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Attualità | 26 settembre 2022, 19:35

A Cuneo l'open week sulle malattie cardiovascolari

Sabato 1° ottobre, dalle ore 10 alle ore 18 in piazza Galimberti, la seconda edizione dell’evento “Le donne ci stanno a cuore”

A Cuneo l'open week sulle malattie cardiovascolari

Sabato 1° ottobre a Cuneo si terrà la seconda edizione, dopo il successo dell’anno scorso, dell’iniziativa "Le donne ci stanno a cuore", quest’anno rientra anche nell’OPEN WEEK di ONDA.

Un evento promosso dall’Associazione Pre.zio.sa. Prevenzione Promozione Salute Onlus in cui le donne avranno la possibilità di sottoporsi a una valutazione del rischio cardio- cerebrovascolare mediante la misurazione della pressione arteriosa, dei valori di colesterolo che sarà realizzata dal personale della Cardiologia e della Neurologia dell’Azienda Ospedaliera di Cuneo e dell’ASL CN 1, coordinate rispettivamente dalla Roberta Rossini direttore della struttura complessa di Cardiologia del S. Croce e Carle, da Roberta Bongioanni, direttore del Dipartimento Medico Specialistico dell’ASL CN 1 e da Marco Capobianco direttore della Struttura Complessa Neurologia del S. Croce e Carle di Cuneo, dalle ore 10 alle ore 18, in piazza Galimberti a Cuneo.

In particolare i medici saranno a disposizione per incontrare le donne che vorranno partecipare all’evento e rispondere alle domande. A disposizione dei cittadini anche una dietista per dare le giuste informazioni su una corretta alimentazione. Sempre il 1 ottobre, dalle ore 9.00 alle ore 12.30, Ecocolordoppler aortico addominale gratuito per uomini e donne con età superiore ai 65 anni che non hanno mai effettuato questo esame o che sia passato almeno un anno dall'ultimo ecocolordoppler dell'aorta addominale a cura della Chirurgia Vascolare ed Endovascolare del S. Croce e Carle. L'esame si effettuerà presso gli ambulatori della Chirurgia Vascolare siti al piano terra.

Sarà possibile prenotare inviando una mail all'indirizzo openday@ospedale.cuneo.it  

Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento crescente di donne colpite da patologie cardio- cerebrovascolari. Esse rappresentano la principale causa di mortalità e disabilità femminile e superano ampiamente le cause oncologiche. Nel 2015 i decessi femminili per malattie cardiovascolari sono stati 137.000, che rappresentano la causa del 40% delle morti, contro il 34% negli uomini (fonte Eurostat 2018 su dati 2015). Secondo Roberta Rossini, direttore della Struttura Complessa Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo “le patologie cardio-cerebrovascolari nelle donne, oltre ad essere frequenti, specie in età post-menopausale, sono spesso gravate da una prognosi peggiore rispetto agli uomini. Dati di letteratura dimostrano che l’essere di sesso femminile può associarsi ad un ritardo nella diagnosi ad esempio di infarto miocardico acuto. Le donne, infatti, possono presentare una sintomatologia diversa e più sfumata rispetto a quella degli uomini. Inoltre, esse stesse possono sottostimare il sintomo, nella convinzione che le malattie cardiovascolari siano tuttora appannaggio degli uomini. Inoltre purtroppo, le tecniche diagnostico-terapeutiche nonché le terapie farmacologiche sono ancora oggi studiate per lo più sugli uomini e molto meno sulle donne. Queste ultime, tuttavia, presentano caratteristiche differenti rispetto al sesso maschile ad esempio rispetto al peso corporeo, al rischio emorragico e alla fisiopatologia di alcune malattie. Questo fa sì che, talvolta, le terapie studiate per lo più su uomini ma applicate, nella pratica clinica, sulle donne, risultino meno efficaci. E’ importante sottolineare che, a fronte di questi dati epidemiologici, non si è assistito ad un aumento della consapevolezza nel sesso femminile rispetto al rischio cardiovascolare aumentato ed all’importanza di un’opera di prevenzione”. Oggi è quindi importante parlare di rischio cardio-cerebrovascolare nelle donne e di prevenzione, in un ambito dove la percezione del rischio è ancora scarsa e si tende erroneamente ad associare le malattie cardio-cerebrovascolari all’universo maschile.

Le donne - sottolinea Maria Roberta Bongioanni, direttore della neurologia dell’ospedale di Savigliano e del Dipartimento Medico Specialistico dell’ASL CN 1 - sono scarsamente informate sul ruolo dei fattori di rischio e sulla possibilità di “proteggersi” attraverso l’adozione di stili di vita sani, proprio perché colpite in età più avanzata quando erroneamente si ritiene poco efficace qualsiasi attività di prevenzione primaria.

Accanto a fattori di rischio tradizionali non modificabili, come l’età e la familiarità, vi sono fattori di rischio tradizionali modificabili, quali ipertensione arteriosa, fumo, dislipidemia, diabete, sedentarietà, sovrappeso/obesità. Questi fattori sono i medesimi nei due sessi ma hanno un peso (rischio relativo) diverso e risultano avere un impatto maggiore in termini di morbilità e mortalità cardiovascolare nelle donne rispetto agli uomini.

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