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Attualità | 24 maggio 2023, 19:18

​Langhe, Roero e Monferrato viste con gli occhi dei turisti: “Ci lasciano il cuore, molti decidono di sposarsi qui”

Abbiamo chiesto a due guide come vivono la zona i turisti anglofoni e francofoni che ci vengono a visitare. “Sono affascinati dai dettagli e dalle storie che ci sono dietro ai vini. Negli ultimi 20 anni l’offerta e le opportunità per chi viene nei nostri territori si sono moltiplicate”

Stefano Ricca con un gruppo di turisti accompagnato al castello di Grinzane

Stefano Ricca con un gruppo di turisti accompagnato al castello di Grinzane

“Agli americani quando racconti un aneddoto legato al vino brillano gli occhi. Hanno bisogno di slogan, di avere un quadro concettuale, una mappa per godersi appieno qualsiasi tipo di esperienza, anche la visita a una cantina”. Stefano Ricca, da 20 anni, fa la guida per comitive anglofone e francofone che vengono a visitare il Piemonte, e in particolare Langhe, Roero e Monferrato. “Mi faccio portavoce di una bellezza che ho imparato a conoscere anche io – ci racconta -, visto che per prendere il patentino da guida turistica mi sono spostato in provincia di Cuneo da Pinerolo, dove vivo. Si tratta di un lavoro vario, di grande condivisione e che ti regala esperienze sempre diverse”.

I gruppi sono variegati, le esigenze sono molteplici, ma i turisti sono legati da un filo rosso. “Il grande apprezzamento per la bellezza del territorio. I francesi, che sono in aumento in Langhe, Roero e Monferrato, e gli americani che spesso arrivano in provincia di Cuneo, dopo aver visitato le grandi città italiane, ne sono folgorati. Apprezzano l’ordine, la pulizia, il contatto con la natura, e ovviamente rimangono estasiati dal vino e dalla cucina, in special modo dalle tradizioni della carne, dei tajarin e del tartufo”.

Molti qui lasciano proprio il cuore, come spiega ancora Ricca. “Stanno aumentando i matrimoni in queste zone o nei territori limitrofi. Solo alcuni giorni fa ho fatto da guida a una coppia americana con amici che volevano visitare delle cantine prima di partecipare alle nozze del figlio”.

Silvio Costa, che si occupa di far scoprire le bellezze di Langhe, Roero e Monferrato ai turisti di lingua inglese, aggiunge qualche tassello. “Ogni tipologia di turista ha il proprio bagaglio culturale e le proprie esigenze. I norvegesi, per esempio, nella mia esperienza, hanno dimostrato una conoscenza del vino molto alta: arrivano sul territorio sapendo la differenza tra Barolo e Barbaresco e dimostrando di sapersi destreggiare tra i vini di qualità. Gli americani, oltre ad apprezzare la ricchezza eno-gastronomica del territorio, rimangono folgorati dalle bellezze culturali, storiche e architettoniche: le piccole chiese, che magari raccontano una storia di 400 anni, i castelli medievali, ma anche i borghi con i loro centri storici che sono dei veri e propri gioielli”.

Una differenza tra le varie nazionalità riguarda la frequenza con cui arrivano in Piemonte. Aggiunge Costa: “I turisti dell’Europa del Nord spesso tornano con l’idea di visitare nuove cantine, di conoscere altri territori, di arricchire la propria esperienza con attività da fare in mezzo alla natura. Solitamente, invece, gli americani sono già stati in Italia, ma mai in Piemonte. Per cui si tratta di un mercato nuovo, in espansione, che è molto colpito dalle bellezze paesaggistiche ed enogastronomiche del territorio”.

In vent’anni il modo di fare turismo è cambiato, come spiegano bene le due guide turistiche. “Quando abbiamo iniziato nel 2003 portavamo in giro gruppi di turisti italiani, anche di 50 persone, di Lombardia, Piemonte e Veneto. Si trattava di visite molto mirate: si andava ad Alba, magari si vedeva un castello e si organizzava una degustazione in cantina o un semplice pranzo tipico. Ora si è passati a gruppetti, coppie o famiglie che amano strutture ricettive accoglienti e piccole. L’offerta turistica negli anni si è ampliata e quindi si può contare su un servizio più lungo e di qualità, che comprende anche corsi di cucina, ricerca di tartufi, passeggiate nei sentieri e cavalcate in Alta Langa. Anche le attrazioni culturali sono aumentate, basti considerare, per esempio, il castello di Barolo, ora interamente visitabile, ma del quale, fino ad alcuni fa si poteva ammirare solo il piano nobile”.

Daniele Vaira

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