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Curiosità | 06 giugno 2024, 08:50

Al Caffè Letterario di Bra si legge “Il coraggio di essere una farfalla” di Luxuria

Un libro dai colori dell'arcobaleno da leggere nel Pride Month di giugno. La storia del Pride

Al Caffè Letterario di Bra si legge “Il coraggio di essere una farfalla” di Luxuria

C’è tutto un nuovo mondo letterario da scoprire nel libro “Il coraggio di essere una farfalla” (Edizioni Piemme 2017).  La farfalla, manco a dirlo, è Vladimir Luxuria, che vola, vola... e si posa sulle questioni più spinose della cronaca. Il suo volo apre a vari orizzonti, ha il coraggio degli interrogativi più imbarazzanti e la lucida ironia di chi da tempo ha la piena consapevolezza di un pianeta fatto di innumerevoli colori.

Il libro parte da una provocazione: «Sarai trans anche tu! Tutti transitiamo in questo mondo, siamo solo di passaggio. Si nasce, si muore, forse ci reincarniamo… chi lo sa. L’unica cosa certa è che non siamo immortali e quella cosa che chiamiamo vita non è altro che un transito racchiuso nel tempo d’un sogno».

Luxuria sceglie la farfalla per parlare di transgenicità: a detta dell’autrice tutto è mutevole: dai gusti alle questioni politiche. La farfalla è la metafora per svolazzare su tanti argomenti: amore, potere, religione, sesso e arte. Tutto è trans nel senso che tutto può cambiare nel breve volgere di un battito d’ali, proprio come quello di una farfalla. Insomma per Luxuria il mondo non è fatto solo di tanti colori, ma soprattutto di un numero infinito di sfumature.

Per nascita appartenente al sesso maschile, nella vita ha adottato esclusivamente un ruolo di genere femminile. Lei stessa si definisce transgender. Laureata in lingua e letteratura straniera a La Sapienza, Luxuria è stata negli anni passati un’icona del Muccassassina e ideatrice, insieme a Imma Battaglia e Vanni Piccolo, del primo Gay Pride in Italia (2 luglio 1994). Deputata della XV legislatura durante il Governo Prodi, è stata la prima transgender ad essere eletta al Parlamento di uno Stato europeo.

Attrice e opinionista televisiva, ha vinto l’edizione 2008 del reality L’Isola dei famosi. “Il coraggio di essere una farfalla” è la quinta fatica letteraria di Luxuria (scritta in collaborazione con il regista Stefano Genovese) dopo “Il mio mondo in discoteca e viceversa”, 2007; “Le favole non dette”, 2009; “Eldorado”, 2011 e infine “L’Italia migliore”, edito nel 2013.

Oggi è molto importante leggere storie di personaggi appartenenti al mondo LGBT: nonostante ci sia molta sensibilizzazione sul tema, anche attraverso giornate istituite per ricordare quanto la lotta all’omofobia sia ancora fondamentale (basti pensare al 17 maggio Giornata Mondiale contro l’omotransfobia e al mese di giugno, denominato Pride Month), i passi da compiere per abbattere il muro di pregiudizi sono ancora tanti.

Pride Month, giugno mese dell’orgoglio gay

In tutto il mondo giugno è il Pride Month. Il mese del Gay Pride è dedicato all’orgoglio gay, alla parità di diritti di genere e all’amore in ogni forma. Per dirlo con una sigla universale, in questo periodo si celebra ufficialmente l’orgoglio della comunità LGBTQIA+, della quale fanno parte persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e, solo dagli ultimi anni, queer (un termine generico usato per indicare coloro che non sono eterosessuali o non sono cisgender, ovvero persone la cui identità di genere corrisponde al genere e al sesso biologico), intersessuali e asessuali. Il “+” sta a indicare tutti gli altri generi meno definibili. Per un’inclusione totale, nel segno dell’uguaglianza di genere.

Perché giugno è il Pride Month?

