Riguarda il territorio di Peveragno, e un cane detenuto a catena in una cuccia fatiscente di mezzo metro quadro, l'ultima segnalazione del gruppo Stop Animal Crimes Italia, associazione ambientalista particolarmente attiva anche nella nostra provincia.
Secondo quanto recentemente riportato dal gruppo in una nota l'intervento della Polizia Locale sul luogo non avrebbe dato i risultati auspicati dal sodalizio, convinto così a presentare una segnalazione direttamente alla Procura della Repubblica di Cuneo.
“La legge obbliga a fornire cucce coibentate e impermeabili e vieta la catena là dove si possa realizzare un recinto di almeno otto metri quadri – si spiega nel comunicato -, ma a distanza di un mese nulla è cambiato”.
“C’è da chiedersi perché – prosegue il gruppo - i controlli, non solo di Peveragno, adottino modalità così approssimative e generiche, non emettendo sanzioni amministrative o sequestri e modificando nell’immediato le condizioni di detenzione evidentemente a contrasto con le norme in materia; perché ogni volta (e i casi nella provincia di Cuneo sono tanti) le autorità che intervengono si limitino a dare consigli verbali, lasciando gli animali nelle medesime condizioni. A Peveragno, il cane è nello stesso stato da oltre un mese dalla segnalazione!”.
Mesi fa due interventi simili a Chiusa Pesio e Bagnolo Piemonte. “Di fronte a una realtà come questa, dove a nostro parere latita l'effetto deterrente, educativo e punitivo della legge ossia poca sensibilità in seno agli addetti ai lavori (forse perché non si sa dove mettere gli animali eventualmente sequestrati, essendo i canili pieni e a spese dei sindaci), urge trovare una soluzione. Al momento, in attesa di nuove procedure, non possiamo che fare appello al magistrato che assume l’indagine affinché valuti personalmente la materia. Solo così potremo educare chi ancora oggi tratta gli animali come dispositivi di allarme collocandoli al freddo nei cortili anziché legittimare con controlli sommari i maltrattamenti, depotenziando il potere punitivo delle leggi dello Stato e il diritto a una vita dignitosa dei nostri fratelli a quattro zampe”.