Il paesaggio si fa teatro. Il teatro diventa paesaggio. È la magia di "Paesaggi e Oltre 2024 (Landscapes and Beyond)", il festival di teatro e musica d'estate nelle terre dell'UNESCO, la cui 23ª edizione è stata presentata nel pomeriggio di ieri, mercoledì 24 luglio, presso gli uffici dell'ATL Langhe Monferrato Roero di Alba.
Otto gli eventi in palinsesto, dal 31 luglio al 2 settembre, presentati dal direttore artistico della manifestazione, Massimo Barbero (fondatore della compagnia Teatro degli Acerbi), per un programma itinerante - che strizza l'occhio alla tutela dell'ambiente e della Terra - nei tre Comuni di Castagnole delle Lanze, Coazzolo e Montegrosso d'Asti. "L'apertura sarà affidata al noto attore e narratore Giuseppe Cederna che ci racconterà il 'suo' Marcovaldo e anche un po' di sé stesso; perché le biografie dei grandi interpreti, a volte, si intrecciano con quelle dei personaggi che incontrano. Il cartellone proseguirà con il nuovo spettacolo dei già apprezzati attori alpinisti Mattia Fabris e Jacopo Maria Bicocchi; torneranno poi al festival Luigi D'Elia, Stivalaccio Teatro, Gli Omini, la casa degli alfieri con nuovi lavori. Ci sarà il teatro canzone con 'Rosso Milva' con Daniela Placci e quest'anno la passeggiata teatrale sui sentieri di Coazzolo sarà dedicata alla danza contemporanea in natura con CIFRA danzateatro".
"La Comunità Collinare tra Langa e Monferrato investe da sempre nella cultura per il territorio di dolci colline e continua a offrire lo spettacolo e l'incontro dal vivo, unico e irripetibile con il pubblico, in luoghi eletti a patrimonio dell'umanità: teatri naturali, in mezzo a vigne e noccioleti, in cui degustare – oltre alle rappresentazioni teatrali – il nostro territorio", dichiara il sindaco di Castagnole delle Lanze nella sua veste di presidente della Comunità delle Colline tra Langa e Monferrato, Carlo Mancuso.
"Il festival chiude il triennio tra le eccellenze riconosciute e sostenute dalla Regione Piemonte. E rilancia l'offerta per i tanti affezionati spettatori che ogni anno aspettano e seguono l'intero programma. Ci uniremo così anche ai festeggiamenti per il decennale Unesco per Langhe, Roero e Monferrato: il festival dal 2011 fa da palcoscenico da cui ammirare e attraversare questo paesaggio vitivinicolo unico", aggiunge Barbero.
In videoconferenza l'intervento di Bruno Bertero, nella duplice veste di direttore generale dell'Ente Turismo Langhe Monferrato Roero e direttore dell'associazione oer il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato: "Il festival da 23 anni porta avanti un grande lavoro di valorizzazione dell’elemento culturale che contraddistingue la nostra area. Sarà un'estate importantissima per il Monferrato, e non solo, in attesa di entrare a settembre nel cuore dell’arte contemporanea. Le arti parlano di questo territorio, in maniera diffusa, attraverso una vera e propria cultura dell’accoglienza".
Al tavolo degli interventi - insieme al sindaco di Coazzolo Pasquale Anfosso; assente la prima cittadina di Montegrosso d'Asti, Monica Masino - si iscrive anche il consigliere regionale Fabio Carosso, fresco di nomina nell'Ufficio di Presidenza, attraverso il quale invita i sindaci a partecipare ai bandi in ambito culturale per lo sviluppo territoriale, lanciando inoltre la sfida per un festival sempre più internazionale. "Questo festival offre un prodotto molto interessante, abituando le persone così da favorirne il ritorno, attraverso una programmazione di qualità. Oggi il nostro è un territorio visitato perché ha tante manifestazioni che hanno questo carattere, apprezzato dalle persone che amano le nostre colline, i nostri paesaggi e quello che sappiamo offrire, con il nostro stile di accoglienza".
