Tra i gruppi di maschere del Saluzzese quelli più goliardici, ironici e scanzonati ci sono i Magnin di Piasco formati da oltre una ventina di cavalieri al ‘comando’ del Gran Magnin e una sola donna, la Bela Magnina.
Fino al 1970 il ruolo femminile della Bela Magnina era ricoperto da un uomo, ma dal 1971 questa tradizione fu sdoganata e da allora è una donna ad interpretare il personaggio femminile del Carnevale di Piasco.
A vestire i panni del Gran Magnin ancora una volta è Alberto Agasso, mentre a indossare i panni della Bela Magnina è Alessia Barbero accompagnati dal corteo dei Magnin e Magninot.
Le maschere di Piasco hanno ricevuto le chiavi del paese della bassa valle Varaita dal sindaco di Piasco Roberto Ponte, nella mattinata di venerdì 9 febbraio.
Gran Magnin e Bela Magnina con al seguito il gruppo dei Magnin si sono poi recati nelle consuete visite ‘del cuore’ in paese partendo dai piccoli della scuola materna, agli alunni della primaria e secondaria fino all’immancabile ed atteso appuntamento con gli anziani della casa di riposo Wild,
La festa del Carnevale piaschese è poi entrata nel vivo in serata, nel padiglione delle feste allestito in piazza Biandrate con la tradizionale cena dei Magnin dove tutti hanno festeggiato la gran baldoria carnevalesca tra buon cibo, musica e balli che sono proseguiti sulle note del Party anni ‘90. Sabato sera, 10 febbraio, si è fatto il bis con la cena e dj set.
La gran baldoria dei Magnin che si era aperta a Saluzzo sabato 20 gennaio con l’investitura della Castellana e le partecipazione al Carnevale della città del Marchesato di domenica scorsa dove oggi, domenica 11 febbraio hanno preso parte al Corso mascherato degli oratori, mentre una delegazione ha partecipato alla sfilata di Mondovì.
Nelle prossime settimane non mancheranno ai tanti eventi carnascialeschi dei paesi del Saluzzese, Cuneese e Torinese portando con loro l'allegria e simpatia che li connota.
Alberto Agasso, per tutti 'Dodi', ormai è il Gran Magnin per antonomasia e quando gli si domanda da quanti anni veste i panni del Gran Magnin glissa e risponde sorridendo: “Non fatemi questa domanda perché è come chiedere l’età a una donna”.
Anche se non lo vuole dire abbiamo scoperto che quest’anno festeggia i 20 nei panni del Gran Magnin.
Classe 1963, commerciante, originario di Piasco, è un personaggio carismatico e rappresentativo, che ha saputo fin dal 2004 incarnare perfettamente il ruolo di leader dei Magnin, la cui tradizione vuole che siano la scorta ufficiale della Castellana nel Carnevale saluzzese.
Agasso ha contribuito significativamente alla storia delle maschere di Piasco e al rinnovamento del gruppo dei Magnin.
Negli ultimi anni molti nuovi membri, principalmente giovani, si sono uniti al gruppo, portando freschezza, entusiasmo nel segno della continuità e della tradizione voluta dal compianto dottor Francesco Serra, uno degli artefici dei Magnin.
Perché come amano dire i prodi cavalieri piaschesi: “Magnin lo si è per sempre”.
La storia dei Magnin di Piasco
La storia dei Magnin, che significa 'stagnini' è molto suggestiva.
In passato durante il venerdì 'grasso', gruppi di giovani con le mani e il volto imbrattati di caligine si divertivano a sporcare chiunque incontrassero sul loro cammino, una tradizione ottenuta attraverso un privilegio acquisito sul campo.
La leggenda narra infatti che un re Carlo Emanuele di Savoia, di passaggio a Piasco, ruppe una ruota della sua carrozza. I coraggiosi Magnin accorsero a ripararla e in cambio il monarca conferì loro un 'potere' sugli abitanti del paese, consentendo ai Magnin di 'immagninare' ovvero sporcare chiunque non fosse dalla loro parte.
Questa tradizione perdurò fino al 1954, quando il dottor Francesco Serra, medico condotto del paese e figura centrale nella vita culturale di Piasco, decise di vestire il gruppo dei Magnin con costumi da cavalieri appropriati al loro status.
Il marchese Raggi offrì loro una carrozza d'epoca e così, il venerdì, iniziarono a girare per il paese con abiti regali, suscitando lo stupore dei loro concittadini.
I Magnin, sono stati inseriti e riconosciuti nel Registro maschere italiane, e nel Registro internazionale delle maschere europee.