Un clima tutt'altro che sereno quello che continua a contrassegnare la vita amministrativa di Boves.
Se a gennaio era stata la minoranza ad abbandonare l'aula a pochi minuti dall'inizio del Consiglio comunale, ieri a farlo è stata invece la maggioranza, dopo appena 10 minuti e dopo la lettura, da parte del primo cittadino Maurizio Paoletti, di un riassunto dell'operato della propria squadra e di quello, invece, della minoranza, in questi primi due anni e mezzo di secondo mandato dell'avvocato bovesano.
Un clima evidentemente esasperato, che Paoletti riassume punto per punto, non senza rimarcare quello che a suo avviso è un atteggiamento per nulla costruttivo e per nulla a favore di Boves.
Parla senza mezze misure Paoletti, mettendo nero su bianco il suo "stato d'animo".
Il suo discorso, durato 9 minuti, parte dal grandissimo riscontro ottenuto alle ultime amminsitrative, che lo hanno visto stravincere.
"Partivamo dal 40% dei suffragi contro due liste che si erano unite per batterci ed insieme, sulla carta, contavano il 60% dei voti. Abbiamo sovvertito tutti i pronostici.
Ho trascorso i primi 5 anni come sindaco, sentendomi dire dalla minoranza che ero il sindaco meno votato nella storia di Boves; ora, posso dire con orgoglio, che sono uno dei sindaci più votati nella storia di Boves e che nessuno mai, prima di me, tra il primo ed il secondo mandato, è riuscito ad ottenere un aumento del consenso del 50% rispetto alla prima tornata".
Paoletti accenna alle grandi difficoltà incontrate, in particolare per la gestione della pandemia "che ci ha colti tutti di sorpresa".
Continua: "Siamo stati i primi a consegnare i buoni alimentari durante il lockdown, siamo stati i primi a sperimentare una piattaforma digitale per erogare sostegni a chi era stato colpito dalle chiusure.
Nonostante tutte le problematiche abbiamo proseguito negli interventi che avevamo programmato.
Ora mi chiedo e chiedo ai cittadini: cosa ha fatto la minoranza in questi due anni e mezzo per Boves?"
Paoletti non tralascia di fare cenno, più volte, alla "lettera di sponsorizzazione che i 4 sindaci, Giorgio Biarese, Piergiorgio Peano, Luigi Pellegrino e Riccardo Pellegrino, hanno inviato alle famiglie bovesane, invitandole a votarvi, voi eravate indicati come costruttori di quel clima positivo di cui la città aveva urgente bisogno; avete fatto esattamente il contrario".
"Al primo consiglio volevate già presentare una raffica di interrogazioni e interpellanze; in sei mesi ne avete presentate 40, praticamente lo stesso numero che le altre due minoranze avevano presentato in 5 anni!
Gli uffici hanno lavorato giorni per recuperare dati per potervi rispondere; alcune non avevano neppure i requisiti per definirsi tali su argomenti che nulla avevano a che fare con la competenza del Consiglio; vi abbiamo dovuto ricordare più volte che le discussioni consiliari non sono chiacchiere da bar".
Segue la difesa del segretario comunale, la dottoressa Parra, sulla quale la minoranza di Boves è intervenuta, su alcune testate locali, evidenziando il tema dei rimborsi chilometrici, del tutto legittimi.
Così Paoletti: "La dottoressa Para ha regalato alla città di Boves centinaia di ore del suo tempo oltre l’orario, senza essere pagata; se tutti i dipendenti pubblici lavorassero come la dottoressa Para l’opinione dei cittadini sui dipendenti pubblici sarebbe ben differente dai soliti luoghi comuni.
Ma i continui attacchi che subisce da quando vi è questa minoranza, non giovano a creare quel clima sereno che auspicavano i vostri 4 amici ex sindaci nella tristemente famosa, quanto infausta, lettera elettorale".
Paoletti non tralascia, nella sua arringa, "l’insistente richiesta di accesso da remoto al protocollo del Comune. Il segretario, responsabile del protocollo, vi ha detto che non avrebbe permesso a nessuno, né in maggioranza né in minoranza, tale accesso per la tutela della privacy e della sicurezza dei cittadini; dopo due anni, non soddisfatti, in piena pandemia siete andati dal Prefetto nuovamente perorando tale richiesta.
Non avete neppure il problema del lavoro; siete 4 pensionati, potete accedere comodamente in orario d’ufficio al Comune e chiedere ai capiarea informazioni di ogni genere, senza tuttavia intralciare il loro lavoro".
Sui continui attacchi in merito allo spreco di risorse: "Abbiamo preso un Comune con quasi 7 milioni di debiti, ora siamo a poco meno di un milione e mezzo ….. eppure sembra che ci sia sempre il sospetto che sprechiamo risorse ….. gli anni degli sprechi erano altri ….
Vi chiedo: voi dove eravate?
Abbiamo ereditato milioni di euro di debiti, tetti di fabbricati e ponti che crollavano, impianti sportivi non a norma, la soffittatura del Borelli che si staccava con grave pericolo ….. strade a pezzi ….. non abbiamo fatto un solo euro di debito pubblico da lasciare ai nostri figli.
I 4 sindaci che vi hanno firmato quella lettera possono dire altrettanto?
Chiedetevi qualche volta davanti allo specchio cosa state facendo per migliorare l’immagine di Boves? Smettetela di demonizzare sempre tutto e tutti.
Le proteste in piedi, le uscite dal consiglio senza motivazione, le proposte di mettere un cumulo di terra in una rotonda per rendere la circolazione più sicura fanno sicuramente notizia; i giornalisti vi ringraziano perché sicuramente le polemiche fanno notizia e fanno vendere giornali; ma voi siete qui non per far vendere giornali, siete qui per rendere un servizio alla città, per di più in un momento come questo, di pandemia, dove dovremmo mostrare unità e collaborazione tutti insieme".
Non manca il passaggio sulla Scuola di Pace, per la quale è stata nominata presidente Enrica Di Ielsi, che si è dimessa da assessore mantenendo le deleghe.
Ha infine concluso: "In questo momento di pandemia sono davvero disgustato del vostro comportamento e vi invito a riflettere seriamente sul ruolo che state svolgendo, perché la storia, come giudica me, giudica anche voi.
Il consigliere Martini - non presente per motivi personali - la volta scorsa ha detto alla stampa che era stufo di farsi prendere in giro e che bisogna reagire, ebbene ora ve lo dico: sono io ad essere stanco di essere preso in giro dalla minoranza e reagisco".