Nel vallo alpino di Moiola, in valle Stura, è stato avviato un progetto di riqualificazione di Opera 5, la terza linea difensiva della valle. Degli otto blocchi delle antiche fortificazioni ancora presenti, uno diventerà accessibile al pubblico, per un'esperienza immersiva nella storia.
“L'opera verrà resa accessibile – ha dichiarato il sindaco di Moiola e presidente dell'Unione Montana Valle Stura, Loris Emanuel - e vorremmo farlo entro la fine di maggio”.
Il progetto dell'Unione Montana Valle Stura e del Comune di Moiola, realizzato con finanziamenti della Regione Piemonte e del PNRR a cura degli architetti D. Castellino, V. Cottino, A. Lusso, N. Frullo e M. Ravera vedrà compimento nella realizzazione di un museo, con visite guidate.
“C'è ancora l'incognita – ha continuato Emanuel - relativa alla cabina di trasformazione dell'Enel da realizzare, serve ancora l'atto di servitù di passaggio da concordare con l'Anas che gestisce la viabilità della statale su cui si affaccia il complesso”.
Delle due caserme, una è stata oggetto di restauro. Al suo interno sulle pareti sarà proiettata la riproduzione dell'intero complesso delle fortificazioni, con la sua storia e il suo sviluppo fino ad oggi, grazie a una Cartoguida fatta realizzare dall’Unione Montana a Fraternali Editore, in collaborazione con ASFAO (Associazione Studio Fortificazione Alpi Occidentali).
Una parte della seconda caserma ristrutturata sarà adibita ai servizi e accoglienza: come la biglietteria e un punto di informazioni multimediale sul Blocco 5, ci sarà una sala per conferenze, per incontri con la cittadinanza, per eventi cultuali e luogo di comunità a servizio di tutta la valle Stura.
“Ne rimane un tratto su cui non si può intervenire – ha aggiunto il sindaco - perché c'è il rodeo, che è luogo protetto per la riproduzione dei chirotteri (pipistrelli - ndr), specie protetta.
Abbiamo pensato di proporre la visita guidata del blocco su cinque livelli collegati da scale interne. Si sviluppa nei locali a partire da quello più alto: l'osservatorio, dove ci sono feritoie che servivano ad osservare e comunicare con gli altri blocchi, erano 7 in tutto. Poi si scende e ci sono le varie postazioni armate, mortai, mitragliatrici e cannoncini, mai armati ma solo predisposti.
All'interno della montagna, infine, c'è lo sviluppo verticale della zona più vasta, anche visitabile, che era adibita al comando e alla logistica, protetta nel periodo da ottobre a marzo per l'ibernazione dei chirotteri.
La riqualificazione di Opera 5 assume, così, una doppia valenza – ha concluso Emanuel -: la valorizzazione storico culturale e ambientale e la tutela delle specie protette presenti”.