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Attualità | 31 maggio 2024, 07:00

Lupo, ecco perchè è ancora una specie protetta

In attesa che il dibattito in Europa produca un adeguamento normativo, il progetto Life WolfAlps EU delle Aree Protette Alpi Marittime ha lavorato alle buone norme di comportamento

Immagine di repertorio

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La presenza del lupo ormai sempre più vicina ai centri abitati ha aperto un dibattito quanto mai divisivo, si sa. In alcuni casi ha generato un'inevitabile preoccupazione, in altri fascino e curiosità, ma la normativa vigente classifica il lupo come una specie protetta.

Il rapporto tra uomo e lupo è una coesistenza nello stesso ambiente, uno stato di fatto, e non una convivenza, in quanto questa implicherebbe una scelta.

Per un corretto equilibrio in questo rapporto occorrono norme di buon comportamento volte al miglioramento della coesistenza uomo-lupo con azioni a livello gestionale, ma anche di prevenzione, soprattutto nelle aree dove il lupo è tornato da poco e dove manca la conoscenza del predatore.

E' di questo in estrema sintesi che si occupa,ormai da anni, il progetto Life WolfAlps EU coordinato dalle Aree Protette Alpi Marittime.

Il lupo è protetto perchè previsto da normative nazionali e europee, emanate quando serviva tutelarne la conservazione, siccome negli anni '70 era invia di estinzione – spiega Elisa Avanzinelli, funzionario tecnico Apam e coordinatore tecnico Life WolfAlps EU -. Nel tempo, dopo oltre 50 anni, il lupo è arrivato sulle Alpi tramite processi di dispersione dagli Appennini e verso la fine degli anni Novanta si sono formati i primi due branchi in Piemonte. Qui hanno inizialmente colonizzato la parte Alpina e poi pian piano si è saturata, così ha iniziato a spingersi in aree pedemontane e nelle pianure, come nelle Langhe”.

Se negli anni Settanta ci si trovava in una fase a rischio di estinzione della specie, oggi stiamo assistendo certamente a un incremento testimoniato dagli stessi monitoraggi curati dai tecnici del progetto europeo.

Ormai in Piemonte è molto diffuso – prosegue Avanzinelli - . Da qui nel 2020 e 2021 è stato realizzato il primo monitoraggio a cura di Ispra (l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e coordinato per le regioni alpine nell'ambito del progetto Life Wolfalps EU. In Piemonte sono stati documentati 81 branchi, sintomo dell'espansione della specie, che ha quindi raggiunto anche le aree antropizzate. Di fatto è cambiato l'ambiente dove il lupo si trova e quindi più facilmente avvistabile. In queste aree più popolate è bene quindi osservare buone norme di comportamento in quanto si tratta si un animale selvatico e deve rimanere tale, perchè l'animale non deve abituarsi a nutrirsi di cibo lasciato dall'uomo. Questo per garantire la giusta distanza ed evitare un comportamento confidente che possa mettere a rischio la sicurezza dell'uomo”.

Il tema è attualmente al vaglio delle istituzioni competenti e sarà la Commissione europea a decidere e valutare lo stato di conservazione della popolazione del lupo, sulla base di dati precisi e non sulla percezione.

Intanto il progetto Life WolAlps EU prosegue la sua attività dall'ultimo monitoraggio del 2020-2021, con l'ultima stima distributiva della popolazione del lupo a livello spaziale del 2022-2023. E' stato, infine, appena completato il campionamento del 2023-2024 e nel 2025 verranno pubblicati i dati aggiornati.

Sara Aschero

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