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Curiosità | 11 aprile 2024, 16:20

Luca Morino torna con l'album DeWest. "Un omaggio all'Alta Langa"

Il fondatore dei Mau Mau presenta una produzione fuori dagli schemi: un viaggio tra sacro e profano con accenni cinematografici, "idealmente situato nel Basso Piemonte"

Il cantante e chitarrista Luca Morino

Il cantante e chitarrista Luca Morino

Luca Morino, artista torinese, già cantante e fondatore dei Mau Mau, torna con una produzione fuori dagli schemi e dal tempo: DeWest.  "L'album è un viaggio nel Lontano Ovest, un territorio onirico e destrutturato idealmente situato nella zona del Basso Piemonte che corrisponde, disorientante geografia, all’Alta Langa. Qui, oltre le colline ordinate delle grandi vigne, si incontra un mondo dalle forme indefinite, dove antiche tradizioni si mescolano ai riverberi urbani di chi sceglie di tornare a vivere nella terra d’origine".

La musica di DeWest potrebbe essere definita, se mai esistesse il genere, come voodoo folk: cinematica, da ampi spazi, ma anche rituale, quasi sacra sia pur in una visione laica. Tra i registi-guida che rappresentano questo immaginario stanno in prima fila Sergio Leone e Werner Herzog. I suoni analogici di chitarre elettriche, percussioni e organi Farfisa sono supportati da un’elettronica soggiogata e sostanzialmente gregaria.

Le influenze sono molteplici, frutto di un’immersione quasi ossessiva negli ascolti degli ultimi anni: dal canto gregoriano a Lana del Rey, da Piero Piccioni a Piero Umiliani, dall’amapiano – la nuova dance sudafricana – al chitarrista ungherese Gàbor Szabò, per citarne solo alcuni. Tra i musicisti coinvolti ci sono nomi noti, come Paolo Angelo Parpaglione al sax e Gianluca Cato Senatore al basso, Cristian Longhitano ai ritmi, Tatè Nsongan a voci e percussioni e Fabrizio Viscardi alla chitarra slide.

Tra gli ospiti, spiccano l'intervento di Stefano Piri al fischio e alla tromba, e di Giorgio Boffa al contrabbasso. Prezioso cameo è l’intrusione di Vito Miccolis in Dancing Paradiso. Nonostante la presunta “solitarietà” che permea alcune tracce, altri brani sono invece densi di voci, soprattutto femminili, e coralità, come le “masche” di Tiritera o la marcia (quasi) funebre di Mina nella scia.

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