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Attualità | 18 gennaio 2023, 08:58

Scuola Venasca, i genitori: “Non si può andare avanti a singhiozzo”

Il 23 gennaio scade nuovamente la reggenza dell’Istituto Comprensivo affidata al professor Davide Martini. Il Comitato chiede che la situazione venga stabilizzata. “Ne va di mezzo – dicono – la formazione dei nostri figli”

Immagine di repertorio - L'assemblea di genitori e docenti a Venasca (ottobre 2022)

Immagine di repertorio - L'assemblea di genitori e docenti a Venasca (ottobre 2022)

“Come Comitato Genitori, segnaliamo tutta la nostra preoccupazione per l'imminente avvicinarsi della data del 23 gennaio, giorno in cui scadrà il termine della reggenza del professor Davide Martini. Ad oggi, nonostante diverse Pec inviate all'Ufficio Scolastico Regionale non abbiamo ricevuto alcun tipo di riscontro. Continuiamo a sostenere che la scuola non possa andare avanti a singhiozzo in questo modo”.

Torna, dunque, al centro dell’attenzione l’annosa questione della scuola di Venasca, dopo la nota vertenza che da mesi sembra non riuscire a trovare risposte definitive.

Alla ripresa delle lezioni, dopo le vacanze natalizie, l’Ufficio Scolastico Regionale aveva prorogato a fine gennaio l’incarico di dirigente reggente all’istituto comprensivo della valle Varaita al professor Davide Martini, titolare a Busca.

Si trattava – lo ricordiamo - della terza proroga nell’arco di poco più di tre mesi.

La prima sostituzione della preside Patrizia Revello, al centro di contestazioni da parte di genitori, personale scolastico e sindacati, era avvenuta a metà novembre ed aveva come scadenza il 7 dicembre.

C’era poi stato un ulteriore prolungamento dell’incarico fino al 24 dicembre, data di inizio delle festività natalizie, cui ha fatto seguito un allungamento al 23 gennaio 2023.

I sindacati sono in attesa di conoscere le determinazioni finali dei referenti regionali.

Anche i genitori dell’Istituto Venasca-Costigliole Saluzzo, che fin dal primo giorno di scuola avevano avviato un’azione di protesta, vogliono capire come evolverà la situazione nelle prossime settimane e chiedono che la situazione arrivi ad una stabilizzazione.

“Ne va – dicono – della formazione dei nostri figli”.

Per questo sollecitano chi di dovere a trovare una soluzione che, questa volta, non sia più a singhiozzo ma arrivi possibilmente alla fine dell’anno scolastico.

 

GpT

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