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Attualità | 07 marzo 2023, 11:35

Dal comitato 'No Biodigestore' il timore che venga riaperta la discarica di Borgo e che l'impianto cada in mano ai privati

Ieri sera partecipata assemblea pubblica a Borgo San Dalmazzo. Mauro Fantino sul voto della Manassero: “Una pugnalata alla schiena alla città di Borgo e a tutto il territorio”. L'assessore Boaglio ha portato l'esempio del biodigestore di Santhià: “Una realtà pubblica, poi caduta in mano ai privati con il raddoppio delle dimensioni. Due settimane dopo l'approvazione in assemblea Acsr, c'erano macchine Iren che giravano in centro Borgo. Sarà un caso?”

Dal comitato 'No Biodigestore' il timore che venga riaperta la discarica di Borgo e che l'impianto cada in mano ai privati

 

"La nostra forza è la partecipazione. Questo è un momento cruciale per la questione biodigestore". È stato l'ex assessore Mauro Fantino ad aprire la partecipata assemblea pubblica sul biodigestore ieri sera, lunedì 6 marzo, a Borgo San Dalmazzo. Ad organizzare l'evento il comitato “No Biodigestore” dopo gli sviluppi degli ultimi mesi, con l'accettazione da parte dell'assemblea Acsr, del finanziamento PNRR di quasi 13 milioni di euro. Nonostante il no di Borgo, comune su cui è prevista la realizzazione del progetto. Un no motivato dai dubbi sul conferimento dell'organico da tutta la Provincia e dalla mancata sostenibilità economica del progetto.

Il salone consiliare era gremito da cittadini e amministratori del territorio. Tutti esauriti i posti a sedere.

Presenti la deputata PD Chiara Gribaudo; la sindaca di Borgo Roberta Robbione con gli assessori Francesco Rosato, Fabio Armando, Armando Boaglio, Michela Galvagno, oltre al consigliere di minoranza Luca Basteris; il consigliere regionale M5S Ivano Martinetti; la sindaca di Roccavione Germana Avena; i consiglieri.di minoranza da Cuneo Ugo Sturlese, Giancarlo Boselli, Paolo Armellini, Claudio Bongiovanni e Luciana Tosello.

 

Dopo aver ricostruito la vicenda biodigestore, Fantino (che si era dimesso dalla carica di assessore a fine 2019 proprio in polemica sul progetto, ndr) si è soffermato sul voto positivo della sindaca di Cuneo Manassero, fondamentale per l'approvazione del finanziamento PNRR all'assemblea Acsr del 17 febbraio: "Un voltafaccia, atto gravissimo e inimmaginabile, una pugnalata alla schiena alla città di Borgo e a tutto il territorio. Stiamo pensando che dietro a questa operazione ci sia qualcos'altro".

Poi la dettagliata relazione di Franco Dini, del comitato no biodigestore: "Noi siamo tecnici. Non siamo terroristi dell'informazione. Non siamo contrari alla tecnologia del biodigestore, ma a questo progetto. Lo contestiamo per il luogo, la dimensione, e perchè non baricentrico alla provincia".

 

Si è quindi addentrato su questioni tecniche: “Ci sarà il problema del percolato inquinante che sara ridotto solo del 30%. Come conterranno le emissioni di CO2 per trasformare biogas in biometano? Non se ne fa cenno nel progetto. La captazione dell'anidride carbonica è molto costosa. Dicono poi che il biodigestore non produce odori, ma nel passaggio dello stoccaggio e del conferimento questo problema ci sarà eccome. Il consumo d'acqua poi passerà da 4mila mc anno a 20mila, quindi 5 volte tanto. E siamo in piena crisi idrica”.

La sindaca di Roccavione Avena ha fatto un discorso su onestà e rispetto: "Venerdì 17 febbraio all'assemblea Acsr confidavamo nell'onestà delle persone sedute nel salone consiliare di Cuneo. Invece c'era poco da discutere. Sono tutti arrivati già schierati. Con una sostanziale differenza. Tutti quelli del no hanno dato giustificazioni. Invece i motivi del sì sono carriera, e posti in amministrazione. È emerso che se i rifiuti non arrivano dalla Provincia, possono arrivare da Roma. Ma se va in fallimento Acsr, andiamo in fallimento tutti a pagare bollette! Qualcuno si chiede se Borgo è isolata? No, Borgo è con le sue valli”. E sul rispetto: “Il rispetto è venuto a mancare ancora di più dell'onestà. Prima dell'assemblea Acsr c'è stato una riunione privata. In quella occasione è stato chiesto ai sostenitori del sì di prendersi il biodigestore sul loro territorio. Sapete cosa è emerso? Che Borgo ha la discarica e se la tiene, peggio per lei. È il suo peccato originale. Invece voi avete un sindaco che non ha scambiato 4 lire per i rifiuti. Non so come finirà ma so che Borgo merita rispetto perché qui sono arrivati rifiuti di tutti i 54 comuni. Borgo ha una discarica che deve essere messa a posto. Una discarica per cui sono stati accantonati 3 milioni di euro che sono quasi spariti e non si sa perché”. E rincara la dose: “Borgo ha le vasche che non sono esaurite ma che possono essere riprese. Il valore di Borgo non è il biodigestore ma la discarica. I biodigestori ormai spuntano come funghi, ma di discariche ce ne sono poche. Un domani Cuneo potrebbe rimettere il suo peso per farla riaprire”.