I LUOGHI
A Castagnole delle Lanze il belvedere dietro al Municipio farà da terrazza sul paesaggio, in uno dei"Borghi dei Borghi" più belli d'Italia. Ma ci sarà anche la splendida Piazza Balbo, dominata dall'elegante edificio seicentesco della Confraternita dei Battuti Bianchi a fare da cornice.
A Coazzolo lo spettacolo sarà nell'anfiteatro ricavato da un'insenatura naturale nel fianco della collina, tornando inoltre a passeggiare sul sentiero naturalistico tra le vigne e le colline fino alla chiesetta della Madonna del Carmine dipinta dall'artista britannico David Tremlett, all'alba e al tramonto.
A Montegrosso d'Asti il ritrovo è fissato ai piedi dell'antico castello che domina la vallata e il paese sottostante; ci sarà spazio poi anche per scoprire nuovi orizzonti al B&B Sotto La Vigna e nella frazione agreste di Vallumida.
IL FORMAT
Come sempre, sarà un teatro fuori dai teatri: prove e narrazioni d'artista per tutti i pubblici, performances e spettacoli pensati per ognuno degli otto appuntamenti nel paesaggio in programma tra il 31 luglio e 2 settembre, per attirare anche turisti stranieri. Il festival, con biglietti a 10 euro (5 euro per l'appuntamento del 18 agosto a Coazzolo, gratuito quello del 26 agosto a Montegrosso d'Asti), prevede inoltre degustazioni di vini del territorio abbinate agli eventi.
"Ritorniamo, insieme, a coltivare la bellezza, a rincontrarci dal vivo: siamo certi che vi contageremo ancora una volta con lo stupore e la voglia di attraversare e vivere anche questa estate nello splendido contesto tra Langa e Monferrato. Il teatro nel paesaggio vi aspetta", chiudino Carlo Mancuso e Massimo Barbero.
Prenotazione consigliata su appuntamentoweb.it dal 26 luglio; per informazioni, www.langamonferrato.it o www.teatrodegliacerbi.it, mail info@teatrodegliacerbi.it o tel 351/8978847.
GLI SPETTACOLI
mercoledì 31 luglio h 21.30
CASTAGNOLE DELLE LANZE, piazza Balbo
Giuseppe Cederna racconta Marcovaldo di Italo Calvino
uno spettacolo di Giuseppe Cederna, Nicola Fanucchi e Cataldo Russo
disegni Sara Colaone
musiche dal vivo Pantaleo Annese
scenografia Claudia Castriotta
Arca Azzurra
Nella piazzetta panoramica di fronte alla Confraternita dei Battuti Bianchi, con l'affaccio sulle colline di vigneti castagnolesi e l'ampio paesaggio, il noto attore e narratore Giuseppe Cederna ci racconta il "suo" Marcovaldo e racconta anche un po’ di sé stesso; perché le biografie dei grandi interpreti, a volte, si intrecciano con quelle dei personaggi che incontrano.
Le parole di Calvino, uscite dalla sua penna più di mezzo secolo fa, potrebbero essere state scritte oggi.
Visionario come tutti i grandi artisti, Calvino è profetico e ci racconta di una natura che cerca spazio in città, di una civiltà (o inciviltà?) del consumo, di quanto sia in salita la strada per chi è povero.
Marcovaldo è l'antieroe di cui si sente il bisogno, il candido personaggio che può stupire una generazione orientata alla performance che non sa quanto possa essere bello perdere tempo, gettare lo sguardo su dettagli solo apparentemente insignificanti, appassionarsi nel vedere crescere una foglia.
Il racconto di Giuseppe Cederna e le immagini di Sara Colaone ci condurranno nel mondo di Marcovaldo.
Un mondo che vale la pena esplorare per (ri)scoprire "i mutamenti delle stagioni e i desideri del nostro animo".
