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Attualità | 09 febbraio 2024, 11:52

Crisi ex Ilva, la Regione apre il tavolo di crisi permanente per salvare gli stabilimenti piemontesi

Anche Racconigi presente oggi all'incontro presso il Museo dei Campionissimi di Novi Ligure. Qui operano 98 persone nella produzione di tubi. Si gettano le basi per una strategia comune a livello regionale dove sono occupati, tra diretti e indotto, 3mila lavoratori

Crisi ex Ilva, la Regione apre il tavolo di crisi permanente per salvare gli stabilimenti piemontesi

Si è chiuso poco fa presso il Museo dei Campionissimi di Novi Ligure, nell’alessandrino, alla presenza del presidente della Regione Alberto Cirio e dell’assessore al Lavoro del Piemonte Elena Chiorino l’incontro con i sindacati e i lavoratori di Acciaierie d’Italia.

Presente anche il sindaco di Racconigi Valerio Oderda, il cui comune ospita uno stabilimento produttore di tubi in acciaio, legato al più grande gruppo siderurgico italiano, dove operano 98 persone. 

Al tavolo anche i primi cittadini dei comuni di Gattinara (dove Acciaierie è committente della Sanac) e Novi (dove è presente la più grande fabbrica del Piemonte, anche in termini occupazionali).

Nel corso dell’incontro si è cercato di gettare le basi per un percorso da individuare per salvare gli stabilimenti piemontesi ex Ilva con l’annunciata apertura di una tavolo di crisi permanente. 

Sul gruppo siderurgica si continua a discutere sul mancato accordo con ArcelorMittal, il colosso indiano, con sede in Lussemburgo, che detiene il 62% delle quote di Acciaierie d’Italia, mentre  il 38% è in mano a Invitalia, azienda governativa partecipata del Mef. 

L’accordo, poi saltato, prevedeva un aumento di capitale pari a 320 milioni con il passaggio al 66% della quota di Invitalia.

L’attenzione della Regione Piemonte è sui circa 3mila addetti (tra diretti e indotto). Lo scorso 11 dicembre si era tenuto un primo incontro tra le parti nel grattacielo della Regione. A cui era seguita una nuova riunione con la presenza di sindacati e amministratori lo scorso 29 gennaio. Questa settimana, martedì 6 febbraio, c’è stata l'audizione della Regione in Commissione Industria al Senato.

Per quanto riguarda Racconigi, a quanto si apprende da fonti sindacali, è aumentata la richiesta di cassa integrazione.

“Attualmente - spiega Domenico Calabrese segretario provinciale della Fiom Cuneo commentando la situazione dell’unica fabbrica Ilva presente in Granda - la produzione è al lumicino, si ha la sensazione che ci si potrebbe fermare da un momento all’altro.” 

"Bene aprire un tavolo a livello regionale - prosegue - Genova si sta muovendo con una strategia in caso la situazione dovesse precipitare mentre l’attenzione, anche mediatica, è tutta Tarantocentrica. Non vorremmo, noi mini-Ilva, ritrovarci come dei vasi di coccio in mezzo ai vasi di ferro”. 

“Siamo in grave ritardo - continua Calabrese - Come Fiom siamo per una nazionalizzazione degli stabilimenti che però allo stato attuale resta una chimera. Dovendo probabilmente percorrere altre vie per un cambio di governance auspichiamo venga scongiurata l’amministrazione straordinaria. Ne conosciamo le conseguenze”

“I lavoratori dello stabilimento di Novi Ligure stanno dimostrando grande senso di responsabilità in un momento molto delicato per l’azienda. - commenta il segretario della Cisl Piemonte Luca Caretti -  Vogliono lavorare e produrre e non usufruire della cassa integrazione. In questa fase di grande incertezza per il futuro della ex Ilva, il gioco di squadra che si sta facendo tra istituzioni e sindacati locali deve servire a rimanere ben agganciati al tavolo nazionale aperto a Roma tra governo e sindacati. Bene quindi il tavolo di crisi permanente sulla ex Ilva inaugurato oggi nel centro alessandrino”.

"Quella dell'Ilva è una crisi che non riguarda solo Taranto -  dichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio - ma è di portata nazionale e in Piemonte coinvolge 3 mila lavoratori, tra quelli diretti e quelli dell'indotto. Non accettiamo idea di una piccola Ilva, perché significherebbe accettare quella di una piccola Italia. Dobbiamo quindi tenere alta l'attenzione e lavorare insieme al governo per salvaguardare e rilanciare un settore strategico non solo per il nostro Paese, ma anche per questa Regione. Per questo motivo abbiamo deciso di insediare qui a Novi un tavolo di crisi permanente che è già riconvocato per la prima settimana di marzo ed è pronto a riunirsi nel caso in cui ci siano sviluppi a livello nazionale".

"La Regione Piemonte è pronta a fare la sua parte - spiega l’assessore al Lavoro Elena Chiorino - a supporto dei lavoratori ma soprattutto alle strategie di rilancio dell’Ilva stessa: non dimentichiamo mai che siamo il retroporto di Genova e abbiamo delle realtà  produttive sul territorio che possono essere di supporto alla strategia individuata a livello nazionale".

"Lavoriamo - conclude l’assessore - per dare garanzie di sicurezza ai lavoratori con gli ammortizzatori, purché siano finalizzati al tempo necessario a lavorare allo sviluppo e al rilancio di tutta Ilva. Il territorio piemontese è in prima linea e pronto a fare la sua parte con tutte le misure che potremo mettere a disposizione".

Già calendarizzati i prossimi incontri. Il 14 febbraio le parti sono nuovamente convocate in Regione per un tavolo tecnico che valuterà le questioni relative agli ammortizzatori sociali. Mentre il primo di marzo si terrà il secondo tavolo di crisi a Novi. 

A livello più locale, dopo il 14 febbraio, si starebbe programmando un incontro con gli organi di informazione per fare il punto sulla situazione dello stabilimento di Racconigi per tenere alta l'attenzione su questo polo siderurgico.

Per il sindaco di Racconigi, Valerio Oderda, il potenziale produttivo di questo territorio rappresenta un eccellenza.

"A Racconigi esiste un'altra fabbrica siderurgica che, a differenza di Ilva, macina utili e aumenta le sue quote di mercato -spiega- Dobbiamo lavorare perché anche Ilva possa crescere in termini di produzione, sicurezza e posti di lavoro".

Daniele Caponnetto

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