 

I fautori del sì hanno contestato a Borgo di non aver portato in votazione il progetto biodigestore in consiglio comunale. Ha spiegato il motivo ancora la sindaca Avena: “Quando un consigliere chiede un consiglio, la legge dice che deve portare un ordine del giorno. È per quello  che non si è votato. La minoranza non ha portato alcuna delibera. Quando un sindaco partecipa ad una assemblea di una azienda partecipata, va e decide. Nel consiglio del 16 febbraio la maggioranza ha dato pieno mandato alla sindaca di votare no”.

Chiamata in causa, è quindi intervenuta la sindaca di Borgo Roberta Robbione: “Se dobbiamo fare un discorso di solidarietà provinciale, deve essere fino in fondo. Tutti conferiamo, tutti ci prendiamo il rischio di impresa. Non ho mai messo in discussione il discorso ambientale e tecnologico. Ne faccio un discorso economico. Quando ci raccontano che il biodigestore farà calare la Tari è scorretto perché la tassa è composta da due elementi: la raccolta che vale 2/3, è fatta dal Cec ed è sempre piu in aumento, poi l'elemento smaltimento che vale 1/3. Di quanto potrà diminuire?”. Tornando all'assemblea Acsr: “In quell'occasione il sindaco di Boves Paoletti (favorevole al biodigestore, ndr) ha contestato il problema conferimento dicendo che ci sono solo rifiuti, che possiamo tranquillamente prenderli da Roma o da Napoli. Io mi chiedo dove sta la circolarità? Ricordiamo poi che 18 sindaci hanno detto sì, 18 no e 3 gli astenuti. Non ci fosse stato il voto ponderato si chiudeva in parità. Ribadisco che Borgo non è isolata, il voto di Cuneo mi ha ferita, ma con la sindaca Manassero si continua a lavorare su altre questioni. Sul biodigestore sento forte il sostegno da parte delle valli, a parte il comune di Argentera e Valdieri che forse ne hanno fatto una questione di schieramento politico”.

Cosa succede adesso? “Acsr andrà avanti con la progettazione – continua Robbione -. Ma il comune di Borgo non sta fermo. Ci stiamo confrontrando con i legali per capire cosa fare. C'è tutta la questione urbanistica. Abbiamo chiesto ad Acsr di capire dove intendono inserire i nuovi impianti così da posizionarli sul nostro Piano Regolatore, ma non abbiamo ricevuto risposta. Anzi ci è stato detto che quando si tratta di bene pubblico si va oltre la volontà del Comune”.

Vedo in sala chi ha appezzamenti agricoli vicini alla discarica ed è tanto preoccupato – conclude la sindaca Robbione -. Anche per loro abbiamo il dovere di andare fino in fondo”.

La parola è quindi passata alla deputata Chiara Gribaudo: “Sono qui come cittadina. Il progetto è stato finanziato al cambio di Governo, quindi utilizzato per fare altro. Chi di noi è impegnato nelle istituzioni deve sempre pensare agli interessi dei cittadini. Torno a fare la stessa domanda che feci nel 2019. A chi serve questo biodigestore? Nessuno mi ha ancora risposto a questa domanda. San Nicolao è una discarica anomala. Quel sito è sulle rive di un fiume, vicino a terreni agricoli. La neve non la vediamo più, idem l'acqua. E noi proponiamo un impianto che ne utilizzerà 5 volte di più? Inoltre il finanziamento non copre tutta la cifra. Ci sarà da fare un mutuo. E se non funziona? A me interessano i fatti, e i fatti ci dicono che non ci sono le condizioni economiche, non ci sono le condizioni ambientali, in un sito compromesso e che ha già dato tanto. Poi, se i camion vengono da fuori, aumenterà il traffico dei rifiuti”. E chiude: “Ci sono finanziamenti utili che servono. Penso alle CER (comunità energetiche rinnovabili, ndr). Ma prendere investimenti tanto per dire che non rinunciamo, non mi sta bene. Sono una cittadina che paga le tasse prima ancora che una cittadina prestata alla politica. Esprimo con forza la mia contrarietà al biodigestore e la mia vicinanza al comune di Borgo. Mai come in questo momento le risorse vanno gestite bene”.