Al termine degustazione guidata di vini della Premiata Bottega del Vino di Castagnole delle Lanze.
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domenica 4 agosto h 21.30
MONTEGROSSO D'ASTI, B&B Sotto La Vigna
Anche i sogni impossibili: il quindicesimo ottomila di Fausto De Stefani
di e con Jacopo Maria Bicocchi e Mattia Fabris
scene Lucia Rho
light designer Roberta Faiolo
ATIR in collaborazione con Montura
con il sostegno di NEXT
In un luogo inedito per il festival, nel silenzioso e accogliente giardino del B&B Sotto La Vigna su una collina di Montegrosso d'Asti, tornano gli apprezzati attori alpinisti Jacopo Maria Bicocchi e Mattia Fabris, con una nuova narrazione.
Chi sono io? Questo sembra chiedersi, senza timore, da sempre, Fausto De Stefani. La risposta è facile, potremmo dire noi: Fausto De Stefani è il secondo alpinista italiano e sesto al mondo ad aver scalato tutti i 14 Ottomila. Quindi va da sé: Fausto de Stefani è un alpinista. Meglio: uno dei più forti alpinisti al mondo. Ma sarebbe una risposta sbagliata. Fausto non si definirebbe mai così. Fausto ha sempre guardato alle montagne come a un mezzo, mai come a un fine. Un tramite per conoscere il mondo e conoscere se stessi. La storia di Fausto supera di gran lunga i confini della montagna. Parla alla fantasia e alla capacità di sognare del bambino che dimora in ognuno di noi.
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giovedì 8 agosto h 21.30
CASTAGNOLE DELLE LANZE, Confraternita dei Battuti Bianchi
Teresa, ovvero la sarta che voleva ricucire il firmamento
dall'omonimo racconto di Antonio Catalano
con Patrizia Camatel
voci del radiodramma
Esther Ruggiero e Vincenzo Caruso
allestimento tessile e costumi di Barbara Mugnai
regia di Antonio Catalano
casa degli alfieri / Astiteatro 46
Questo racconto sarà ambientato nel suggestivo spazio della Confraternita dei Battuti Bianchi e parla dell'Amore, delle sue trame e dei suoi ricami. E parla di Teresa, la sartoira del paese. Quando cuce le fan compagnia il radiodramma preferito, la macchina da cucire, una foto con sorrisi ormai sbiaditi.
Teresa sta confezionando l'abito da sposa per Aurora, la vicina, che vuole un vestito bello, che costi poco e col pizzo qua e là.
Teresa, mentre cuce, si rammenda l'anima. L'anima che ha una veste fatta di ricordi, polenta e speranze, che ci fa capire chi siamo, anche quando siamo in mezzo alla nebbia fitta, quando tutto sembra svanire e ciò che è vero si confonde con ciò che è immaginato.
Se ci si pensa, la sarta è simile ad una mitologica Parca, che taglia e cuce il filo della Vita: i primi pantaloni lunghi per il ragazzo divenuto uomo, il vestito da ballo, l'abito da sposa, l'abito buono per le cerimonie e infine per la propria sepoltura
Teresa ricama nuvole di pizzo mentre in cielo vola la poiana che poi scompare dietro la collina, chissà dove...
Un poetico dolce racconto che unisce l'inconfondibile stile narrativo di Antonio Catalano con aneddoti autentici intorno al mestiere dei sarti, figure che tramandano un'antica sapienza delle mani in grado di curare il cuore e l'anima degli esseri umani.
A far da ulteriore ambientazione al racconto ci sarà un'installazione, un'opera collettiva poetica realizzata dai partecipanti ad un recente workshop di "cucito sentimentale" in cui sono stati ispirati da Teresa e da Barbara Mugnai, docente di Design della Moda presso il Politecnico di Milano.
Al termine degustazione guidata di vini della Premiata Bottega del Vino di Castagnole delle Lanze.
