Più sicuro per i pazienti e per gli operatori sanitari, con grandi vantaggi di sistema. Sono stati presentati questa mattina, giovedì 30 giugno, i dati di due anni di attività del robot della Farmacia Ospedaliera dell'Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo.
Alla conferenza hanno partecipato il direttore generale Elide Azzan, il direttore sanitario Monica Rebora, il direttore della Farmacia Ospedaliera Claudia Fruttero, il direttore dell'Ematologia Massimo Massaia. Presenti anche Marco Formica per la Fondazione CRC e la presidente AIL sezione Cuneo Anna Rubino, in rappresentanza dei due partner che finanziarono l'apparecchiatura.
Attivato a luglio 2020, questo robot si inserisce alla perfezione in un percorso integrato a favore della tracciabilità di sistema. “E' per noi un compleanno importante – ha esordito Azzan -. Abbiamo centrato gli obiettivi di riduzione dei tempi di produzione e dei tempi di attesa dei pazienti, della diminuzione del rischio di errore umano, dell'incremento dello standard di sicurezza nelle preparazioni galeniche, e nella maggiore tracciabilità”.
L’apparecchiatura - Apoteca Chemo - ad oggi l’unica in Piemonte in un’Azienda pubblica (l’altra è in dotazione a Candiolo), è stata donata dall’Ail sezione “Paolo Rubino” di Cuneo in partnership con la Fondazione CRC.
I NUMERI
Dal punto di vista lavorativo sono raddoppiate le postazioni di allestimento e ne è derivata una minore esposizione degli operatori a farmaci citotossici, con minori patologie correlate al sovraccarico degli arti superiori.
Tra il 2019 e il 2021 i pazienti in trattamento sono passati da 1466 a 1712, le terapie gestite con l’automazione sono state complessivamente 8003 nel primo anno di attività e 8482 nel secondo. Analizzando i tempi di lavorazione nel percorso tra la validazione del farmacista e la chiusura del pacco per il paziente nel 2021 il nuovo sistema ha portato a una riduzione di 155 giornate lavorative con il recupero del tempo-lavoro di tre quarti di un tecnico/infermiere. Tempo risparmiato che è stato impiegato nella gestione della situazione pandemica.
Il laboratorio UFA manipola tra i 50 e i 60 principi attivi, di cui 42 citotossici e di questi ben 36 possono essere allestiti con l'automazione, un dato estremamente importante se si vuole evidenziare la capacità di riduzione del rischio per il personale medico.
GLI INTERVENTI
Anna Rubino, presidente Ail: “La nostra associazione vuole stare vicino ai pazienti e questo progetto consente di realizzare l’obiettivo. Siamo orgogliosi del risultato raggiunto e saremo ancora al vostro fianco in futuro per rendere possibile la realizzazione di altri progetti”.
La Fondazione CRC era rappresentata dal componente del Consiglio Generale Marco Formica: “Ho un buon ricordo in sede di discussione, quando anch’io personalmente avevo fortemente sostenuto un progetto che ritenevo necessario e molto innovativo”.
Massimo Massaia: “La cosa che mi è piaciuta di più di questo progetto? Che è stata un’ottima idea e a Cuneo è stato possibile realizzarla. Non sarebbe stato così scontato ovunque. Questo è stato il grande vantaggio”.
La direttrice generale Azzan: "Importante è la resa dei dati e dell’attività, un’attività apparentemente semplice, ma che invece comporta lavoro e impegno costante. Per questo non è da sottovalutare l'importanza della comunicazione con il cittadino per informarlo ed educarlo sul funzionamento dell’attività ospedaliera”.