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Attualità | 20 gennaio 2021, 12:43

Pizza in auto e bisogni nei prati, se viaggi per lavoro in zona arancione

Lo racconta Gianluca Vacca, agente di commercio di Neive in macchina tutto il giorno: “Non è così semplice organizzare la giornata, il pranzo e il bisogno fisiologico. Per il bagno mi trattengo da un cliente all'altro, ma non sempre è fattibile”. Il ristoratore Roberto Mosca: "Oggi a pranzo preparo quattro pasti per quattro operai che mangeranno al gelo. Se un cliente deve andare in bagno, lo faccio andare"

Pizza in auto e bisogni nei prati, se viaggi per lavoro in zona arancione

Una pizza ortolana sistemata sul cruscotto della macchina con vista sul parcheggio di Largo Argentera a Borgo San Dalmazzo. Ecco il pranzo-tipo di Gianluca Vacca, 55 anni, agente di commercio plurimandatario di Neive e capogruppo della categoria degli agenti e rappresentanti di commercio per Alba, Langhe e Roero presso l’ACA (Associazione commercianti albesi). Lavora nel settore arredo e design e viaggia ogni giorno per tutta la provincia di Cuneo e nella città di Torino per raggiungere i suoi clienti.

Un'attività stressante che si è fatta ancora più complicata con le disposizioni anti-covid. Ora che siamo in zona arancione, bar e ristoranti sono aperti solo per l'asporto portando ad un vero e proprio sconvolgimento delle sue dinamiche lavorative.

“Ieri, martedì 19 gennaio, ho mangiato l'auto-pizza – racconta Gianluca Vacca -. Ho consumato in auto e poi ho reso i vuoti alla pizzeria Marechiaro. C'era un discreto sole e in macchina si stava bene. Più complicato è farlo quando le giornate sono fredde e si è costretti a stare con il motore acceso, creando anche problematiche ambientali. Per un agente di commercio (e non solo) non è così semplice organizzare, anche da questo punto, la giornata, il pranzo e il bisogno fisiologico”.

Come lui, tutti quelli che viaggiano per lavoro. Al problema pranzo si aggiunge la faccenda del bagno, che non è di poco conto. Non è un argomento di cui si parla volentieri ma gliel'abbiamo chiesto perchè queste problematiche concrete possono rovinarti totalmente la giornata.

Lo conferma l'agente di commercio: “Mi trattengo da un cliente all'altro, ma non sempre è fattibile. Mi è anche capitato di dovermi fermare per strada, cerco di allontanarmi nei prati. Più complicato è quando devo andare in città. Venerdì sarò a Torino e non sempre è possibile raggiungere i centri commerciali dove sono a disposizione toilette pubbliche”.

“Gianluca Vacca è un nostro cliente storico – racconta Roberto Mosca che dal '92 gestisce la pizzeria Marechiaro con la moglie Anna Amatruda -. Ieri mi è dispiaciuto vederlo mangiare in macchina. I suoi problemi li capisco. In questi giorni fa veramente freddo. Oggi a pranzo io preparo quattro pasti per quattro operai che mangeranno al gelo. Ho comprato pannelli, borse termiche, tavoli riscaldati in dehor. Ho investito tanti soldi anche solo per avere più spazio e garantire la distanza. A pranzo, nei dovuti modi e numeri, si potrebbe fare questo servizio. E poi, anche se in questi giorni facciamo solo asporto, se uno viene e deve andare in bagno io lo faccio andare. Dopodiché sanifico tutto. È una questione di dignità umana”.

Chi sta fuori tutto il giorno deve anche lavarsi i denti e le mani, per essere presentabile sul lavoro. Sperando anche di non macchiarsi i vestiti mentre mangia in macchina che non è proprio il luogo ideale per consumare tutti i pasti. “Non ti accorgi di quanto sia importante finché queste cose non ti vengono a mancare – commenta Vacca -. Per le donne poi è ancora più complicato. Ho letto proprio ieri di un'imprenditrice edile friulana che, trovandosi in un paesino senza bar aperti, è stata costretta a bussare alla porta di casa di sconosciuti per poter andare in bagno”.

Non si tratta quindi solo di rinunciare al caffè al bar. Per chi lavora fuori casa, i bar e i ristoranti sono punti d'appoggio importanti.

“Ritengo sia una questione di salute pubblica - conclude l'agente di commercio -. Il pranzo sulla settimana poteva essere mantenuto, dato che chi viaggia per lavoro è quasi sempre solo e dunque si possono tranquillamente garantire le distanze di sicurezza”.


cristina mazzariello

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