Il premio ferroviario europeo “Euroferr” verrà consegnato alla stazione di Saluzzo il 24 settembre prossimo a Milano. E’ stata scelta tra 96 candidate d’Italia, insieme ad altre 19 stazione lombarde, 12 piemontesi (tra cui Alba) e tre liguri, come stazioni ad alta valenza storica turistica ambientale e archeologica.
Bellissima ed evocativa la motivazione del riconoscimento: "Noi di AEC (Association Europeenne des Cheminots ) di UTP ( Utenti Trasporto Pubblico) e di ANFG( Associazione Nazionale Ferrovieri del Genio) con il supporto del CIFI ( Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani) pensiamo che le stazioni non sono solo punti di transito ma anche magiche porte d’ingresso a meravigliosi e suggestivi territori. Stazioni come luoghi magici e iconici per i viaggiatori in cerca della bellezza del mondo, luoghi di congiunzione con storia ambiente, turismo e archeologia. Le stazioni ferroviarie europee non sono solo il simbolo massimo di quella che è stata la rivoluzione industriale, ma rimangono delle strutture, quando ben tenute, piene di fascino e di atmosfera".
Certamente meritevole del premio per tali valenze, la stazione di Saluzzo è però “abbandonata” da tempo, “ingrigita”, priva di servizi e ad oggi senza manutenzione.
"Mi chiedo perchè un bene così pregevole da meritare un premio internazionale, venga lasciato in quelle condizioni di degrado e abbandono - afferma il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni che non nasconde il proprio disappunto -. Ho già sollecitato due volte le Ferrovie negli ultimi tre mesi. Aspetto ancora una risposta. Sono indignato".
L’edificio, vincolato dalla Sovrintendenza risalente al 1856, entrò in funzione il 1° gennaio 1857 in concomitanza con l'attivazione della linea Savigliano-Saluzzo. Il 17 giugno del 2012 fu sospeso il trasporto passeggeri sulla linea Savigliano-Saluzzo-Cuneo, rimasta attiva per il solo traffico merci.
Il servizio fu poi ripristinato solamente nella direzione di Savigliano il 7 gennaio 2019 e nuovamente sospeso a marzo 2020. Per la Regione il numero di passeggeri, anche a causa del Covid e del conseguente smart working, non giustificava economicamente l’utilizzo dei convogli ferroviari, sostituiti così dai bus con tempi di percorrenza più lunghi e aumento del traffico veicolare su strada.

A più voci e a più espressioni si chiede da anni il ritorno del treno e la cura dell’edificio. Per lo stabile di piazza Vittorio Veneto, il Comune di Saluzzo ha già adottato un’ordinanza del sindaco nel 2018 per interventi urgenti di messa in sicurezza e la presa in considerazione un intervento di restauro conservativo per salvaguardarne la valenza "storico-culturale”.
Nel giugno scorso il primo cittadino Mauro Calderoni è tornato a chiedere di agire alle Ferrovie dello Stato: "informazioni sullo stato dell’edificio, tempi di cantierizzazione di un restauro, oltre a condizioni di sicurezza e stabilità delle parti che si affacciano sulla piazza pubblica. Nello stesso tempo è stato sollecitato un intervento di pulizia ed asportazione di scorie e residui sugli elementi architettonici di facciata che sulle dirette pertinenze”.

Lo scorso anno, a novembre del 2021, i Comuni di Lagnasco, Saluzzo e Savigliano insieme all’Alstom ferroviaria (che ha lo stabilimento proprio a Savigliano), al Consorzio «Granda bus» e al Politecnico di Torino hanno avviato un progetto innovativo sulla tratta sospesa, in risposta ad un bando regionale per il recupero del sedime ferroviario in disuso, a favore di piste ciclabili o altre forme di mobilità.
Scopo: esplorare la fattibilità tecnico-economica di un diverso utilizzo delle linee dell’area saluzzese saviglianese, senza comprometterne in modo irreversibile un futuro riutilizzo per la circolazione dei treni.
I tre Comuni della linea e gli altri partner del progetto hanno deciso di approfondire l’ipotesi di mezzi ecosostenibili ed innovativi, come ad esempio il tram-treno oppure bus con motorizzazioni diverse da quelle esistenti, da far girare sul sedime ferroviario, cioè sui binari, opportunamente riadattato e pavimentato con materiali idonei (anche in questo caso esistono soluzioni innovative). Diventerebbe, dunque, una tratta “promiscua” dove potrebbero girare i treni e altri tipi di mezzi, anche su gomma. Le nuove navette fermerebbero anche a Lagnasco.



























