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Attualità | 26 gennaio 2024, 14:41

Palazzo Chiodo, anche FI Cuneo commenta la vendita: "Preoccupati dallo stato di abbandono"

Il capogruppo Civallero chiede che si scongiuri un ulteriore decadimento della struttura di proprietà comunale: "Necessario mantenere in vita una testimonianza irrinunciabile del patrimonio cittadino"

Franco Civallero (capogruppo FI)

Franco Civallero (capogruppo FI)

Anche il gruppo consigliare cuneese di Forza Italia si unisce alle critiche nei confronti dell’amministrazione comunale del capoluogo per la decisione – e il tentativo, con l’asta andata deserta una settimana fa – di vendere palazzo Chiodo.

La struttura tra via Busca e via Cacciatori delle Alpi – costruita intorno al 1500, appartenente fino prima della cessione al Comune per 2,4 milioni di euro alla famiglia dei conti Della Chiesa e abitato sino al 2015 dalla baronessa Maria Alberta Chiodo Ronchetto Salvana – risulta in stato di abbandono da ben oltre un decennio.

È stato inserito nel piano delle alienazioni dal sindaco Borgna, misura poi confermata dalla sindaca Manassero.

Civallero: “Il Comune scongiuri ulteriore decadimento”

Sarebbe interessante conoscere quali siano stati i criteri, i coefficienti, i contenuti della valutazione di acquisto eseguita nell’anno in cui il manufatto venne acquisito facendo valere il diritto di prelazione, per corroborarne e garantirne il valore corrisposto con risorse pubbliche e quali i criteri, i coefficienti, i contenuti della valutazione di vendita eseguita a oggi per fare dell’immobile oggetto di alienazione” commenta Franco Civallero, capogruppo di FI in consiglio comunale.

Giunti a questo punto mi chiedo se il Comune, con fondi propri e con la partecipazione a bandi specifici, possa attuare le misure urgenti e contingenti per la messa in sicurezza del palazzo in modo da scongiurarne l’ulteriore colpevole decadimento – prosegue Civallero - . La spesa dovrebbe essere maggiormente contenuta se destinata solo alla messa in sicurezza e alla protezione dalle intemperie del tetto, la sistemazione delle grondaie, dei faldali e dei pluviali”.

Per il suo recupero, anche a lotti come già proposto, potrebbe essere valutato l’uso del Landmark Trust britannico collegato ad esempio, per il servizio di visita, con il FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, per mantenere in vita una testimonianza irrinunciabile del nostro patrimonio, un gioiello inusuale, unico nel suo genere per la città di Cuneo, completo dei propri affreschi, tendaggi ed arredi” conclude l’ex candidato a sindaco.

Simone Giraudi

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