Le prime delibere della nuova Amministrazione di Cherasco hanno suscitato perplessità e una pronta presa di posizione dell’opposizione, soprattutto per quanto riguarda la scelta di aumentare le tariffe dei servizi extra scolastici.
Il sindaco Claudio Bogetti aveva tenuto a sottolinearne la necessità, dopo aver annunciato con una prima delibera l’eliminazione della figura del presidente del Consiglio e altri interventi, con un risparmio annuale per le casse comunali rispetto all’amministrazione uscente di 39.000 euro.
In una seconda delibera si legge che “… è stato deciso di procedere a una revisione delle tariffe dei servizi extra scolastici a richiesta individuale, in particolare, per il servizio Pre-orario, Post-orario e Trasporto, mentre la tariffa della mensa è rimasta invariata”.
Per le Scuola dell’Infanzia di Bricco De Faule e capoluogo il costo annuale del servizio Post-orario è passato da 160 a 190 euro, per i residenti, e da 250 a 325 per i non residenti.
Per le Scuole Primarie di Cherasco capoluogo si è passati da 500 a 590 euro annui per i residenti, e da 770 a 1000 euro per i non residenti, con l’orario anticipato alle 18 rispetto alle 18.30.
Per le scuole Primarie di Roreto e Bricco de Faule i costi sono passati da 400 a 450 per i residenti e da 615 a 800 per i non residenti con orario serale alle ore 18.
Nelle scuole Secondarie aumenti da 260 a 300 euro per i residenti, e da 400 a 520 euro per i non residenti con medesima diminuzione di orario.
Per il Pre- orario si è passati da 87 a 100 euro per i residenti, e da 130 a 170 per i non residenti, mentre il trasporto alunni annuo costerà 423 euro invece di 385.
La nuova amministrazione aveva così motivato i provvedimenti intrapresi: “Lo squilibrio tra la quota sostenuta dal Comune e la co-partecipazione delle famiglie stava raggiungendo livelli non più giustificabili dai revisori dei conti e dalle regole del bilancio. Si è optato per un aumento maggiore per gli studenti non residenti a Cherasco e un incremento minore per i residenti”.
Questa scelta non è evidentemente piaciuta all’attuale minoranza in consiglio comunale. L’ex sindaco e oggi consigliere di opposizione Carlo Davico ha dichiarato: “I servizi extra scolastici quali Pre-orario, post-orario rappresentano un sostegno vitale per i genitori impegnati in orari lavorativi che spesso non coincidono con quelli scolastici e una risorsa preziosa per lo sviluppo dei nostri bambini in quanto offrono un'ampia gamma di benefici educativi e sociali.
Ritengo, ma non solo io, che l'investimento di fondi pubblici nei servizi extra scolastici, come il Pre-orario e il Post-orario sia una scelta di grande lungimiranza e responsabilità e che per i non residenti, iscrivere i propri bambini nelle scuole di Cherasco non sia dettato da un capriccio personale, ma spesso da esigenze lavorative, quindi una necessità reale, pratica e logistica.
Spesso questi genitori, pur abitando in Comuni limitrofi, lavorano a Cherasco portando quindi beneficio al nostro territorio, contribuendo all'economia locale, stimolando la crescita economica del nostro Comune.
Un numero maggiore di studenti nelle nostre scuole può significare più risorse e finanziamenti, che possono essere utilizzati per migliorare le nostre scuole, ampliare l'offerta educativa e introdurre nuovi programmi e attività nelle nostre scuole, questo rafforza l'intero sistema educativo, a beneficio di tutti gli studenti, residenti e non.
Ribadisco che lungimiranza politica è investimento nell'istruzione e nei servizi per le famiglie e bambini nonché l'inclusione sociale, e questo non avviene aumentando le tariffe del 20% e 30%, una vera e propria stangata, o riducendo drasticamente la percentuale di riduzione delle tariffe per i cittadini con Isee basso”
L’opposizione ha presentato in data 6 luglio 2024 un’integrazione all’interrogazione consiliare del 4 luglio, nella quale, in merito allo squilibrio fra le quote sostenute dal Comune e quelle delle famiglie, si fa notare: “L’assessore al Bilancio degli ultimi dieci anni è l’attuale assessore al Bilancio, tranne negli ultimi 40 giorni della passata consigliatura, in cui non sono stati presi provvedimenti che hanno inciso. Riteniamo necessario un confronto pubblico per far comprendere alle tante famiglie che tale decisione poteva essere evitata”.