Meloni ha datò il finanziamento e la sindaca del PD l'ha fatto approvare – ha ribattuto il consigliere di minoranza cuneese Boselli al Gribaudo-. Oltre al biodigestore c'è il parcheggio in piazza Europa che la città non vuole. Della sindaca Manassero non ci fidiamo più. La commissione di inchiesta sul biodigestore l'ho chiesta ancora prima dell'approvazione da parte assemblea Acsr. Prima di tutto vogliamo sapere chi ha certificato che ci sarebbero state le 45 mila tonnellate di organico. La commissione di inchiesta non è passata ma abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti”.

Il consigliere di minoranza cuneese Ugo Sturlese: “Abbiamo l'impressione che la democrazia in questa provincia abbia dei grossi limiti. Ci sono poteri occulti che dominano tutto. Serve onestà comportamentale ed istituzionale, poi ci vuoole cultura per governare. Questo impianto si basa sull'impulso alla produzione dei consumi. Il ragionamento sbagliato di fondo della Manassero è di considerare che i rifiuti siano una risorsa. Questa è un'eresia. non si può voltare la faccia così”.

Il consigliere di minoranza cuneese Paolo Armellini: “Sono in consiglio a Cuneo da giugno. Solo a gennaio si è parlato di biodigestore. Ci sono dati inconfutabili che cozzano con chi parla di opportunità. Ci sono due criticità, quella di conferimento e quella finanziaria. Insomma, stiamo costruendo una piscina con la tecnologia più alta ma la stiamo costruendo un un deserto e non avremo affluenti e tubature per riempirla. Faremo il possibile che non succeda”.

Sono qui a dare sostegno alla sindaca Robbione e a tutti quei sindaci che hanno detto no – ha aggiunta il consigliere regionale Martinetti -. Non ci sono i numeri. Se si arrivasse al fallimento, i debiti li pagherebbero tutti i comuni, quelli d'accordo e anche quelli no”.

Sono quindi intervenuti gli assessori borgarini Francesco Rosato e Armando Boaglio.

L'assessore all'Ambiente Rosato ha fatto il punto sulle apparenti incompatibilità urbanistiche: “Questo darà materiale legale. Acsr vuole aggirare la questione appigliandosi a motivazioni di bene e di salute dei cittadini per farlo diventare un impianto di urgenza. Ammiro e ringrazio Fantino e Dini. Ribadisco quanto detto in consiglio. La rinuncia a un finanziamento così importante come questo del PNRR non è un segno di fragilità ma di forza”.

L'assessore ai Lavori Pubblici Boaglio ha portato l'esempio del biodigestore di Santhià: “Una realtà pubblica, poi caduta in mano ai privati (Iren, ndr) con il raddoppio delle dimensioni. Questo è il rischio che corriamo a Borgo quando si vedrà che l'impianto non funzionerà. Due settimane dopo l'approvazione in assemblea Acsr, c'erano macchine Iren che giravano in centro Borgo. Sarà un caso? Sicuramente non venivano in Comune”. 

A tirare le conclusioni Mauro Fantino: “Abbiamo l'amministrazione di Borgo che dice di no sulla base di argomenti tecnici. Si andrà avanti sul piano legale. Il 30 settembre 2019 Acsr ha inviato alla Provincia lo studio di fattibilità per la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale, ndr). Siampo in attesa del progetto esecutivo e definitivo. cosa che tra l'altro ha un valore di costo del 10/15% del totale dell'opera. In Provincia non è ancora arrivato. Ma quando arriverà faremo le nostre ossevazioni scritte e ovviamente informeremo la cittadinanza”. E chiude con una domanda alla parlamentare Gribaudo: “Non mi quadra qualcosa. È stata fatta una richiesta ai ministeri a Roma per il finanziamento dicendo che il biodigestore doveva servire l'intera Provincia. Quindi una falsa dichiarazione. Servirebbe una interrogazione in Parlamento”.

Ma Chiara Gribaudo ha evidenziato una ulteriore anomalia: “Ad oggi non c'è ancora il progetto. Pertanto ho fatto richiesta di accesso agli atti. Dopodiché potrò fare l'interrogazione”.

E tutti i presenti sono andati via con una domanda in testa? “Come è possibile approvare un finanziamento PNRR da quasi 13 milioni di euro senza un progetto alle spalle?”

Cristina Mazzariello

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