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Attualità | 30 maggio 2023, 19:01

Utero in affitto, Mallone: "Pratica offende la dignità della gestante e rende merce i bambini"

Nel consiglio comunale di maggio il PD ha ritirato l'ordine del giorno specifico: "Mossa fatta per mantenere l'approvazione dei Radicali e di +Europa"

Foto: Simone Giraudi

Foto: Simone Giraudi

Nel consiglio comunale dello scorso martedì era stata calendarizzata la discussione di un ordine del giorno presentato dai Gruppi Consiliari di Maggioranza: Partito Democratico, Centro per Cuneo lista Civica, Crescere Insieme, Cuneo Solidale Democratica e Gruppo Misto di Maggioranza, avente titolo “Fiera della provetta wish for a baby” ove veniva chiesto al Consiglio Comunale, di esprimere il proprio totale disappunto circa tale iniziativa, tenutasi a Milano lo scorso 20 e 21 maggio.

L’ordine del giorno, che il Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia avrebbe votato favorevolmente, poiché da sempre contrario alla pratica dell’utero in affitto, è stato ritirato dal Partito Democratico martedì stesso, non permettendo quindi di sollevare alcune considerazioni che ritengo opportune, su un argomento così delicato e importante per la nostra società.
 
Preliminarmente, occorre ricordare che nel Consiglio Comunale di aprile, il Partito Democratico aveva depositato e discusso una mozione che esprimeva, nei suoi contenuti, una visione diametralmente opposta circa il tema della maternità surrogata, rispetto a quanto poi depositato con il secondo ordine del giorno nel mese di maggio.

La prima mozione riguardava la registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali, a loro dire, volta alla tutela dei diritti dei minori, di fatto proposta dai Radicali e + Europa, favorevoli alle pratiche di Gestazione per altri (gpa), meglio definite come “utero in affitto”. Il Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia aveva convintamente votato in maniera contraria tale mozione, poiché richiamando la Sentenza a S.U. n. 38162/2022, i supremi giudici hanno stabilito che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata debbano essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori, secondo l’iter dell’adozione in casi particolari, che richiede, quindi, la decisione di un giudice e non una semplice trascrizione diretta all’anagrafe (atto amministrativo).

L’ordinamento italiano, come spiegato in sentenza, mantiene fermo il divieto di maternità surrogata, contraria all’ordine pubblico e, non intendendo assecondare tale metodica di procreazione, rifugge da uno strumento automatico come la trascrizione, non voltando però le spalle al nato e alla tutela dei suoi diritti. Tutela fondamentale e unico interesse da proteggere contro i “capricci” egoistici degli adulti.

La pratica della gestazione per altri, meglio conosciuta come “utero in affitto” offende la dignità della donna gestante, sfrutta il corpo femminile e le condizioni di povertà socio economiche, discriminando la madre biologica che dopo la gestazione ed il parto, perde ogni diritto sul figlio, riducendo i bambini ad oggetto di un mercato su ordinazione.

Pensiero, condiviso, a quanto parrebbe, anche dal Partito Democratico, primo firmatario (nel mese di maggio) dell’ordine del giorno contro l’utero in affitto, che si è visto “costretto” al ritiro dello stesso, mantenendo così l’approvazione dei Radicali di Cuneo e + Europa, che pur non essendo rappresentati in Consiglio Comunale, hanno manifestato pubblicamente la loro soddisfazione per il ritiro del documento contro l’utero in affitto e per l’approvazione della mozione sulla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali, di fatto da loro proposta.

Il Governo Meloni sta lavorando per rendere l’utero in affitto reato universale, pratica vietata dal nostro ordinamento italiano, il cui testo base della proposta è già stato approvato in Commissione Giustizia e passerà ora nelle aule di Camera e Senato. Sul Territorio stiamo organizzando iniziative e banchetti per sensibilizzare i cittadini sul tema e una raccolta firme a sostegno della proposta di legge di FdI.

Invito, quindi, quei consiglieri di maggioranza che si sono visti “costretti” al ritiro dell’odg sull’utero in affitto, a firmare la nostra petizione, ritenendo, come riteniamo noi, l’utero in affitto una pratica di mercificazione del corpo della donna, usato per il perseguimento di profitti economici, dimenticando così che l’unico interesse legittimo da tutelare è il benessere dei bambini e non il proprio egoismo personale.

comunicato stampa

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