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domenica 11 agosto h 21.30
COAZZOLO / Anfiteatro
La grande foresta
di Francesco Niccolini e Luigi D'Elia
interpretato e costruito da Luigi D'Elia
luci di Paolo Mongelli
musiche originali di Alessandra Manti con una canzone di Antonio Catalano
con la preziosa collaborazione di Antonio Catalano, Fabrizio Pugliese, Enzo Toma
regia di Francesco Niccolini
Teatri di Bari / INTI di Luigi D'Elia
Vincitore del PREMIO NAZIONALE EOLO AWARDS 2013 per il Teatro Ragazzi "Miglior Novità"
Torna ancora una volta l'apprezzato narratore pugliese Luigi D'Elia al festival, con una nuova narrazione da gustare nell'anfiteatro ricavato da un'insenatura naturale e con vista mozzafiato sul paesaggio e le colline circostanti.
In un piccolo paese senza nome un bambino cresce tra scuola, casa e un grande bosco.
Il bambino va a scuola a piedi, corre, non vuole aspettare: vuole crescere e diventare un cacciatore, come suo nonno. Suo nonno invece gli impone la lentezza, la scoperta del bosco e delle sue regole, di un mondo che si sta estinguendo, ma che - per chi lo sa guardare con pazienza - è immensamente più bello di quello che stiamo costruendo.
Nel bosco vicino, misterioso e pieno di vita, si nasconde un lupo, antico come una leggenda.
Ma un giorno in paese arriva la paura, si perde l'innocenza e il bambino e il nonno devono mettersi sulle tracce del lupo. Qualcosa nel bosco, alla fine del tempo, nell'odore del lupo, aspetta tutti e tre.
Dopo "Storia d'amore e alberi" Francesco Niccolini e Luigi D'Elia provano a raccontare un secondo angolo dimenticato di mondo: questa volta non è più un'arida montagna francese dove un uomo pianta alberi, ma un villaggio in un qualunque sud d'Italia, dove gli alberi scompaiono e - con loro - anche chi li abita, uomini e lupi.
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martedì 13 agosto h 21.30
MONTEGROSSO D'ASTI / Piazza del Castello
Rosso Milva. Teatro e Canzone
di Daniela Placci
con Mauro Isetti, Egidio Perduca e Daniela Placci
arrangiamenti e musiche di Mauro Isetti ed Egidio Perduca
Sonic Factory
A fianco del castello e della chiesa parrocchiale che dominano il paese ed il paesaggio circostante, un grande omaggio a Milva.
In scena Daniela Placci, attrice e cantante romagnola con il duo composto da Mauro Isetti (basso acustico, contrabbasso, oboe, sax, melodica, percussioni e cori) e Egidio Perduca (chitarra classica e acustica, pianoforte e cori).
Lo spettacolo dà voce, attraverso una narrazione originale, accompagnata da musiche anch'esse originali, ai tormenti, ai successi, alla ricerca, alle collaborazioni, alle cadute e ai trionfi della Rossa più famosa e controversa del panorama musicale e teatrale italiano ed internazionale.
Personalità eclettica, icona di stile, temperamento passionale: Milva ha interpretato molti fra i grandi autori del 900. In Rosso Milva si avvicendano Enzo Jannacci, che per lei ha scritto La Rossa, Ennio Morricone, Alda Merini, Franco Battiato, Giorgio Faletti, Don Backy, Edith Piaf, Marlene Dietrich, e il binomio Bertolt Brecht/Kurt Weill.
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domenica 18 agosto h 7.00 e h 18.00
COAZZOLO, sentiero della Madonna del Carmine con arrivo alla Chiesetta del Moscato, itinerante
Passeggiata teatrale sul Sentiero naturalistico della Madonna del Carmine con arrivo alla Chiesetta del Moscato dipinta dall'artista britannico David Tremlett.
Ritrovo in Piazza Vittorio Emanuele III alle ore 6,30 e 17,30.
