/ Cronaca

Che tempo fa

Cronaca | 14 dicembre 2025, 06:10

Morì a venticinque anni in uno schianto sotto gli occhi del fidanzato: conducente a processo per omicidio stradale

La vittima dell'incidente fu Samanta Pascuzzi. Secondo il giovane alla guida della Golf, la Citroen dell'imputato sterzò all’improvviso senza segnalare la manovra. In aula il consulente della difesa

Samanta Pascuzzi, la giovane vittima dell'incidente

Samanta Pascuzzi, la giovane vittima dell'incidente

Aveva messo la freccia e su quella strada c’era la linea tratteggiata. È questa la versione fornita da tutti i testimoni chiamati in aula dalla difesa di G.P., il conducente della Citroen che il 18 luglio 2021 rimase coinvolto in un sinistro mortale a Bagnolo Piemonte in cui perse la vita Samanta Pascuzzi . L’uomo, a processo di fronte al tribunale di Cuneo, deve rispondere di omicidio stradale. Nel corso dell’ultima udienza, è stato ascoltato il consulente della difesa, l’ingegnere Luciano Petrillo

La giovane, a bordo di una Golf GTI guidata dal fidanzato, sedeva sul lato passeggero. Quel giorno, i ragazzi stavano "facendo strada" ad alcuni amici per andare a festeggiare un compleanno quando su via Cave, la provinciale che collega Bagnolo a Montalo, all’altezza di Villar, dopo una curva, la Golf fece una serie di sorpassi su linea continua e improvvisamente la Citroen, che procedeva davanti, avrebbe sterzato a sinistra centrando in pieno l’auto dei fidanzati. "Non aveva la freccia” aveva assicurato il conducente della Golf.  "Non so dire se la striscia fosse tratteggiata in quel punto, quando ho sorpassato guardavo avanti”. 

L’impatto fu molto violento e la Golf finì contro un pilastro di cemento. Dietro all’auto guidata dal ventiduenne, che ha già definito la sua posizione processuale, c’era il suo migliore amico che viaggiava su una Fiat con il fratello, un amico e un’amica. Come spiegato dai giovani, sembrerebbe che la manovra effettuata da G.P. fosse stata improvvisa e dovuta a un’inversione di marcia. 

Tutti i ragazzi ascoltati avevano assicurato che l’uomo non avesse messo la freccia direzionale e che su quella strada fosse presente la striscia continua, tratteggiata solo in corrispondenza degli ingressi ad alcuni stabilimenti industriali. Stando a  quanto emerso,  sembrerebbe che la Citroen volesse entrare nell’area di una ditta per poter effettuare un’inversione di marcia, ma come spiegato da un maresciallo chiamato a testimoniare, “sulla destra c’era un piazzale, dove sarebbe stato più agevole fare manovra”.  

Anche l’imputato stava facendo strada a una coppia di vicini di casa, che viaggiavano su un’auto dietro la sua. I passeggeri che viaggiavano con lui in auto e gli amici che seguivano la sua Citroen hanno tutti assicurato che, in realtà, G.P. la freccia direzionale l’avesse messa. “Viaggiavamo a una velocità bassissima - aveva spiegato uno dei testimoni chiamati dalla difesa-. Quando si è accorto di aver sbagliato e ha visto che c’era lo spazio per girare a sinistra G.P. ha rallentato, messo la freccia per svoltare e guardato lo specchietto. La linea era tratteggiata”. 

L'ingegnere nominato dalla difesa, dal canto suo, ha ricostruito il tratto stradale e le condizioni del sinistro, sottolineando l’incongruenza della segnaletica e la scarsa visibilità dalla curva fino al punto d’impatto (circa 60-70 metri).
La consulenza ha riguardato la velocità e le manovre dei veicoli coinvolti, in particolare della Golf su cui viaggiava Samanta e della Citroen di G.P., con riferimento anche alla posizione delle linee di mezzeria e dei tratti di linea continua e tratteggiata. È emerso che l’imputato, limitato dalla propria manovra, non avrebbe potuto vedere la Golf sopraggiungere in tempo utile.

L’udienza è stata rinviata al 7 aprile per la discussione finale.

CharB.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium