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Attualità | 14 settembre 2021, 17:41

Scattano i semafori antismog in Granda, ma le polemiche sulle nuove norme non si placano

Da domani 15 settembre, saranno interessati dai blocchi nove comuni della Granda, con pesanti limitazioni soprattutto per i veicoli diesel fino agli Euro 4. Dal 2023 la stessa sorte toccherà agli Euro 5

Scattano i semafori antismog in Granda, ma le polemiche sulle nuove norme non si placano

Non sono poche le polemiche che ruotano attorno alle nuove norme per la riduzione delle polveri sottili nelle aree del bacino padano che, da domani, mercoledì 15 settembre, diventeranno realtà

Tra le zone interessate c'è anche la Granda, in particolare le "sette sorelle", dove da tempo sono state emanate le opportune ordinanze, e i comuni sopra i 10 mila abitanti. Le limitazioni interessano i veicoli considerati più inquinanti, con pesanti limitazioni soprattutto per i diesel fino agli Euro 4 che dal 2023 verranno estese anche agli Euro 5. 

"Condivisibile l'idea di ridurre le emissioni e l'inquinamento nelle città, ma tutto sta nel metodo" - ci scrive un nostro lettore che lavora nel settore automobili - "Le nuove regole che entreranno in vigore a partire da domani sono assurde. Chi possiede un veicolo da più di dieci anni e non lo cambia, probabilmente non lo fa per ragioni economiche: non può permettersi di comprarne uno nuovo. I blocchi che verranno applicati creeranno una forzatura nel mercato: da un lato aumenterà la richiesta di nuove auto, la cui produzione risente della pandemia e dall'altra crolleranno i prezzi dell'usato. E proprio a proposito di pandemia, ci siamo dimenticati che, durante il lockdown, senza auto in circolazione, i livelli di CO2 hanno toccato livelli record? Lavorare per la lotta all'inquinamento è sacrosanto, ma deve essere una strategia comune, diffusa e concreta. Quello che stiamo vedendo è una decisione presa a livello europeo che è ricaduta a cascata sui sindaci e sui cittadini senza possibilità di appello. Il Move in può essere certamente un palliativo, con tutti i difetti del caso, a partire dal conteggio dei chilometri che avviene in maniera indistinta sull'intero territorio, ma anche qui vi sono non poche difficoltà per ottenere l'installazione. Come sempre l'errore dei "padri" ricade sui figli". 

Sul tema era anche intervenuto, lo scorso marzo, l'imprenditore Paolo Manera, che ora sottolinea: "Le auto usate euro 5 nel comparto padano interessato dalla restrizione hanno perso il 30% del valore residuo, per non parlare dei veicoli commerciali Euro 4. Ci spieghino come smaltire le batterie dell’elettrico e ci spieghino come si può fare per percorrenze sopra i 350 km al giorno. Non è solo una questione economica, non si tratta solo di essere obbligati a cambiare auto, ma è anche forzare l’ennesimo cambio generazionale tecnologico senza prima predisporne la reale funzionalità. Questa è un'imposizione non sostenibile e non supportata da sufficienti dati tecnici, che forzerà soltanto il mercato. È ora di finirla. Le auto vanno cambiate per volontà o necessità non per decreto".

AP

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