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Attualità | 09 marzo 2021, 12:06

Continua la protesta andi-Dad della prof del liceo di Cuneo: "Essere qui è un segno di resistenza"

Con lei, che ha scelto di spostarsi in diverse aree della città iniziando simbolicamente proprio dal Parco della Resistenza, qualche alunno del liceo e una prof di matematica del De Amicis

Continua la protesta andi-Dad della prof del liceo di Cuneo: "Essere qui è un segno di resistenza"

Non si fermano le proteste contro la didattica a distanza in tutta la provincia di Cuneo. Da ieri gli studenti di ogni ordine e grado sono a casa, perché i contagi galoppano e gli ospedali tornano ad essere in affanno.

Ma genitori e insegnanti non ci stanno. Davanti alle scuole cartelli di dissenso, manifestazioni e flash mob. L'11 marzo sarà a Dronero, il 14 a Roccavione. Nella giornata di ieri, primo giorno di Dad, sono stati un po' ovunque, da Cuneo a Bra a Savigliano.

E non si ferma la protesta della professoressa Sara Masoero, insegnante di arte del liceo scientifico di Cuneo che, da oggi, è tornata a fare lezione all'aperto. Non più davanti all'ingresso del suo istituto, in corso Giolitti, ma in varie zone della città.

Ha cominciato simbolicamente dal Parco della Resistenza, in viale degli Angeli. "Perché la mia è una forma di resistenza, che parte da un gesto fisico: essere per strada e mostrare a tutti cosa è diventata la scuola. La dad dovrebbe essere un supporto, invece è diventato un surrogato. Gli studenti delle superiori sono stati in classe cinque settimane dall'inizio dell'anno. Ciò che hanno perso è irrecuperabile".

Con lei una prof di matematica del De Amicis di Cuneo, Roberta Ferro, e quattro studenti del liceo, che hanno già protestato al fianco della loro prof.

Continua Sara Masoero: "Insegno in 9 classi, a scuola non abbiamo avuto un solo contagio. I ragazzi sono controllati e controllabili finché vengono a scuola. Indossano correttamente la mascherina, si igienizzano le mani, mantengono le distanze. Le finestre sono aperte. La frequenza al 50% funzionava, perché chiudere di nuovo? E' ora di dire basta. Il diritto allo studio è paritario al diritto alla salute, ma continua a venire sacrificato. Perché non sono state fatte le cose che andavano fatte? Dove sono i termoscanner? I test rapidi? Non è stato fatto niente. L'unica risposta è stata, ancora una volta: chiudiamo le scuole".

E' arrabbiata Sara Masoero. E preoccupata per i suoi studenti. "Sono stata insultata, qualcuno mi ha addirittura augurato la morte. Ma continuerò a fare lezione per strada, perché devono vedere tutti che cosa è diventata la scuola, qual è il disagio che stanno vivendo questi ragazzi. Ci stanno prendendo in giro, l'intenzione è quella di non riaprire, lo sappiamo tutti. Ma io non mollo. Continuerò la mia dimostrazione di resistenza! Questa non è scuola!".

Domani 10 marzo, dalle 8 alle 13, Sara Masoero sarà in piazza Galimberti; giovedì 11 in piazza Europa dalle 8 alle 11, il 12 marzo dalle 10 alle 13 in via Roma e sabato, dalle 8 alle 12, al Santuario degli Angeli.

 

 

barbara simonelli

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