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Attualità | 10 maggio 2022, 17:31

Le piante tartufigene sono in pericolo? L'Associazione Tartufai chiede ai Comuni una normativa

Dopo l'incontro all'Unione dei Comuni del Barolo c'è l'intento di regolamentare l'abbattimento di pioppi, querce, salici, tigli e noccioli per evitare situazioni critiche

Tartufo bianco di Alba: un bene prezioso da non perdere (foto di Tino Gerbaldo)

Tartufo bianco di Alba: un bene prezioso da non perdere (foto di Tino Gerbaldo)

Le piante, si sa, sono il polmone della Terra. Ci permettono di respirare ossigeno, che viene rilasciato durante la loro fotosintesi clorofilliana, processo durante il quale immagazzinano anidride carbonica.
Oltre a questa fondamentale funzione per la vita, nelle Langhe sono anche custodi del tartufo che cresce sotto determinate piante. E proprio questi esemplari sono da tutelare. Questo è l’intento dei Comuni del Barolo che adotteranno dei provvedimenti per ridurre al minimo l’abbattimento delle piante tartufigene.

Pioppo, quercia, salice, tiglio e nocciolo sono in pericolo? Questo no, ma, visto che non esiste una normativa e considerati i disboscamenti degli ultimi decenni, se ci aggiungiamo la minor quantità dei tartufi, dovuta anche alle bizze del clima, è meglio prevenire che curare.
L'Associazione Trifolau Albesi ha incontrato i sindaci dell’Unione di Comuni Colline di Langa e del Barolo per far sì che le amministrazioni si dotino di un regolamento che tuteli le piante, e che ne regoli l’abbattimento.

Un aspetto che l’associazione dei tartufai ha a cuore, come spiega Mario Aprile, presidente regionale: «Le amministrazioni comunali sono state interessate perché ultimamente le coltivazioni di viti e nocciole hanno preso il posto degli alberi in modo poco controllato. Ricordiamo che una parte importante dell’economia albese è legata al tartufo, considerando anche l’indotto.

Abbiamo chiesto una maggiore tutela tramite una regolamentazione perché si rischierebbe di arrivare a situazioni critiche e punti di non ritorno. I Comuni si sono dimostrati molto sensibili e hanno preso l’impegno di studiare un modo per regolamentare queste situazioni».

«Con questa iniziativa - continua Aprile - vogliamo anche sensibilizzare la Regione Piemonte affinchè possa emettere un regolamento a tutela degli alberi, e questo avrebbe sicuramente un maggior peso. Comprendiamo le difficoltà delle amministrazioni comunali e apprezziamo il loro sforzo. Ad esempio nei paesi di Montà e Vezza d’Alba sono già state inserite norme che stanno funzionando.

Siamo ancora in tempo, ma non dobbiamo perderne: il territorio Unesco ha bisogno del tartufo come di tutte le sue eccellenze che lo hanno reso famoso nel mondo: sarebbe un gravissimo errore non tenerne conto».

Livio Oggero

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