stati gestiti con la massima serietà e dedizione, in funzione dell’attenzione e della sicurezza per i cittadini, senza l’ausilio di alcun comitato".
Sullo scritto inviato al comune Bezzone precisa - "Ricevere una lettera da un gruppo di 13 persone, in gran parte senza le relative firme (solo sette) e con scarsa corrispondenza tra le stesse ed i 13 nomi battuti a macchina, in cui si lamenta inefficienza e scarso impegno, lo trovo quanto mai ingeneroso. L’ultima calamità citata è stata gestita con il massimo impegno, riportando viabilità e servizi alla normalità, in un arco temporale di 10 giorni".
Il sindaco prosegue facendo il punto sugli interventi svolti sul territorio comunale: "Le principali azioni messe in atto sono state: 1. coordinamento delle principali forze di Protezioni Civile, comuni volontari, personale della Provincia, della Regione e degli uffici comunali che ringrazio ancora di cuore, 2. ordinanze del Sindaco che hanno permesso di effettuare i disalvei (nonostante una normativa piuttosto ostativa in tal senso), 3. ripristino e messa in sicurezza del ponte provinciale, 4. ripristino degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, 5. ristrutturazione mirata degli argini danneggiati con la loro relativa messa in sicurezza, (forse questo intervento è sfuggito agli scriventi che lo richiedono dopo 2 mesi dalla sua realizzazione), 6. presentazione di un progetto da circa 1 milione di Euro inviato al Ministero per la ricalibratura degli argini e un conseguente maggior grado di sicurezza per l’asta fluviale del centro urbano, 7. proposta di uno studio di valle ad iniziare dalle quote sorgive del fiume, in collaborazione con le università di Torino e Parma, per future progettazioni mirate alla mitigazione delle piene e la messa in sicurezza dell’intera vallata, 8. raccogliere ed inviare alla Regione e di conseguenza al governo centrale, le richieste di indennizzo di imprese e privati cittadini. Il Comune in relazione a questi provvedimenti ha effettuato oltre 700 mila euro di lavori di somma urgenza, rientrando per il momento, solamente di un quarto dell’esborso".
Bezzone aggiunge che il Comune di Ceva, dispone di un sistema di allertamento della popolazione che "ha permesso di limitare i danni, ma soprattutto di evitare perdite in termini di vite umane. Tale sistema fu presentato in assemblea pubblica e sui principali mezzi di comunicazione già nel 2018. Tuttavia è logico che l’iscrizione è discrezionale, pertanto chi la rifiuta evitando di lasciare i riferimenti con cui essere contattato, si assume il rischio della propria scelta".
"Tuttavia ben vengano i confronti costruttivi, ma per essere tali devono essere portati avanti con richieste contestualizzate alla loro fattibilità. In ogni caso permettetemi alcune riflessioni. Inoltrare le istanze attraverso consiglieri di opposizione, come menzionato sulla vostra missiva, comporta il fatto che gli stessi, di cui elogio la conduzione del proprio ruolo, non dispongono di informazioni di prima mano, a differenza del Sindaco e della Giunta. Inoltre il Sindaco è presente diverse ore e tutti i giorni nel proprio ufficio comunale, disponibile a ricevere chiunque."- conclude il primo cittadino -"L’incontro personale a mio avviso è sempre preferibile, in quanto più efficiente, costruttivo e chiarificatore, rispetto ad un asettico comunicato alle testate giornalistiche ed ai media in genere che in molti casi rischia di aumentare i problemi senza risolverli. A meno che, e mi auguro vivamente di no, tutto si riconduce nell’azione di qualche "trombato" dell’ultima tornata elettorale che meschinamente, strumentalizzando i legittimi dubbi ed incertezze di alcuni cittadini, vorrebbe mettere inutilmente in cattiva luce un’Amministrazione che con mille difficoltà congiunturali sta lavorando bene".