Il Pride Month cade nel mese di giugno per un fatto accaduto nella notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969. Una notte apparentemente qualsiasi, durante la quale la polizia fece irruzione nello Stonewall Inn, un bar gay del Greenwich Village di New York. Una retata come tante altre che venivano fatte nei locali gay. Ma quella volta i presenti, accusati ingiustamente di indecenza solo per il loro orientamento sessuale, si ribellarono.

Origini del Pride Month: i moti di Stonewall

Fu quello solo l’inizio dei cosiddetti moti di Stonewall. Nei giorni a seguire la comunità gay scese in strada per mostrarsi a tutti: era finito il tempo di nascondersi, era arrivato il momento di combattere per i propri diritti. Il primo giorno i poliziotti si trovarono di fronte un gruppo di circa 500 persone tra frequentatori dello Stonewall Inn e altre persone della comunità gay. Il secondo giorno salirono a mille circa, e in prima linea c’era anche una fila di drag queen pronte a “deridere” gli agenti con uno slogan pensato proprio per loro. Simbolicamente, i moti di Stonewall sono riconosciuti come l’evento che segnò l’avvio delle rivolte dei non eterosessuali per combattere per i propri diritti. E da lì, in seguito, ciò che portò alla nascita del movimento LGBTQ+ moderno e del Gay Pride.

Il primo Gay Pride a New York

Un anno dopo i moti di Stonewall, il 28 giugno del 1970, la città di New York fu testimone del primo Gay Pride della storia. La marcia fu organizzata dalla Christopher Street Liberation Day Committee e, come scrisse il New York Times: «Migliaia di giovani omosessuali uomini e donne da tutto il nord-est marciarono da Greenwich Village a Sheep Meadow e Central Park proclamando la nuova forza e orgoglio delle persone gay». Durante la manifestazione i partecipanti scesero in strada indossando i vestiti più stravaganti, slip e costumi da bagno. Le transessuali e i travestiti potevano finalmente passeggiare in strada libere e senza paura.

L’obiettivo era uscire allo scoperto e farsi finalmente notare. Senza timori e senza pudore. Il motto ufficiale del movimento di orgoglio gay divenne: «Dillo in modo chiaro, e urlalo: essere gay è giusto, essere gay è motivo d’orgoglio».

La prima parata del Gay Pride in Italia

Passarono 25 anni dalla rivolta di Stonewall prima che venisse organizzata la prima parata del Gay Pride in Italia. A Roma, nel 1994, fu una manifestazione unitaria alla quale presero parte migliaia di persone. Sempre nella Capitale si tenne anche il primo World Pride della storia, nel 2000. In Europa, invece, il primo Gay Pride ebbe luogo il 29 aprile 1972 a Münster, in Germania, e riunì più di 200 persone.

Storia e significato della bandiera arcobaleno

La comunità LGBTQ+ ha adottato da sempre dei simboli per potersi identificare. Le bandiere arcobaleno sono forse il più conosciuto. La prima bandiera, comunemente detta rainbow flag, è nata nel 1978 dalla mente dall’artista queer di San Francisco Gilbert Baker. Alla nascita aveva otto colori, invece degli attuali sei: con il tempo, infatti, sia il fucsia, di difficile produzione, sia l’azzurro furono cancellati. Il primo uomo a sventolare la rainbow flag originale a otto colori fu l’attivista gay Harvey Milk, durante la San Francisco Gay Freedom Gay Parade nel giugno del 1978, solo qualche mese prima di essere assassinato.

Milk nel 1977 occupò una poltrona come supervisore di San Francisco, diventando la prima persona apertamente gay eletta in un pubblico ufficio in California. Dal 1978 a oggi la bandiera si è evoluta e molte altre versioni sono state create da artisti e persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ per rappresentare ogni singola sottocultura esistente e legata al movimento.

La bandiera arcobaleno: significato dei sei colori

Ogni colore della bandiera arcobaleno del Pride ha un significato: Rosso = Vita; Arancione = Guarigione; Giallo = Luce del sole; Verde = Natura; Blu = Armonia; Viola = Spirito.

Silvia Gullino

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