Percorso km. 4,5, percorrenza di circa 1 ora e mezza.
Consigliato abbigliamento comodo e scarpe adatte alla camminata su sterrato.
IperBosco
uomo e natura in dialogo
CIFRA Danzateatro
Un'inedita creazione per il luogo e per il paesaggio del Festival, con i danzatori di CIFRA Danzateatro, un giovane collettivo itinerante formazione ricerca azione.
Nella suggestiva cornice naturalistica del sentiero della Madonna del Carmine, a tappe nel bosco lungo il sentiero la creazione site specific "IperBosco", proposta a inizio e fine giornata.
In quanto collettivo eclettico, CIFRA Danzateatro è alla ricerca di possibilità di espressioni corali che valorizzino ed integrino le specifiche qualità di ogni componente. Nel rapporto con il bosco, il collettivo si è scoperto profondamente unito, come un unico organismo, alla ricerca di un dialogo con l'ecosistema della zona che lo ospita.
La performance, generata da residenze intensive anche di pochi giorni, si nutre di tutte le informazioni del luogo: dal punto di vista naturalistico, di morfologia del terreno, di sensazione uditiva, olfattiva o energetica, di possibili appoggi su cui immaginare installazioni viventi o scene di danza/circo/teatro/musica da disseminare lungo un sentiero.
In ogni luogo con cui si confronta, il collettivo crea un tracciato da percorrere a piedi, con soste per osservare le azioni sceniche disseminate lungo la via, ogni volta unico, originale ed irripetibile. Ogni storia è profondamente legata al suolo che la sostiene, al sole che la nutre, al vento che la muove. Ogni essere si trasforma continuamente, riflettendosi su ciò che lo circonda. Il pubblico è guidato da un narratore-guida che lo invita a proseguire da scena a scena, senza rompere mai l'atmosfera che si compone lungo il percorso. Sovente, il ruolo del narratore è esteso al gruppo intero, che collabora nel coinvolgimento del pubblico, prendendo talvolta la forma della esperienza interattiva.
Queste proposte di attivazione si rifanno direttamente alle pratiche di ricerca del collettivo e creano un collegamento diretto tra tali processi e la performance. Incontrare un albero in un bosco significa incontrare l'intero bosco da un particolare punto di vista.
E poi, dopo aver attraversato il bosco, si sale lungo i vigneti verso la Chiesetta del Moscato dipinta dall'artista britannico David Tremlett.
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lunedì 26 agosto h 21,15
MONTEGROSSO D'ASTI, frazione Vallumida / giardino parrocchiale
per bambini e famiglie
Circolo Polare Artico, avventure su un'isola di ghiaccio
un'idea de Gli Omini
con Francesco Rotelli, Luca Zacchini
e gli animali polari di Eleonora Spezi
scritto da Giulia Zacchini
ispirato ai racconti di Jorn Riel, editi da Iperborea
coprodotto da Città del Teatro/Gli Omini
Tornano al festival "Gli Omini" (compagnia toscana di rilievo nel panorama nazionale già premio Ubu e detentrice di svariati altri riconoscimenti) con un nuovo spettacolo per bambini e famiglie, in un giardino di una piccola frazione rurale in cui sembra essersi fermato il tempo.
Una terra lontana, quasi irraggiungibile. Una comunità di sedici cacciatori e novantadue cani, sparsi in nove baracche, nella Groenlandia più inabitabile. Una natura prorompente. Immensi spazi vuoti.
Sfide avventurose, amicizie improbabili, atipiche esperienze di formazione. Eroi senza paura ma con mille debolezze. Questo è il mondo dei racconti di Jorn Riel, antropologo e ricercatore danese, inventore della saga polare a cui s'ispira Circolo Popolare Artico.
Da una miriade di racconti intrecciati tra di loro, che parlano di una terra incontaminata, di solitudine e amicizia, d'amore e buonsenso in assenza di leggi, Gli Omini continuano a sperimentare nuove scritture. Dopo letture nei boschi e tre episodi del Circolo, la compagnia ha deciso di rivolgersi al pubblico dei più piccoli per comporre un inno alla potenza dell'immaginazione insieme a chi più se ne intende, i bambini. Per portarli su un'isola lontana, libera da ogni regola già conosciuta e abbandonarsi all'imprevedibile, per affrontare la solitudine insieme a un gruppo di corpulenti e tenerissimi omaccioni. Per ricordare che la natura possiede risorse che noi ignoriamo. E per celebrare una terra che si sta sciogliendo.
Due cacciatori artici si presenteranno agli spettatori e racconteranno la loro vita e il loro modo di affrontare i periodi di buio. Questi due uomini che non hanno mai preso parte al corso del mondo, puzzolenti e sporchi, ma dall'anima grande, parleranno di quanto sia importante dare valore alle cose più piccole, senza sprecare niente. Parleranno delle crisi che hanno superato solo grazie all'aiuto degli amici. Vedranno orsi, galli, trichechi, inuit. E tenteranno di far capire quanto sia salvifico fare scorta di storie avvincenti per passare il tempo quando le bufere costringono a rimanere a casa e per imparare a spingere l'orizzonte.
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lunedì 2 settembre h 21
CASTAGNOLE DELLE LANZE, Belvedere del Municipio
La mandragola
facetissima commedia dell'arte
con Pierdomenico Simone
e con gli attori e le attrici della compagnia giovani
Francesco Lunardi, Elisabetta Raimondi Lucchetti, Daniela Piccolo, Elia Zanella
scenografia e attrezzeria Alvise Romanzini
maschere Stefano Perocco di Meduna, Tullia Dalle Carbonare
costumi Licia Lucchese
disegno luci Matteo Pozzobon
coreografie acrobatiche Giulia Staccioli
regia e canovaccio Michele Mori
Stivalaccio Teatro
Dal belvedere a fianco del Municipio, con l'affaccio sulle colline di vigneti castagnolesi e l'ampio quest'anno al festival.
paesaggio, uno dei nuovi spettacoli di teatro popolare della compagnia veneta Stivalaccio Teatro anche Riuscire ad avere un figlio che possa portare avanti il nome della famiglia è diventato un'ossessione per il vecchio e avido Messer Nicia. Non si dà pace: è disposto a tutto pur di avere un erede. Ma non al punto di dover morire. Se però a sacrificarsi può essere qualcun altro, tutto cambia. Ha cosi inizio una beffa dal sapore boccaccesco, in cui chi si crede furbo sarà gabbato da chi lo è davvero.
"La Mandragola" è definita da molti la "commedia perfetta". In effetti, è la più famosa e imitata commedia del Rinascimento. Machiavelli ci regala un'opera unica, in cui lo stile alto dell'Umanesimo e quello basso del patrimonio popolare si mescolano alla perfezione. Un'operazione talmente riuscita da risultare, appunto, "perfetta", e da considerarsi di diritto un classico della nostra letteratura. Nonostante la materia leggera, Machiavelli cela nelle sue parole un'aspra denuncia nei confronti dell'ipocrisia della chiesa rinascimentale e mette in discussione i valori familiari, provocando nello spettatore un riso amaro che fa riflettere.
La messa in scena si rifà ai comici dell'arte, a quel teatro fatto con un piccolo praticabile e un fondale logoro, che lascia tanto spazio alla maestria degli attori. A loro quindi l'arduo compito di far rivivere la commedia, andando a frugare nei vecchi bauli pieni di maschere, dialetti, duelli, canti, musiche e pantomime.
Un omaggio al testo di Machiavelli, o meglio, un "liberamente tratto da", attraverso quel grande gioco che è la Commedia dell'Arte.
Al termine degustazione guidata di vini della Premiata Bottega del Vino di Castagnole delle Lanze.